Una notte al museo

Passare una serata alternativa in un clima allegro è stato possibile grazie al laboratorio “Bug Bits” curato dall’artista Adriano Siesser presso il Mart di Rovereto: è stato un venerdì all’insegna della cultura e del divertimento a metà tra arte e tecnologia (costo: 5 euro per gli under 29, 10 euro per gli altri).

La serata si è aperta con un aperitivo: un bicchiere di spumante e qualche tartina sono sempre il modo migliore per rompere il ghiaccio e socializzare con i presenti.

Le ragazze dello staff sono state molto gentili e disponibili ad il illustrare il ricco programma di eventi della stagione del Museo.

20160318_205703(1)Alle 20 invece ha avuto inizio il laboratorio vero e proprio. Tutti i partecipanti sono stati fatti accomodare nella saletta dell’area educazione del museo e Adriano Siesser ci ha offerto una breve introduzione sull’arte interattiva apportando alcuni esempi tramite un power point.
L’idea di arte interattiva coincide a mio parere con il concetto di museo contemporaneo che non si limita solamente alla mera esposizione delle opere ma trasforma il fruitore in vero protagonista dandogli l’opportunità di associare l’arte ad altre attività che vive in prima persona.

Lo scopo di questo laboratorio era quello di costruire una scultura a forma piramidale che grazie ad un chip inserito al suo interno sarebbe risultata sensibile a determinati colori emettendo dei suoni.
Dopo aver assemblato la piramide con dei cartoni precedentemente preformati con il laser, si è proseguito con la decorazione della scultura con materiali diversi: l’opera si sarebbe trasformata in una specie di insetto denominato “Piramidottero”.

La fantasia la fa da padrona e il tavolo da lavoro viene riempito di colori, carte colorate, colla, scotch, piume e quanto altro.
Solo vedendo le immense opportunità decorative mi si è aperto un mondo e tutte le tensioni della giornata si sono allontanate permettendomi di tornare un po’ bambina per una serata. È stato bello liberare la mente per concentrarmi solo sull’aspetto decorativo.
L’entusiasmo, in questa parte del laboratorio, era palpabile in quanto anche gli altri partecipanti erano piuttosto felici di lasciarsi un po’ andare con le decorazioni. Il clima era festoso e rilassato: l’ideale per iniziare bene il fine settimana. Avrei potuto trascorrere un’ora solo a pensare a come addobbare il mio beniamino. Alla fine ho cercato di raccogliere un po’ le idee e di decorarlo con dei cartoncini color pastello sui toni del lilla e dell’azzurro.

Dopo aver finito la parte decorativa abbiamo inserito il chip che permetteva di far funzionare il piramidottero. La terza e ultima parte del laboratorio prevedeva il funzionamento della scultura.20160318_212854(1)
Successivamente siamo entrati nelle sale del museo, dove sotto ogni dipinto erano posizionati dei dischetti colorati. La scultura avrebbe poi iniziato ad emettere dei suoni solo sui colori a lei sensibili.
Il fischiettio del piramidottero aveva una durata di circa un minuto durante il quale si poteva ammirare l’opera di fronte cogliendone i dettagli. Il mio animaletto era sensibile al blu e al verde: mi sono così soffermata più a lungo ad osservare, tra le altre, l’opera di Massimo Campigli del 1928 intitolata “I costruttori”. Dopo aver osservato le opere in generale sono i dettagli a colpirmi maggiormente: un merlo sullo sfondo, la scala, una mano.

L’esercizio è stato interessante in quanto mi ha permesso di soffermarmi più a lungo sulle opere dando vita ad una serie di riflessioni che forse non avrei mai fatto. Guardandomi attorno poi ho notato che anche gli altri compagni di laboratorio erano incantati dai dipinti, alcuni si sono seduti per terra a contemplare le opere, altri si avvicinavano per immagazzinarne i dettagli.

Finito il percorso in mostra siamo tornati in didattica per concludere il laboratorio.
Ho trovato l’esperienza molto positiva e spero che in futuro vengano organizzati altri laboratori di arte interattiva. Credo che proprio questi lavori conferiscano al museo una nuova vitalità. Oggigiorno penso sia necessario vestire i musei di nuova vita offrendo percorsi alternativi che permettano di approcciarsi all’arte e alle sue mille sfaccettature.

L’arte parla ed è viva, regala emozioni, permette di sognare e trascorrere una serata così al museo è stato un toccasana per lo spirito e per la mente. Uscendo dal museo mi sono poi trovata a ripercorrere i pochi passi che mi allontanavano dal parcheggio e ho salutato il Mart con un po’ di nostalgia perché la realtà è che non mi sarei più voluta separare da quell’esperienza.

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