ZERO DAY FRA FANTAPOLITICA E PELLICOLA PREDITTIVA

Pubblicata su Netflix il 20 febbraio, in meno di 4 giorni, Zero Day con Robert De Niro è schizzata al vertice della top ten.

Zero Day è una miniserie statunitense prodotta da Netflix e creata da Eric Newman, Noah Oppenheimer e Michael Schmidt. Ma per poterla capire veramente non si deve sottovalutare il fatto che Robert De Niro non solo è l’interprete principale, ma anche produttore esecutivo.  Inoltre per entrare nel vero sigificato e nel messaggio che la serie Zero Day vuole lanciare si dovrà capire la sua genesi. Infatti il progetto nasce nel 2022, quindi 3 anni fa e si realizza nel 2023 occupando quasi un anno per la fine delle riprese. Vede quindi la luce nel 2025 ma la genesi è nel 2022.

Tenendo quindi bene a mente tutto questo si potrà ora calarsi meglio all’interno di cosa Zero Day abbia voluto dirci. Altra importante nota è quella di aver ben chiaro in mente quale sia il backround in cui si muove Zero Day. Robert De Niro infatti ha rilasciato chiare dichiarazioni schierandosi apertamente a favore dei Democratici tacciando Trum come pericolo per la democrazia.

 

Chiarito questo e con queste note ben chiare in mente è ora più semplice cogliere i significati e il pensiero di Zero Day, che più di film di fantapolitica è ascivibile alla categoria delle pellicole predittive. Quei prodotti cinematografici che in qualche modo aprono la pista ad un pensiero o a fatti che se poi realizzati nella realtà hanno già seminato un seme all’interno della coscienza collettiva. E possono così essere manipolati a favore di propaganda.

Ma andiamo per gradi.

Zero Day, tanto per incominciare si definisce come attacco informatico che si verifica quando gli autori dell’attacco hacker ottengono l’accesso alla rete sfruttando una vulnerabilità mettendo nella condizione di non aver alcun tempo, zero day appunto, per risolvere il problema.

Detto ciò si evince che la miniserie di 6 episodi ruota attorno ad un attacco cibernetico agli Stati Uniti.

Attenzione Spoiler!

Un attacco totale e devastante getta per alcuni minuti tutta l’America o per lo meno tutto il Nord Est per cui Washington e New York in down della rete. Non funziona quindi più nulla dalla rete elettrica alle comunicazioni, tutto si spegne e in pochi minuti ci sono quasi quattromila vittime fra incidenti, metropolitane deragliate, ospedali in tilt e così via. L’evento è preceduto da un messaggio minaccioso apparso su tutti i dispositivi di tutte le persone che avvisa ne seguiranno altri.

Ecco che entra in scena Robert De Niro nei panni di un ex Presidente che ha rinunciato al secondo mandato per un doloroso lutto familiare. Ma fin dalle prime battute si capisce che l’anziano ha una mente che vacilla con vuoti di memoria, squilibri emotivi e visioni sia uditive che visive immaginarie. Il paragone con un Biden uscente è davvero poco velato. E diventa ancora più evidente quando entra in scena il Presidente degli Stati Uniti che ha sostituito De Niro. Fosse altro perchè si è scelta una attrice che non solo ricorda la Harris ma proprio è tale e quale.

Ricordiamo che siamo nel 2022 quando la serie nasce e le elezioni erano ancora lontane. I Democratici avevano quindi già ben chiaro che Biden aveva problemi di demenza senile, poi dichiarata a fine mandato, e che la Harris sarebbe stata il suo successore. Inoltre davano per assodata la vittoria della Harris.

Ma la Storia a volte prende altri corsi. Oggi  infatti sappiamo che non è andata così. I Democratici non hanno vinto le elezioni e la Harris ha mostrato tutto il suo poco carisma e la sua incompetenza. E, pure in Zero Day, infatti la Presidente è un soggetto passivo e nascosto e il leader rimane l’ex Presidente.

Ma torniamo a Zero Days. Abbiamo quindi un attentato violento e totale. Con tanto di consapevolezza che la vulnerabilità è palese e si è impotenti. Nessuna rivendicazione. Nessuna pista. Con la spada di Damocle di un prossimo attacco cibernetico totale. La Casa Bianca quindi decide di istituire una Commissione dotata di poteri speciali. Una Commissione che ha diritto di annullare ogni diritto civile anche l’Habeas Corpus.

Benchè nel telefilm si faccia quasi finta che la cosa sia un unicum e che ci sia indignazione, è ancora fresco il ricordo di quando ogni diritto civile è stato annullato e i cittadini sono stati relegati come prigionieri nelle proprie abitazioni. Abbiamo il 2020 a fare da apripista. E in Italia, ma non solo, anche l’Habeas Corpus è stato applicato con un obbligo vaccinale per esempio. Insomma il 2020 è stato un banco di prova globale per testare l’annullamento dei diritti e la sopressione delle Costituzioni. Testare il polso ai cittadini e studiare le reazioni e fin dove ci si potesse spingere.

Insomma al Potere piace l’idea di trovare mezzi con cui ledere i diritti e fare una bella resettata delle costituzioni per introdurre leggi più restrittive. O per lo meno così parrebbe. Fra violazione dei diritti e belle parole da Zero Day ne esce questo quadro. E, benchè De Niro finge sempre di lottare per la morale e il bene del Popolo, non si preoccupa di dare pepe agli interrogatori o chiudere un occhio all’uso della forza. A parole dice che non va fatto ma poi nella finzione accetta di buon grado ogni intervento appellandosi a cause di forza maggiore. Folle inferocite che vanno sedate per la propria incolumità ecc. Ogni due per tre si indica il pericolo del fascismo, che è sempre degli altri, sebbene si agisca e si introduca proprio un clima repressivo.

Ma passiamo oltre perché davvero la pellicola è quasi ingenua nel suo puerile tentativo di propaganda. Nemmeno insinua, palesa proprio. Senza perdersi nella trama, ecco che prima se la prende con un giornalista indipendente che usa la rete per puntare il dito contro il potere. E il riferimento a Tucker Carlson e affini è davvero scontato. Ma in questo caso la pellicola si tradisce. Sottolinea infatti l’inportanza del web, delle web tv e della controinformazione. De Niro infatti segue quello che taccia con schifo “complottista” con lo stesso interesse di quanto segua i Media Mainstream.

Per cui è evidente quanto la rete faccia paura al Potere. Si finge di non darle valore ma invece non è così. Ecco lo sforzo per censurare, Quello che Zuckenberg ha denunciato alla vittoria di Trump. Forse a molti è sfuggita la gravità delle accuse alla presidenza Biden fatte da Facebook. Aver ricevuto minacce e censure o ingerenze dall’amministrazione Biden, aver dovuto quindi istituire censura e la masnada di FactChecker che oscuravano la verità scomoda al Potere.

In Zero Day si insinua velatamente anche la matrice russa, che però ha vita breve. Ricordiamoci che Zero Day doveva essere di propaganda politica democratica e quindi anti Trump e co. le questioni internazionali non vengono toccate.

E voilat il primo pesce che cade nella rete è una magnate high tech con un colosso della rete, social media e app. Insomma Elon Musk in gonnella. Lei e la sua industria sono materialmente coloro che hanno rilasciato il malware. Proprio attraverso le app che tutti hanno sui loro dispositivi e, a cascata, infettando a loro volta chiunque avessero incrociato in rete. E qui la situazione si fa ancora più buffa nel momento in cui, tra il resto, si scopre che il malware è uscito da un laboratorio del Governo per poi essere perfezionato e usato. Ma la matrice è governativa. Tipo IT Allert non ci ricorda nulla?. Come fa ad apparire su tutti i dispositivi senza essere stato scaricato, accettato o che so io?. Ecco che si sdogana il fatto che ciascuno può violare i dispositivi e il Governo lo fa di default. Che ci piaccia o no.

Orbene. Tolta di mezzo la controfigura di Musk, che muore con finto suicidio in cella, paro paro il presunto suicidio di Epstein verrebbe da dire, le indagini proseguono. Ma perchè prendersela con un alterego di Musk? perchè la sua colpa è stata quella di comprarsi twitter, ridare libertà di parola ed espressione, ospitare il canale di Tucker Carlson con interviste scomode e detenere potere con Starlink oltre che mostrare simpatia per Trump. Nel 2022 non si era ancora schierato politicamente, ma si capiva che avrebbe preso tale piega. Era nell’aria che Musk era pericoloso, un cane sciolto, uno che pensa agli interessi suoi.

Ma torniamo a Zero Day.

A questo punto si arriva al dunque, in modo anche frettoloso e ingenuo, in quanto di per se Zero Day non è un gran prodotto cinematografico in realtà. E’ interessante come analisi, ma dal punto di vista della sceneggiatura e della tensione lascia un po’ a desiderare.

De Niro e co si giocano la carta del complotto interno. E qui abbiamo capito perfettamente che ormai molta cinematografia sopratutto Netflix ci sta sempre più abituando all’idea del nemico in casa. Sempre più ci apre gli occhi sulla realtà. Ci spiega e sdogana che esiste un Potere nel Potere che travalica quello politico. Si sdogana il Deep State, così da far digerire al pubblico il fatto che esiste questa entità. Spiegando e rassicurando che i cattivi sono gli altri e sopratutto c’è l’eroe che combatte il crimine e ci salva.

Avevamo fatto i conti con il nemico in casa con Designated Survivor, serie del 2026-2019, con Kiefer Sutherland . Nei panni del sopravvissuto ad un attacco devastante al Campidoglio con strage di tutta la classe politica, amministrativa e giudiziaria di Washington, che si ritrova da silurato a Presidente degli Stati Uniti nel giro di 24 ore. Ma di pellicole ce ne sono state tante. Stessa storia in The Night Agent. Pure qui il complotto interno punta a detronizzare il Presidente. Ma esempi non mancano.

La differenza sostanziale fra Designated Survivor e le pellicole più recenti è che sono scomparsi i lobbysti. Quei personaggi rappresentanti i poteri forti, fra banchieri e affaristi, i Fondi di Investimento, che in modo sovrastatale spingono a favore dei propri affari che non hanno nulla a che spartire con il bene nazionale. Si veda le ingerenze nella politica americana per esempio, pur se semplificate in una delle serie rappresentative come House of Cards. Di cui abbiamo parlato qui.

 

Spolier! Torniamo a Zero Day

Si scopre quindi che siamo di fronte ad un complotto interno fatto da un gruppo misto di senatori e fiancheggiatori, compresi alcuni speculatori ovviamente. A capo? Per forza l’avversario della Presidente alla prossima candidatura. Non tanto un Trump, ma più che altro un Kennedy 2.0. La motivazione dell’attacco? Dare uno scossone al popolo e alle istituzioni così da dare una ripulita alla corruzione dilagante, al sistema mafioso che impedisce ogni nuova legge, ogni azione, ogni intervento. Lodevole giustificazione per quello che invece si capisce chiaramente sarebbe stato un vero e proprio colpo di Stato e un giro di vite sulle libertà democratiche.

Insomma al Potere piace proprio l’idea dell shock con cui azzerare diritti, introdurre leggi restrittive e controlli capillari. Come quadro predittivo quello che ci mostra è come il nostro mondo sia in un equilibrio assai precario. La vulnerabilità della rete che ormai governa tutto è l’anello debole con cui mettere sotto scacco la nostra società. L’attacco al contante, ai risparmi e ai soldi fa gola al potere che punta a quello che chiamano IT Wallet, ma che tradotto vuol dire niente controllo sui propri soldi e averi. La libertà di parola ed opinione deve essere ridotta additando come complottismo e fake news se solo racconta la verità da una angolazione che non piace.

Abbiamo altri illuminanti esempi che ci mostrano i piani e i desiderata del Potere. Lo shock attraverso eventi catastrofici è infatti anche il tema de Il mondo dietro di te, prodotto dagli Obama. La recensione si trova qui. Pure nella pellicola Obama si profetizza l’interruzione della rete, IT Allert e poi il disastro passo passo. Insomma visto da questo punto di vista, Zero Day inquieta. Perchè, sebbene nel film il nemico è un altro rispetto alla corrente democratica, il sospetto è che il piano fosse nell’aria o per lo meno l’idea aleggiasse in certi ambienti.

Ma la Storia ha vie che scompigliano le carte in tavola. E la presidenza è andata in mano Repubblicana. Quindi ci sono altri piani e altre storie, magari migliori oppure peggiori. E Zero Day rimane una pellicola di fantapolitica o predittiva che per ora si richiude nel cassetto.

Ci sarà un sequel?. Magari si, visto che è stata buttata là la teoria che i problemi cognitivi dell’ex Presidente fossero frutto di un’arma biologica studiata dal Governo degli Stati Uniti e poi abortita. Tanto per giustificare un ex Presidente con vistosi problemi? Lo show must go on.

#VISTOPERVOI Voto 6. In se il telefilm non è un granchè. E’ pure recitato in modo solo sufficente. Lo salva il fatto che ci svela un retroscena inquietante che è poco cinematografico e purtroppo troppo reale. Chi vivrà vedrà.

 

 

 

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