THE MADNESS LA SERIE NETFLIX CHE SQUARCIA IL VELO
Appena uscita, The Madness è già schizzata in cima alla classifica delle serie Netflix più viste. Tutti ne parlano, nel bene o nel male. Ma quasi nessuno ne ha colto il messaggio spiazzante.
The Madness ci parla di follia già dal titolo. Ma la follia che dipinge è quella che ti ritrovi tutt’intorno quando apri gli occhi e scopri in quale folle realtà vivi davvero. Una realtà kafkiana e spiazzante che ti travolge e di cui in fondo scopri sei una pedina inconsapevole pure tu.
Insomma The Madness nel giro di pochi episodi ci parla di Stato Profondo, di tecnologia del controllo, di morte del sistema di indagine, con forze dell’ordine asservite pure queste a questo stato profondo, di corruzione e sistema mafioso a tutti i livelli e di morte dell’informazione.
Si salvano solo gli eroi, liberi pensatori, battitori solitari, cani sciolti e idealisti sopravvissuti a questo mondo tritatutto in cui la menzogna fa da padrona coperta da chi dovrebbe invece perseguirla e in cui la gente vive ignara nel torpore di una vita da guadagnarsi giorno per giorno.
Ma partiamo come sempre dall’inizio. Anticipiamo solo che in The Madness si parla di chi detiene davvero il potere, di come chi ha il potere manovra politica, economia, informazione e anche gruppi di lotta sociale e gruppi politicizzati. Ed infine, ci racconta di come i media fingono di fare informazione, ma alla fine fanno solo show e deviano l’attenzione del pubblico dalle vere notizie scomode per ammansire le masse e lasciare che lo status quo continui a vivere indisturbato.
E’ vero che si parla di famiglie in crisi, bassifondi e periferie americane che vivono ai margini della ricchezza più sfrenata ed ostentata. Si parla di rapporti in crisi e di famiglie allargate. Ma non è questo il nocciolo. Il vero focus è di come spesso i film disegnino la nostra realtà, nel momento in cui hai aperto gli occhi e cogli i messaggi.
Adesso torniamo all’inizio e facciamo un passo indietro.
Attenzione SPOILER
Il protagonista di The Madness è l’attore Colman Domingo che interpreta Muncie Daniels. Ex professore di Filadelfia, si ritrova alla ribalta televisiva come opinionista della CNN, anche in qualità di attivista dei diritti degli afroamericani. Durante una pausa di riflessione in cui decide di lavorare ad un suo libro, Muncie si ritira in un cottage in montagna. Il caso vuole che a causa di un guasto delle linea elettrica si reca dal vicino, ma si ritrova coinvolto suo malgrado nell’omicidio dello stesso. O meglio sopraggiunge mentre due individui stanno tagliando a pezzi il cadavere del vicino.
Muncie riesce a fuggire nel bosco finendo in un lago e nella fuga ferisce uno dei due assassini con una penna. Essendo scrittore era l’unico corpo contundente che si ritrova in tasca. Denuncia la sera stessa il fatto ma ben presto capisce che le forze dell’ordine non credono alla sua versione dei fatti. Il cadavere infatti non si trova. Tuttavia si trova invece il corpo di uno dei malviventi. Il morto reca sul corpo non una ferita inflitta con la penna di Muncie, bensì una infinità di coltellate di penna.
Subito Muncie intuisce che la sua vita sta subendo un cambiamento e che sta scivolando in una sorta di situazione kafkiana. L’agenzia che lo sta promuovendo in qualità di artista opinionista, fra manager ed avvocati ( perchè: c’è davvero qualche ingenuo che crede che si vada in televisione senza avere dietro una squadra che lavora per la tua immagine, la promozione e i contatti? se ci fosse qualche ingenuo, ebbene, no. Tutti coloro che hanno un briciolo di visibilità hanno dietro una squadra) ebbene l’agenzia lo molla. Viene allontanato dalla CNN. In quanto il sospetto che sia implicato in un omicidio non può in nessun modo gettare un’ombra sul programma, il canale televisivo ecc.
Inizia la fuga, anche se decide di restare e combattere per la verità. Costi quel che costi. E qui The Madness fa un elogio alla famiglia. Mucie infatti rimane per i figli e per la ex moglie. Lotta per loro. Sono loro a dargli la forza di alzare la testa e arrivare fino in fondo a questa storia. Un messaggio questo molto forte. In un’epoca invece in cui la famiglia è sotto attacco. La nostra cultura spinge alla singletitudine, al conflitto, a mettere distanza fra se e le proprie origini.
Tornando a The Madness: Ben presto si scopre che il vicino scomparso è un attivista suprematista bianco. Ecco che Muncie si trova a doversi guardare le spalle dagli assassini, in quanto potrebbe identificarli, dal gruppo di suprematisti e ovviamente anche dalla polizia che lo crede colpevole.
Inizia a questo punto il thriller vero e proprio. Infatti il nostro protagonista di The Madness decide che deve indagare lui stesso per scoprire i colpevoli dell’efferato delitto a cui ha assistito. Primo passo andare dalla ex moglie del suprematista bianco per scoprire se costui avesse nemici. Il chè ovviamente pare quasi ingenuo, in quanto è ovvio che un esponente di un movimento, tra il resto influencer del web, abbia nemici. Però Muncie entra in contatto con la donna, madre di due figli piccoli, che come prima cosa nega ogni coinvolgimento e sopratutto dice di non sapere assolutamente nulla arrivando pure a minacciare il protagonista con una pistola. Si scopre però, strada facendo, che non solo la donna sa molto di più di ciò che vuol far sapere, ma che trama e ha tramato di tutto.
A questo punto entra in gioco la figura di un magnate. Quello che insomma mette i soldi per i suoi traffici. Praticamente questo figuro insospettabile avrebbe pagato il suprematista e poi anche la ex moglie. E qui il thriller diventa cospirativo. Peccato che la realtà superi la fantasia e molte allusioni sembrano pescate paro paro a fatti reali.
Basterebbe un solo esempio che vale per tutti. Ossia il movimento Fridays for future finanziato da George Soros e la Soros Foundation. Quindi chi inquina il pianeta finanzia movimenti giovanili per lottare contro chi inquina il pianeta. Se non vi pare illogico questo! Ovviamente è inutile spiegare che se finanzio un movimento ne controllo le azioni e direzioni, convoglio le energie di ribellione e le rendo innocue con gesti privi di vero significato vero. Insomma me ne sto tranquillo e faccio sì che nulla cambi o mi scalfisca.
Nel frattempo le vicende si ingarbugliano per il nostro eroe, diventato tale perchè fotogramma dopo fotogramma, veniamo catturati dalla presenza scenica di Colman Domingo, impeccabile in abiti che costano un occhio della testa, palestrato quel tanto che serve per intravedere pettorali di acciaio sotto magliette attillatissime, sguardo tagliente, impeccabile anche in tuta in piena fuga per le strade di Filadelfia nascosto da cappuccio della felpa e occhiali da sole firmati. Immancabile orologio d’oro al polso e ci scommettiamo avvolto da una nuvola di profumo da maschio che non deve chiedere mai.
Da un lato quindi il nostro è solo contro tutti, dall’altro invece è spalleggiato da un agente dell’FBI tale Franco Quinones alias John Ortiz. L’agente infatti è consapevole che la faccenda della baita si intreccia con un’indagine che sta cunducendo e che vede protagonista proprio il facoltoso soggetto legato al suprematista bianco. Il patto con il protagonista di The Madness è quello di portargli prove in cambio del suo appoggio. Nel frattempo Muncie viene avvicinato da una influencer che dice di avere informazioni rilevanti. Lui, avezzo al mondo della Tv, la schifa convinto che voglia farsi pubblicità con una intervista. Quando invece il giorno dopo scopre che è morta di attacco cardiaco, inizia a capire che la morte è sospetta e poco accidentale. E, che forse, le sue informazioni avrebbero potuto essere preziose.
E qui si apre lo spunto più interessante ed innovativo di The Madness, quello che non è stato colto da nessuno di coloro che ne stanno discutendo. La critica infatti si è concentrata sul lato sentimentale della miniserie. Quindi il rapporto difficile con i figli, il primo che si trova fra genitori in via di separazione e la seconda, ormai adulta, avuta fuori dal matrimonio che ha deciso di conoscere solo da poco, come si intuisce. Inoltre per tutto lo svolgimento della trama è fondamentale la presenza assenza della moglie. Contraltare su cui contare in ogni momento, da proteggere, da riconquistare, da coinvolgere e sopratutto voce della propria coscienza. La donna che mai in nessun momento ha perso fiducia in lui e lo crede fin da subito innocente, mai vacillando.
Altro fattore di discussione nella critica che si legge in giro è verso lo scarto sociale che viene mostrato in The Madness. Ossia il mondo ricco della city, dove macchinone, abiti, accessori e belle case non si sprecano e di contro invece le periferie dove si sopravvive, ma c’è più amore, più coesione, più rete e amicizia. Così in primo piano in questo mondo di afroamericani abbiamo la figura dell’amico di una vita, il protettore che conosce tutti i segreti di tutti e protegge tutti. Proprietario di un negozio che diventa rifugio, base di appoggio e logistica per l’operazione di scagionamento di Muncie. Come se nelle città americane ci fosse una sorta di stato nello stato di stampo afroamericano che vieve di regole sue non scritte.
Detto ciò però quello che sconcerta e su cui gettamo il focus, è invece il quadro reale e dissacratorio che la serie creata da Stephen Belber fa dell’attualità. Ricordiamolo, The Madness esce a fine 2024 e quindi è uno specchio della realtà che ci circonda. Peccato che noi siamo così ciechi da non vederci nello specchio.
Riprendiamo il filo della trama quindi e torniamo alla influencer morta in camera d’albergo. Ne deduciamo che: The Madness ci dice che si può uccidere qualcuno inducendo un arresto cardiaco. Insomma se sei scomodo puoi essere eliminato senza destare troppi sospetti. La prova di ciò arriverà dopo quando l’assassino effettivo confessa in un moto d’orgoglio la paternità dell’azione. Tanto che ogni volta che Mucie viene rapito e siringato, temiamo assieme a lui che la dose sia letale e non invece che sia un innocuo sonnifero. Tuttavia in cuor nostro, essendo lui il protagonista, sappiamo che non può lasciarci a metà serie televisiva. Però non si sa mai, ma…spoiler…non muore.
Secondo punto su cui riflettere: la scia di morte fra gli influencer di cui si apprende episodio dopo episodio ci mette di fronte alla dura realtà su come sia messa l’informazione oggi. Ne esce un quadro deludente ma vero. I media tradizionali hanno totalmente abdicato al loro ruolo. Si occupano di gossip non danno più notizie. Si capisce, anche se non viene mai detto, come siano al soldo di terzi di cui fanno gli interessi.
Da un lato ad un certo punto la faccia di Mucie appare ovunque amplificata la notizia che lo vuole colpevole e ricercato. Ma sappiamo che Mucie è la vittima designata su cui addossare ogni colpa. Infatti la polizia lo crede colpevole, l’agente dell’FBI indaga ma non ufficialmante sul caso, Mucie viene scaricato da tutti nel mondo del jet set, della tv e di chi conta. La parola d’ordine è che da sopra vengono fatte pressioni in tal senso.
Sbatti il mostro in prima pagina, sopratutto se non ha i mezzi per difendersi. Oggi i media sono forti con i deboli e deboli con i forti. Ne abbiamo e stiamo vedendo esempi continuamente.
Dall’altra parte per fortuna abbiamo il web. Che, se è una giungla di notizie di ogni genere comprese assurdità inaudite, è anche ancora l’unico porto franco e libero con cui far circolare le vere notizie. Influencer che fanno indagini e inchieste, persone che fanno vero giornalismo. Quelli che vengono chiamati influencer o youtuber, ma a tutti gli effetti, magari non con il tesserino in tasca che oramai è solo un pezzo di carta, sono giornalisti nel vero senso della parola. E, proprio per le verità scomode che vanno a rivelare o che stanno per rivelare, muiono in modo tragico. E si capisce chiaramente che sono stati tolti dalle spese.
Esattamente come nella realtà in cui un Tucker Carlson, per esempio, ha dovuto continuare a fare giornalismo libero su X, allontanato dai canali Tv, solo perchè non in linea con la linea editoriale, tutta asservita ai poteri forti e propaganda. Ma come? Il giornalismo non doveva essere il cane da guardia del potere?. Viviamo in tempi bui e difficili.
Ma non perdiemo il filo. A questo punto The Madness ci fa capire la correlazione fra il suprematista anche influencer del web e il riccone su cui indaga Quinones dell’FBI. Il soggetto avrebbe pagato la vittima, il suprematista, per inluenzare i follower verso i suoi interessi che coincidono con preferenze politiche di soggetti da posizionare nei punti chiave. Insomma tutto il mondo è paese e la storia è sempre la stessa.
Si scopre che la vittima ad un certo punto non solo si era rifiutato di collaborare ulteriormente, ma aveva raccolto prove compromettenti circa costui e con la moglie avrebbe voluto divulgarle. Caduto in mano del riccone, egli prova ad ammorbidire Mucie e scoprire cosa sappia e con chi abbia condiviso le informazioni. Ed ecco che il nostro eroe vive un ulteriore colpo di scena. Non solo si ritrova faccia a faccia con l’assassino della baita al soldo del riccone, ma scopre una realtà ancora più sconcertante.
Spoiler SPOILER
Il vero cattivo non è il riccone, Magnusson, che muore con la sua guardia del corpo e con l’assassino. Il cattivo è una donna senza scrupoli. Un’invasata che pure lei lavora al soldo di qualcuno ancora più sopra. E qui, con una scia di sangue che Musie si lascia indietro, si accende un faro su una società di comunicazione, una agenzia dall’apparenza perfetta.
Si esce quindi dal ritratto americano in cui si strizza l’occhio al suprematista bianco con i suoi movimenti di destra, ammiccanti alla critica facile di fascismo rivolta a Trump, per esmpio. E ovviamente Netflix strizza l’occhio a questo retropensiero.
Senza dirlo, ma pur sempre ammiccando senza esporsi. E di contro si fa riferimento empatico e positivo ai movimenti black lives matter. Un pizzico di propaganda dem non guasta mai. Il lato positivo è che in The Madness abbiamo solo un retrogusto e non una smaccata propaganda. E tra il resto l’escamotage poi ci regalerà il finale che mette pace a tutti e soddisfa trama, protagonisti e spettatori.
Ma torniamo alla psicopatica assassina invasata. Ebbene pure costei è sotto ricatto. La nostra cattivissima e spietata killer, che poi scivola in errori patettici di fronte ad un Mucie che diventa più arguto e pieno di risorse di tutti i corpi di polizia e FBI messi assiema, lavora per Revitalize. E questa agenzia non solo ha partner con il riccone di sopra, che credeva invece fosse al suo servizio e lavorasse per lui, (povero ingenuo) ma è gestita e obbedisce ad un altro personaggio chiave un tal Rodney Kraintz.
Quindi: abbiamo preso atto che esiste un giro mafioso in cui attraverso i soldi si influenza il pubblico per dare visibilità e ottenere simpatia elettorale verso personaggi politici da piazzare in ruoli chiave. Futuri politici e funzionari che ovviamente in cambio daranno concessioni e faciliteranno gli affari dei ricconi che li hanno piazzati lì.
Infine: abbiamo un pesce ancora più grosso che non solo manovra e controlla tutti quelli sotto, ma agisce per un ulteriore fine, tutto suo. E, peggio ancora, pure venduto con ideologie che possono pure sembrare buone e giuste.
Non ci ricorda nulla? Tipo World Economic Forum per esempio, Un certo Bill Gates che per esempio, agisce in campo farmaceutico senza alcun titolo o promuove insetti come cibo e poi compera latifondi dove alleva bovini di pregio. Idem Zuckenberg. Ma tal Rodney Kraintz ci ricorda un pochino anche Elon Musk a dirla tutta. Ma, seguendo gli imput di The Madness ci verrebbe da pensare che chi si espone e ci mette la faccia alla fine è un pesce piccolo e sacrificabile, al soldo più o meno consapevolmente, di qualcuno ancora più potente e ricco, che si guarda bene dal mostrarsi o palesarsi.
Ed ora l’ultimo colpo di scena. Mucie viene richiamato dalla CNN. Torna in video in prima serata pur con l’amaro in bocca, visto il modo in cui è stato trattato. Buttato via come merce sporca senza diritto di appello e sbattuto in prima pagina come perfetto capro espiatorio. Così decide di giocarsi l’ultima carta prima di mollare il carrozzone e tornare ad insegnare.
In video, prove alla mano, indica tutte le colpe di Kraintz e Revitalize. Nessi e connessi con tutti gli omicidi. Motivazioni, mandanti, esecutori, vittime e moventi. Ripercorre non solo la scia di sangue, ma anche interessi economici e implicazioni politiche, tutti gli affari sporchi e la pallottola fumante. Il nostro eroe è convinto di aver sganciato la bomba e si aspetta che le coscienze prendano atto, ridestandosi e indignandosi. Insomma che il popolo si sollevi, che la polizia indaghi, che i giornalisti facciano inchieste.
E cosa succede? La cruda realtà che ormai è sotto gli occhi di tutti, oddio, di tutti coloro che hanno la voglia di vedere.
La reazione di chi deve indagare è perentoria. Il diktat è: il caso è chiuso. Ma ciò che sconcerta, e purtroppo è proprio così che funziona anche nella realtà, i media che dovrebbero amplificare le rivelazioni, fare inchieste e domande o solo parlarne, all’unisono si interessano solo se la dichiarazione di Mucie di lasciare la tv sia vera o se invece ci sarebbe un possibile ripensamento e lo si rivedrà in schermo.
Il meccanismo di distrazione di massa spiegato in una scena. Quel meccanismo che vediamo continuamente in tv e non solo. Deviare l’attenzione su un particolare irrilevante, di gossip e tralasciare la vera notizia. Ed ecco come funziona il nostro giornalismo oggi. Asservito ai poteri forti, agli interessi dei ricconi e a quello stato profondo e trasversale, che non è nemmeno politico, ma di totale altra fattura e che non è nemmeno soggetto alle leggi di mercato, in quanto è pure sopra queste.
Ma tornando a The Madness. Ora che abbiamo tutti i tasselli del puzzle si tirano le fila. Il nostro eroe ha un confronto con Kraintz che, non si capisce bene per quale assurda unica vera caduta di trama della serie, opera in una sorta di complesso abbandonato di periferia, dove però abbiamo un enorme server. I due si trovano faccia a faccia quando Mucie rincorre il figlio che vuole uccidere Kraintz, scoperto il luogo dove si sarebbe recato quest’ultimo. Dissasuo il figlio, troviamo Mucie con una bella pistola pronta a sparare e farsi giustizia, ma rovinarsi la vita e Kraintz seduto ad un tavolino in mezzo al nulla minimal con un portatile a cui lavora.
L’amara verità raccontata da Kraintz è che il mondo va a rotoli e ci vogliono persone come lui che arricchendosi a dismisura alla faccia di tutti mette in ordine il caos. La ricchezza sono i dati e il controllo. Chi ha in mano quelli diventa il vero padrone del mondo. Per arrivarci però servono le famose terre rare e il piano è sfuggito di mano perchè era doveroso piegare il voto a favore di un amico che avrebbe dato la concessione a lui per estrarre il minerale con cui alimentare i propri server. Insomma ricchezza e potere.
Mucie decide di risparmiargli la vita, poichè Kraintz lo rende consapevole che se non c’è lui, è giù pronto un nuovo Kraintz a sostituirlo. Insomma, come dire che al progresso non puoi mettere un freno e il sistema mafioso è ormai consolidato ovunque. Insomma l’antieroe quasi ci appare simpatico, anche perchè confessa a Mucie che ha incastrato lui, solo perchè si è trovato al momento sbagliato nel posto sbagliato. Null’altro.
La gogna mediatica in cui i media si sono crogliolati e avere polizia e FBI alle calcagna quindi erano solo un prezzo calcolato. In fondo è cos’ che funziona. (vedi salotti televisivi infiniti su fatti di cronaca e mostri sbattuti in prima pagina anche con mancanza di vere prove. Chi non ricorda per esempio, le ore e ore di Vespa con il modellino della Casa di Cogne a parlare sul nulla del nulla, senza dare un solo valore aggiunto, ma soddisfare il gusto di vayerismo della nostra società?).
Se quindi il nostro eroe esce dall’edificio pulito e si riunisce, in abiti eleganti e trasudando comunque ricchezza, alla sua gente, figli, amici e moglie in una grigliata al parco in periferia, lo spettatore non rimarrà a bocca asciutta.
La vedova di Mark Simon dei Brother 14, suprematisti bianchi, svela al gruppo l’identita del mandante dell’assassinio del loro leader. Ma, per tornare ad una vita tranquilla vende il gruppo all’FBI che in una retata arresta tutti i membri. Tutti a parte uno, che da solo scova Kraintz, il cattivo più cattivo di tutti, quello più in cima che tira i fili per capirci, che governa la rotta che a suo parere deve prendere il mondo, ed uccide in una gguato con pistola guardie del corpo e lo stesso Kraintz.
SOTTOPALCO #vistopervoi
voto 10 assoluto. Da rivedere e cogliere ogni particolare.
Compresi messaggi nascosti (vedi l’occhio nella foto qui sopra, chiaro richiamo all’occhio che tutto vede massonico, ma nella cui pupilla è disegnato il labirinto da cui l’eroe tenta di scappare. Forse una denuncia alla ragnatela di stampo massonico in cui è invischiata tutta la nostra realtà che manipola tutto e tutti con l’ardore di controllare tutto?). Compresi anche i rimandi alla nostra attualità.