DON’T LOOK UP, SPECCHIO SULLA PERCEZIONE DELLA REALTA’

Don’t look up, ossia: non guardare su, è il film del momento e, con disarmante ironia, fotografa la nostra società e non tanto la manipolazione della realtà, quanto la percezione che le masse hanno della realtà stessa.

Uscito su Netflix in questi giorni di Natale 2021. Noi lo abbiamo visto per voi. Eccone la recensione.

Tutti ne parlano e lo considerano il film dell’anno.

Chi per il cast stellare, con Leonardo di Caprio, Jennifer Lawrence e Ariana Grande o Meryl Streep diretti da Adam McKay che ne è anche l’autore.

Chi invece già lo acclama come film migliore dell’anno perché affronta il problema dei cambiamenti climatici.

Chi per il quadro che disegna dell’imbecillità umana.

Chi per le trame politiche e chi per l’inserimento di un dispositivo cellulare, il BASH LiiF, smartphone che esiste realmente e che non solo monitora tutti i dati dell’utente tanto da interagire con il suo umore, ma, si scoprirà nel film, che fa parte di un programma che monitora e raccoglie di dati di chiunque riuscendo a conoscerlo dettagliatamente in gusti, scelte e personalità, arrivando a predirne i comportamenti e pure il modo in cui ognuno morirà.

Un film apocalittico e lo si capisce dalle prime battute. Una dottoranda in astronomia scopre infatti una cometa, di enormi dimensioni, e assieme al suo docente, DiCaprio che si è portato a casa come compenso ben 30 milioni di dollari, e compagni di corso, calcolando la traiettoria scopre dell’impatto certo con la terra.

Non certo cosa da poco. Dopo lo sconcerto iniziale infatti diventa importante avvisare del pericolo. Ecco che i due con un nuovo eroe buono della situazione il dottor Teddy Oglethorpe alias Rob Morgan, cercano di farsi ricevere alla Casa Bianca.

Purtroppo qui una improbabile Presidente nei panni di Maryl Streep, fra foto dei Clinton sulla scrivania, pacchetti di sigaretta nascosti nei cassetti e uno scandalo che sta minando la sua immagine, riceve i tre scienziati con sufficienza, senza alcuna volontà di prestare attenzione al pericolo imminente e totalmente disinteressata a quella che considera assieme al suo staff una ulteriore scocciatura come le tante altre a cui deve perdere prezioso tempo.

Fra anticamere interminabili e disinteresse totale, DiCaprio e la dottoranda Kate Dibiasky, Jannifer Lawrence, da cui la cometa prende il nome, decidono di divulgare la notizia attraverso i media.

Attenzione spoiler:

Si rivolgono ai media e vengono inseriti in un talk di divulgazione leggera, dove ogni notizia è dipinta con le tinte della leggerezza e del gossip, che tanto fa presa su pubblico e social. I due si trovano quindi fra risatine e battutine dei due conduttori a dover avvisare dell’imminente catastrofe. L’Apocalisse prevista fra 6 mesi e uno spiccio di giorni, ore e minuti. Non capacitandosi di tanta superficialità la Dibiasky sbotta dando senza mezzi termini l’annuncio. Ma nel contesto zuccheroso e frivolo del programma finisce per trovarsi protagonista di meme offensivi e ridicolizzanti sui social.

E qui il film ha una svolta quando la Presidente Meryl Streep decide di cavalcare l’onda della cometa usando la minaccia per rivestire il ruolo di salvatore del mondo. Tutto ciò per ottenere consenso dal pubblico, elettori e avversari.  E a questo punto parte la missione di salvataggio con testate atomiche dirette contro la cometa nel tentativo di deviarne la rotta.

A questo punto parrebbe che la pellicola si trasformi in uno dei classici da l’eroe che salva tutti e vissero felici e contenti. Invece no. A questo punto entra in scena il filantropo multimiliardario finanziatore della Presidente e a capo di una bigh tech che ha appena sfornato il suo fiore all’occhiello, il BASH LiiF. Missione interrotta, si mette in campo un piano futuristico con nanotecnologie e robot, droni e intelligenza artificiale, così da far diventare questo pericolo una occasione di guadagno. La cometa infatti dovrebbe venir frantumata e guidata sulla terra per estrarre e speculare su tutte le preziose sostanze, minerali, terre rare, diamanti di cui è composta.

E qui si fa ancora più pregnante il totale scollamento dalla realtà di ciascuno. Da una parte il popolo e i cittadini che si bevono ogni messaggio dato dai media, da parte della politica che pur di non deludere i finanziatori si fida ciecamente, da parte dei multimiliardari che non si pongono il problema del fallimento interpellando solo scienziati a favore e non ascoltando chi solleva dubbi.

Consci della pericolosità i tre scienziati cercano di avvisare il mondo anche grazie ad Ariana Grande, che interpreta se stessa una star musicale e dei social, con la sua musica che fa eco allo slogan Guarda in su, ossia alza gli occhi al cielo per vedere la cometa che infatti si inizia a vedere pure ad occhio nudo.

Allo slogan risponde la Presidente Streep con lo slogan Don’t Look Up, appunto non guardare su, a cui aderisce enorme parte di popolo che ostinatamente non alza gli occhi al cielo, ipnotizzata da politica, media e rassicurazioni che la vita è scontata e prosegue ad oltranza.

Arriva il giorno della missione.

Spoiler spoiler

Che ovviamente fallisce.

I tre protagonisti scelgono di passare l’ultimo giorno assieme in famiglia pregando, consapevoli della fine e dando importanza agli affetti veri e alle cose importanti. Mentre Presidente ed elite partono con una navicella e capsule criogeniche alla volta di una nuova terra abitabile mentre il mondo si distrugge fra scene di devastazione, panico, violenza o abbracci dei pochi consapevoli.

Il film si chiude con i novelli Noè dell’umanità che esportano la loro presunzione, stupidità e arroganza sulla nuova terra che non è però priva di sorprese e karma. Nonché il figlio della Presidente che aveva nominato Capo di Gabinetto e che lei nella fretta della fuga aveva dimenticato a terra, che emerge dalle macerie che si scatta un selfie dall’Apocalisse per i follower.

Insomma nel film c’è tutto del nostro tempo. I media, la politica che è uno show, i filantropi che sfornano hig tech ma finanziano la politica in cui hanno le mani in pasta e sono proiettati verso lo spazio come via di fuga e vogliono decidere delle sorti dell’umanità di cui si ergono a filantropi e salvatori della razza umana oltre che fautori della sua evoluzione. Di contro c’è un popolo lobotomizzato da media e tecnologia, distratto da gossip costruiti e manipolati sui social e guidati in scelte e gusti, totalmente apatici e superficiali, divisi nella dualità senza una vera ricerca della verità o della sostanza delle cose, ma alla rincorsa dell’approvazione e conformismo sociale.

Una commedia amara che dipinge il nostro tempo in cui ciò che viene esaltato e condiziona la vita delle persone non è tanto la realtà, la verità o la menzogna, ma la percezione che ne viene data. Una percezione che inganna ed autoinganna, a favore di interessi politici ed economici di pochi resi effimeri da autocompiacimento e scollamento totale dalla realtà.

I pochi che comprendono la reale portata della cruda verità o ne sono sopraffatti tanto da rifiutarla, o non la comprendono a pieno, oppure non si capacitano che nessuno se ne preoccupi e la subiscono in tutta la sua grandezza e terrore.

Ecco, se non fosse un film, si potrebbe pensare che l’Apocalisse sarà proprio così e finchè non ci cadrà in testa nessuno ci crederà o presterà il giusto peso alla questione.

Ma è un film, giusto? Oppure potrebbe essere realtà? Dipende da quanto si è consapevoli di come venga manipolata la percezione della realtà che stiamo vivendo. E in fondo si potrebbe concludere con il consiglio di pensare che ogni giorno potrebbe essere l’ultimo e decidere quanto spessore dare alle ore che rimangono di ogni giorno della nostra vita.

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