RONCEGNO TERME E IL CASTELLO DI MONTEBELLO

Roncegno Terme in Valsugana è conosciuta prevalentemente per le terme e i soggiorni legati al benessere. Eppure, la cittadina nasconde piccoli tesori storico architettonici, come la Chiesa di Santa Brigida. E quasi nessuno sa che a Roncegno c’era persino un castello di cui oggi non rimane che qualche esigua traccia.

Ci sono molte leggende oscure legate ai territori nei confini di Roncegno Terme. Molte di queste si legano alle acque arsenicali ferrugginose che sgorgavano dalle sorgenti, ma che per molto tempo fecero la fortuna del centro termale di Roncegno. Proprio a causa di quest’acqua arsenicale che portava morte se bevuta la valle in cui scorre la sorgente prese il nome di Valle del Diavolo, posta sul Monte Sant’Osvaldo.

Mentre poco sotto abbiamo la Busa di Toseggo dove appunto nella profonda gola scavata dal Torrente Larganza si trovano i resti dell’antica miniera di arsenico abbandonata. Nell’alta Valle del Larganza, sulla sua riva sinistra sotto il maso Bernardi, si trovano la Valle del Diavolo e i boschi di Sturmwolt ossia Bosco degli uragani.

Arrivando da Levico Terme, dopo Marter, rimangono i resti di Castel Tesobbo, la Tor Tonda. L’abitato di Roncegno infatti si trova sull’antica via romana Claudia Augusta. Ed è presumibile che la torre fosse a guardia della via romana.

Eppure a Roncegno c’era un ulteriore castello, tanto che il toponimo ne mantiene il ricordo. Esso presumibilmente era sito su quello che ancor oggi viene chiamato Castelletto, e tracce di mura sono state rinvenute durante i lavori di ristrutturazione dell’omonimo Maso Montebello. Tuttavia ci sono documenti che vengono in aiuto alla ricostruzione dei fasti di quello che si ritiene fosse una costruzione articolata che copriva la zona che dalla Chiesa di San Nicolò porta sino a Montebello. Oggi non rimane traccia di tanta grandezza anche perchè gli studi ritengono che una frana rovinosa che tagliò di netto la costa si portò via gran parte della struttura di cui era composto il castello.

Ad ogni modo una prima testimonianza è citata in un documento che risale al 1312 in cui vien redatto Panem Castrum Montebelli. Quindi il castello si trova ad onor di cronaca in una disputa sorta nel 1371 in cui Siccone di Castelnuovo funge da paciere. Ma è nel 1447 che il castello riceve una sovvenzione da parte del Vescovo di Feltre con una investitura a favore dei Montebello di diritti e beni. Da qui si perdono poi le tracce.

Purtroppo non ci sono percorsi attraverso i quali visitare i pochi resti, qualche traccia di muro, di questi manieri di cui si è perduta memoria. Anche seguendo le indicazioni del Giro dei Castagni si rischia purtroppo di perdersi o trovarsi in vicoli ciechi, in quanto il sentiero non è ben tracciato in tutte le sue parti, nè agibile in molti punti.

Tuttavia la tappa a Roncegno Terme merita come gita alla Chiesetta di Santa Brigida. La parte originaria risale al XII secolo e sorge su una collina sopra le case di Rozzati vicino al torrente Chiavona La chiesa venne citata documentalmente una prima volta nel 1533 indicando come, in tale epoca, fosse custodita da un frate eremita. Gli affreschi rimandano all’intitolazione a Santa Brigida d’Irlanda, nata verso la metà del V secolo.

La sua posizione permette una vista sulla valle sottostante che si estende su una grande porzione della Valsugana spaziando da Castel Ivano a Caldonazzo. L’ex canonica della chiesa inoltre ospita il Museo degli strumenti musicali popolari. E’ circondato da un parco musicale caratterizzato da 5 aree tematiche. Ed ospita  strumenti da tutti e 5 i continenti e testi come il Vesperale Romanus del 1854.

In loco inoltre non ci dovrà far mancare la visita alla Casa degli spaventapasseri ospitato a Molino Angeli nella frazione di Marter. Nelle sale dell’edificio si trovano gli spaventapasseri, raccolti anno dopo anno dal fotografo Flavio Faganello, e gli organi macinatori, che utilizzavano l’acqua del fiume Brenta come forza motrice.

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