Le nostre Filippine

Eccoci qua!
Un mese è trascorso veloce, ricco di emozioni e di esperienze indimenticabili, ma ora è giunto il momento di lasciarsi alle spalle questa terra anzi, queste 7000 terre.

Un mese che è iniziato non di certo nel migliore dei modi, con un cambio immediato di programma (ancora la prima sera, fusi dal jet lag), e un meteo decisamente non favorevole. Ma procediamo per step.
Le Filippine a causa del cambiamento climatico sono state vittime di tifoni e di estese zone di bassa pressione anche a gennaio, cosa molto insolita per questa nazione, e questo ha prolungato il mal tempo e tutti i problemi annessi, quali frane, allagamenti e problemi ai trasporti. Come se non bastasse, ci si è messo pure il Vulcano Mayon che verso la fine del mese ha iniziato ad eruttare. Che fortuna eh?!
Da qui la decisione di evitare il nord e di concentrarsi sulle isole, dove speravamo in un meteo più clemente, consapevoli del fatto che i trasporti marini avrebbero potuto subire rallentamenti… Ma chi avrebbe immaginato fino a che punto!!
Come abbiamo già raccontato in precedenza siamo sopravvissuti ad un viaggio infinito su un traghetto che oscillava come un metronomo, circondati da persone il cui stomaco non ha retto (vi lasciamo immaginare) e con un momento di panico generale e di corse verso i giubbotti salvagente quando il traghetto ha iniziato ad imbarcare acqua. Un viaggio che non scorderemo facilmente!
Nelle prime due settimane quindi abbiamo concentrato le nostre attività sulla terraferma, noleggiando scooter per girare le varie isole di Mindoro, Cebu, facendo dell’esaltante canyoning alle Kawasan Falls e ammirando gli enormi banchi di sardine a Moalboal. Ci siamo poi dedicati alla scoperta dell’isola di Bohol in motorino, dove finalmente anche il bel tempo ha iniziato ad essere compagno delle nostre avventure, permettendoci di trascorrere 3 giorni di pura esplorazione, ammirando le lucciole di notte a bordo di un kayak, partecipando alla festa del patrono di Carmen, nuotando nelle piscine naturali nelle grotte di Anda e facendoci coinvolgere dalla simpatia e dal sorriso dei boholiani.
Rincuorati dal bel tempo abbiamo deciso di volare a Palawan, votata per 3 anni consecutivi l’isola più bella al mondo. E non possiamo fare altro che confermare.
Un gioiello di acque cristalline, di rocce granitiche a strapiombo sul mare, di una miriade di pesci coloratissimi, di giovani viaggiatori sempre di buon’umore, che non si tirano mai indietro quando si tratta di condividere le proprie storie di vita e di viaggi sorseggiando una birra davanti ad un falò in spiaggia.
Insomma, non appena il maltempo se n è andato, queste Filippine sono diventate molto più colorate e divertenti.

Prima tappa a Palawan: Port Barton, un villaggio adagiato in una piccola baia, raggiungibile dopo tre ore di tragitto da Purto Princesa, su di una strada decisamente accidentata, ma non fatevi scoraggiare da ciò, perchè ve ne pentireste. Nei cinque giorni che vi abbiamo trascorso ci siamo finalmente rilassati, abbiamo fatto snorkeling, abbiamo nuotato con le tartarughe e abbiamo mangiato e bevuto a sazietà con i nostri nuovi amici. Un paesino economico, ricco di good vibes e divertente: consigliatissimo.
Ci siamo poi spostati per qualche giorno ad El Nido, metà più turistica, ma dove i tour nelle lagune circostanti sono assolutamente WOW.. no, sul serio, non troviamo le parole per descriverlo. Vivetelo e poi ci saprete dire.
Infine traghetto verso Coron, dove un pò per curiosità e un pò per sfuggire all’afa, abbiamo deciso di provare lo scuba diving: OH. MY. GOD! Incredibile!! Sott’acqua tutto è così pacifico, silenzioso e strabiliante. Un’immersione presso un relitto giapponese della seconda guerra mondiale, seguito da un’altra nella barriera corallina ci hanno stregato e convinto a completare il corso PADI open water, così da poter rivivere quest’esperienza anche negli altri stati del sud est asiatico che andremo a scoprire. Ci è stato consigliato anche di fare il tour nelle varie isole, laghi e lagune circostanti, ma purtroppo non abbiamo avuto tempo.
Coron è stata cosí l’ultima tappa del nostro viaggio in questo incredibile arcipelago, ce ne andiamo un po’ a malincuore sapendo di lasciarci alle spalle questo paese che ci ha regalato alcuni dei paesaggi più belli visti fino ad ora, ma anche elettrizzati per l’avventura che sta per iniziare. È tempo di scoprire un paese famoso per il cibo e il caffè straordinario (no, non stiamo parlando dell’Italia), per l’assurdo numero di motorini circolanti e la cui forza e l’orgoglio non sono stati scalfiti neanche dalle innumerevoli guerre che ha dovuto affrontare.
Di che paese stiamo parlando? Scopritelo la settimana prossima!
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