Il cuore di Chisciotte

Domenica 18 giugno al Festival Solstizio d’Estate Gek Tessaro e il suo teatro disegnato, con “Il cuore di Chisciotte”. Al Museo degli usi e costumi della gente trentina, alle 21.30, a San Michele.

Premio Andersen e recentemente premio Malerba, lo spettacolo “Il cuore di Chsciotte” di Gek Tessaro sbarca in Rotaliana con tutto il suo bagaglio di magia. Domenica 18 giugno, alle 21.30, al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina a San Michele all’Adige, nella dimensione onirica del buio, fra esperimenti di luce e di parole andrà in scena un modo inedito di raccontare la storia di Don Chisciotte, folle per eccellenza, costantemente in equilibrio sul filo fra genio e pazzia.

Lo spettacolo propone un percorso di suggestioni liriche sul tema dei cuori in viaggio. Il leitmotiv è il Don Chisciotte, il cuore del cavaliere errante, e con lui il coraggio, l’immaginazione e la lettura, che lo farà diventare matto, la lettura come forza travolgente ed inarrestabile, la lettura come magia. In questa libera rivisitazione dell’immortale personaggio di Cervantes i cuori diventano tempere, acrilico, collage, acquarello, inchiostri, che danno vita a scenografie bizzarre, divertenti e poetiche. Costruzioni effimere che nascono, crescono e si concludono con la fine del brano.  

Sulla lavagna luminosa di Gek Tessaro, l’inutilità del gesto di chi combatte contro i mulini a vento si trasforma nella bellezza dell’ostinazione, della resistenza, anche nella consapevolezza dell’impossibilità di vincere. La resilienza, l’onestà, l’etica si snodano fra le parole semplici di chi è abituato a raccontare le storie ai più piccoli, arrivando al cuore dei grandi.

Perché il cuore è il cuore dei pazzi, che non pulsa solo di follia, ma anche di coraggio, di slanci di fantasia e di grande caparbietà, che nella passione infine si scioglie da tutti i legami, fino a perdere completamente la ragione. Un cuore che declina i grandi temi, che si dipanano nello spettacolo di Tessaro, in un paese delle meraviglie costruito a mano. I temi della diversità e dell’amicizia, dell’amore, quello per Dulcinea, la figura femminile idealizzata, ma anche la consapevole necessità dell’altra metà del cielo, e infine la morte. Il fuoco che si spegne e le riflessioni del proprio essere, esistere, e del significato ultimo delle impronte lasciate.

 

“E me ne vado non perché sono rimasto abbastanza. Ma perché rimanere, per me, non ha più importanza” (Don Chisciotte – Cervantes)

 

 

Tutte le info su: www.solstiziodestate.it

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