Filippine: i nostri pro e contro

Xin chao!
Esatto, siamo in Vietnam, e precisamente ad Hanoi. Mentre sorseggiamo un delizioso egg coffee in un bar “segreto” a ridosso del lago Hoan Kiem abbiamo deciso di scrivere a caldo (beh…mica troppo, passare dai 30°C delle Filippine ai 10 di Hanoi è stato un vero shock) questo articolo per tirare le somme di quello che queste Filippine sono state per noi e condividerlo con voi.

Ok. Iniziamo con cosa non ci ha convinto di queste Filippine.

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Beh, il cibo innanzitutto. Per noi che amiamo scoprire il cibo locale durante I nostri viaggi, dobbiamo dire che le tradizioni culinarie filippine non ci hanno entusiasmato, anche perché la cucina filippina non ha una sua anima propria, ma è piuttosto una cucina fusion di piatti cinesi e occidentali, con gusto principalmente agrodolce. I pasti più tradizionali sono composti da riso bianco, uovo e carne: tanta tantissima carne, soprattutto maiale e pollo di cui viene mangiato praticamente tutto; interiora e grasso animale sono all’ordine del giorno.
Verdura pochissima se non addirittura assente. Per giorni non siamo riusciti a trovare della verdura e, se sei vegetariano, le Filippine potrebbero veramente metterti a dura prova, visto che pure le zuppe di verdure spesso sono preparate con brodo di pollo.

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Nessun cibo ci ha particolarmente colpito, se non in senso negativo: prelibatezze locali ad esempio sono il Balut, un uovo di anatra, che viene bollito quando l’embrione è a 17 (su 21) giorni di gestazione e i “one day”, spiedini di pulcini nati appunto da un solo giorno. Non abbiamo mai avuto abbastanza fegato per assaggiarli quindi non possiamo darvi la nostra opinione a riguardo.

Un altro punto a sfavore è il costo della vita, che rispetto ad altri paesi del sud est asiatico non è di certo fra i più economici. Per darvi un’idea abbiamo mediamente pagato sui 10euro a notte per una stanza doppia con ventilatore (bagno talvolta condiviso e talvolta in camera, a seconda della zona in cui ci trovavamo) e circa 5 euro a pasto. Inoltre ci sono pochissime attività gratuite, visto che la maggior parte sono tour organizzati, o talvolta serve una barca, o dei permessi speciali per attraccare in determinate isole o per poter entrare in una laguna o in alcune zone di terra. Le attività ci sono costate una media di 15-30 euro l’una.
Ma ora basta con il negativismo, è tempo di esaltare i lati positivi di queste splendide isole.
Cosa ci è veramente piaciuto delle Filippine: beh, serve dirlo?

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Il mare è decisamente il più bello che abbiamo visto finora, splendide acque cristalline al cui interno si cela un mondo marino da capogiro! La barriera corallina, con le sue migliaia di pesci e tipi di coralli coloratissimi e dalle forme più disparate, vi lascerà senza fiato. Aggiungici spiagge bellissime a ridosso della giungla, arcipelaghi con centinaia di isolette tutte da esplorare e piccole baie incontaminate e il piatto è servito.
Se ti piace il mare devi assolutamente aggiungere le Filippine nella tua lista!
Mare a parte, anche i paesaggi degli entroterra sono davvero suggestivi, caratterizzati da vegetazione tropicale, ruscelli, cascate e formazioni montuose di origine vulcanica.
I colori e la vivacità delle Filippine non provengono solo dai panorami e dalla ricca flora e fauna, ma anche e soprattutto dalle persone. I filippini sono un popolo molto colorato, vivace e sempre in vena di far festa: dovunque si organizzano karaoke, nelle strade si sente spesso musica in stile latino-americano e vanno matti per il reggae. In un mese ci siamo imbattuti in parecchie feste di paese e sagre, specialmente nell’isola di Bohol, dove l’energia e il calore del popolo filippino raggiunge il suo apice (a parer nostro). Ogni persona in strada ci ha salutato con grandi sorrisi, spesso siamo stati intrattenuti con lunghe chiacchierate o siamo stati fermati per scattare una foto insieme a dei bambini fuori da una scuola o insieme ad una famiglia sul lungomare.

Un’altro aspetto decisamente positivo di questa nazione è che quasi tutti parlano un’inglese piuttosto fluente, o perlomeno un’inglese di base che rende la comunicazione con i locali molto facile, limitando notevolmente i fraintendimenti che possono sorgere chiedendo indicazioni, ordinando al ristorante o prenotando dei biglietti.
SPOILER: al contrario, in Vietnam questo è un grossissimo problema, e già in pochi giorni abbiamo ricevuto al tavolo ordinazioni sbagliate, abbiamo speso decine di minuti per rendere chiaro un concetto (il quale alla fine non veniva comunque recepito) e abbiamo avuto dei problemi per capire quale bus prendere.
Infine, un’altra cosa che ci ha piacevolmente colpito è stata l’attenzione verso l’ambiente: all’ingresso di alcune aree o villaggi viene richiesto il pagamento di un “eco tourism development fee”, una tassa ambientale di qualche decina di pesos (nei posti più turistici anche fino a 200php) che viene reinvestita interamente per la salvaguardia ambientale e la pulizia delle spiagge e del mare. E il risultato è evidente! Le spiagge sono pulitissime, così come le acque e le strade. Non pesa di certo pagare qualche euro in più, se questo può contribuire a mantenere l’ambiente più pulito.
Direi che con questo abbiamo ufficialmente concluso il capitolo Filippine: vi abbiamo raccontato le nostre avventure/disavventure, vi abbiamo parlato dei trasporti, della splendida isola di Palawan e dell’adrenalinico canyoning alle Kawasan Falls.
Ora siamo pronti a vivere e condividere questa nuova avventura: Vietnam here we are!

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