La stufa che cova

Orgoglio trentino per un progetto che promette un reale cambio di prospettiva per il Kenya: la stufa che cova, un’innovazione verde!

La stufa che cova le uova vince in Kenya il Green Innovation Award: è stata addirittura la “first lady” del Kenya, Ms. Margaret Kenyatta a consegnare il premio, nelle mani del direttore del progetto “Tree is Life” Thomas Gichuru, che ha costruito di persona le prime stufe a olle, copiando quelle che scaldano le case delle alpi italiane.

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La stufa “trentina”, all’interno delle case in Kenya


Il motivo del premio è un’innovazione semplice come “l’uovo di colombo”.  In molte famiglie di queste comunità di contadini kenyoti sono stati allestiti dei forni in terra cotta con all’interno delle pietre refrattarie per il risparmio energetico. Queste stufe permettono di risparmiare più di un terzo della legna delle normali cucine. Inoltre tolgono gran parte del fumo dalle cucine delle povere baracche africane da sempre annerite. Via il fumo e via le conseguenti malattie respiratorie.
L’aver alzato i fuochi dal pavimento, inoltre, salva la schiena a chi cucina, costretto dapprima a sollevare pentole da terra; ora è tutt’altra cosa sollevarle a 60-70 cm da terra!
Ma non c’è 2 senza 3: i forni hanno, a livello pavimento, una cavità, tipica delle stufe a olle costruite nelle nostre montagne. Qui sotto vengono deposte le uova da cova al posto della legna da seccare o delle scarpe da asciugare.  Le uova si schiudono ed i piccoli pulcini possono trovare del mangime in un ambiente estremamente pulito, caldo, secco e buio. Senza l’aiuto di un lampada accecante come nelle nostre incubatrici industriali. Ad onor del vero a mettere le uova sotto la stufa non è stato un centro studi ma un bambino… per errore!
Tornando al progetto della stufa, sostenuta da Ipsia del Trentino e Fondazione Fontana, la cavità ove si schiudono le uova viene tenuta quasi quotidianamente pulita dal contadino per prevenire malattie per i neo nati pulcini. In questa cavità i pulcini rimangono la prima settimana di vita, viene loro dato sia mangime adeguato che acqua. La stufa comunica con un piccolo recinto protetto, delle dimensioni della stufa stessa. Qui la temperatura è uguale a quella dell’ambiente, essendo la gabbia all’interno dell’abitazione e contigua alla stufa. I pulcini possono crescere indisturbati e al sicuro. Da questa cavità escono per passare al primo recinto, dopo le prime settimane di vita e con il passare dei giorni si allontanano sempre più dalla stufa, prendendo confidenza con il nuovo ambiente protetto.
Questo primo recinto con rete a maglia stretta, interno alla casa è collegato, tramite una fessura, ad una parete in legno (si tratta infatti spesso di baracche) e a un secondo recinto sempre a maglia stretta, protetto ed esterno alla casa dove i piccoli polli possono “provare” lo sbalzo di temperatura e di umidità. Questo secondo recinto ha una rete di ferro anche a pavimento così da evitare incursioni di animali predatori. Il raccordo tra queste tre semplici unità: sottoforno, recinto interno e recinto esterno con relativa gradazione di temperatura, costituiscono l’innovazione che ha permesso allo staff di Tree is Life in Kenya, di vincere il Green Innovation Award.
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Innovazione green, per una vita e futuro migliori


 
La “stufa che cova” è una modalità molto semplice di allevamento e molto efficace: si risparmiano un terzo di legna, due terzi di fumo dentro la cucina con il vantaggio di avere, nel contempo, un terzo di pollame / carne bianca in più da mettere un domani sopra la stufa. Le galline nate in queste condizioni protette, sono di gran lunga più forti e sane delle loro coetanee che nascono liberamente nei cortili delle baracche africane e che, spesso, diventano facili prede di altri animali.
Sono soprattutto le donne africane, costrette quotidianamente a fare diversi chilometri a piedi per procurare legna per preparare il pranzo, ad aver apprezzato questo progetto voluto da Ipsia del Trentino e Fondazione Fontana e finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento: non cucinano più curve e possono vivere in un ambiente senza fumo. Non è un caso che il progetto sia stato apprezzato da Unwomen (Agenzia delle Nazioni Unite per le donne) ed esposto nel mese di ottobre presso l’expo internazionale a Nairobi.
Il 4 dicembre prossimo, questo progetto verrà presentato a Roma, nell’ambito di un convegno sull’economia domestica, all’interno di un momento promosso dalla FOCSIV che vedrà Papa Francesco parlare di cooperazione internazionale ed economia domestica.
 

Credits: Fabio Pipinato, IPSIA informazione commerciale gratuita – Perché noi facciamo rete!

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