CONTINUA L’AVVENTURA NELLE TERRE ARTICHE: IL POPOLO SAMI E IL CACCIATORE DI AURORE BOREALI

Continuiamo ad alzare lo sguardo verso il cielo sperando di vedere qualche fascio di luce verde che danza nel blu scuro della notte polare, ancora nessun avvistamento.

Ci siamo affidati al sito “Aurora Service”, che con puntualità nordica e grazie anche a rilevazioni scientifiche (come l’intensità dell’attività solare) riesce a predire dove e quando, con ragionevole probabilità, si verificherà il fenomeno dell’aurora boreale nelle successive ore. Nemmeno il sito ci dava grandi speranze d’avvistamento, registrava scarsa intensità d’attività solare. Abbiamo pensato quindi di immergerci nella cultura norvegese, e lasciandoci ispirare dal sito ufficiale dell’ente turistico di Tromsø (visittromso.no), abbiamo deciso di partire all’avventura con il popolo Sami, vogliamo vedere da vicino le renne, addentrarci nella foresta norvegese e conoscere le loro tradizioni. Il popolo Sami vive nelle regioni del nord della Scandinavia, in Lapponia (Norvegia, Finlandia, Svezia, Russia e nella penisola di Kola); è un popolo indigeno delle zone artiche, ha una propria lingua, la propria storia, cultura e tradizioni. È stato un popolo a lungo perseguitato, oggi rimangono circa 75.000 persone appartenenti a questa etnia.
Il mattino seguente ci facciamo trovare al porto, lì ci aspetta Ken, un allevatore di renne appartenente al popolo Sami. Partiamo con lui e con il suo pulmino verso Lyngen Alp dove ha il suo gregge di renne e la tenda dove normalmente mangia e fa mangiare i suoi ospiti.
Il tragitto dura circa un’ora, Ken guida bene sulle strade piene di neve, va molto veloce. In Norvegia, almeno nella parte che visto io, tutti usano le gomme chiodate (qualcuno anche le scarpe chiodate), la neve ed il ghiaccio in inverno è perenne.
Arriviamo all’accampamento e subito Ken controlla se siamo vestiti adeguatamente, fa freddo circa 7° sotto zero. Ha una stanza con dei vestiti caldi e tecnici per coloro che a suo avviso non sono appropriatamente coperti, noi abbiamo passato il test (da buoni montanari ;).

Un attimo dopo ci accompagna dalle sue renne, ne vedo almeno una decina, sono grandi come cervi, corna grandi e robuste e hanno tutte il pelo chiaro. Ci dice che sono animali selvatici e che anche se sono abituati a stare a contatto con l’uomo bisogna approcciarli con cautela, bisogna fare movimenti lenti e non bruschi. Aggancia le renne una dopo l’altra alle slitte e ci fa salire a bordo.
Ci sediamo e partiamo, la slitta si mette in movimento. Accompagnati dalle nostre amiche renne esploriamo il bianco circostante; solo neve interrotta da qualche albero, intorno a noi basse montagne, è la catena delle alpi di Lyngen. Il tour è emozionante e rilassante, a contatto con la natura più pura, quella vera che ristora e rigenera. Non si va molto veloce, scatto qualche foto con il cellulare e subito mi intimano di rimettermi in guanti! Fa troppo freddo e rischio di non riuscire più a scaldarmi le mani. Metto via il telefono e mi godo il resto del safari. Dura circa mezzora.
 
Alla fine del tour diamo da mangiare alle renne e le lasciamo riposare nel loro grande recinto. E’ ora del pranzo.
Entriamo nella tenda di Ken, ci accomodiamo su panche in legno attorno al fuoco e chiacchieriamo, la luce inizia già a farsi flebile.
Ci cucina il piatto di cui va fiero, dice che loro lo mangiano solo in occasioni speciali, si chiama “Bidos” ed è uno stufato di renna, carote e patate. Gli chiedo come mai si cucina solo in occasioni speciali e mi dice che è per via della verdura: a quelle latitudini tutti hanno una renna ma la verdura tra freddo estremo e buio quasi perenne è difficile da reperire. È un piatto che servono spesso ai matrimoni.
Attorno al fuoco mentre mangiamo ci racconta la storia del suo popolo, ci mostra i suoi indumenti caratteristici e canta. I canti Sami si chiamano “Joik”, sono delle composizioni ispirate a persone, animali o luoghi dove lo “joiker” cerca di trasferire l’essenza di quella persona, animale o luogo all’interno della melodia, non hanno un testo ne musica, viene eseguita a cappella. Spesso lo “joiker” improvvisa. Se volete sentire Ken cantare potete ascoltarlo nella stories che ho messo in evidenza sul mio profilo instagram (@blondy_wanderer)
Se volete conoscere invece Ken di persona e provare quest’avventura artica questo è il suo sito: TromsoLapland. Ve lo consiglio, è un’esperienza unica che rimane dentro.
Finito il pranzo, riprendiamo il pulmino e torniamo in centro. Consultiamo nel frattempo il sito “Aurora Service come dei veri aurora hunters e questa volta ci concede delle flebili speranze d’avvistamento.
Decidiamo quindi di attendere la sera e di ingaggiare un vero e proprio cacciatore di aurore boreali che ci faccia conoscere i luoghi resi famosi grazie ai molti avvistamenti.
Sono le 19 ed inizia la nostra caccia. Con una guida di origini finlandesi partiamo a bordo del suo van. La guida riceve aggiornamenti in tempo reale sulle condizioni meteo e sulle attività solari, guida il van in base a questi aggiornamenti. Il meteo ci porta inizialmente sulle rive di un lago poco fuori Tromsø; per vedere l’aurora bisogna avere pazienza. Scendiamo dal veicolo e guardiamo speranzosi il cielo, ci sembra di intravedere un delicato movimento verde, il cacciatore d’aurora punta la macchina fotografica verso il cielo, attraverso l’obiettivo e la regolazione dello stesso si vede meglio: ed eccola lì una piccola e delicata Miss Aurora fa una comparsata nel freddo cielo norvegese, eccola finalmente in tutto il suo verdume… oops splendore!! Ad occhio nudo non si riusciva a vedere, l’attività solare era debole, ma grazie alle macchine fotografiche siamo riusciti a vedere qualcosa. Una vera magia: per un attimo torno bambina e credo di nuovo nelle fate e negli spiriti. Per il popolo Sami di fatto è proprio così, per loro le luci verdi del cielo sono gli antenati che tornano a consigliarli e a guidarli. La notte continua alla ricerca di Miss Aurora, su e giù per i fiordi, nella lunga notte polare. Ma niente come ogni donna ha fatto la preziosa e non si è più fatta vedere.
A presto Miss Aurora, so che ti rivedrò.

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