Tre studi per una crocifissione sono Altre Tendenze al Melotti

Con uno sguardo crudo, tagliente e drammatico sulla contemporaneità, chiude questa sera la rassegna “Altre Tendenze”. Spazio deputato all’espressione dei nuovi linguaggi della prosa che si affianca alla Stagione di Prosa del Comune di Rovereto su Teatro Zandonai, prendendo vita in Auditorium Melotti di Rovereto ed organizzata dal Centro Servizi Culturali Santa Chiara.

Questa sera di giovedì 9 marzo 2017, ore 21, nello spazio teatrale che si affaccia sulla piazza del Mart va in scena lo spettacolo di Danio Manfredini “Tre studi per una crocefissione”. In forma di tre monologhi il lavoro di Manfredini si articola attorno all’opera pittorica di Francis Bacon. In particolar modo ne prende a prestito il titolo, ma pure l’intenzione e l’ispirazione, al famoso quadro, in trittico di olio su tela che segnò l’inizio stesso della storia artistica del pittore, in cui Bacon dipinge tre figure che incarnano la drammaticità della condizione attuale. Dipinto prima del 1945, data in cui venne esposto dall’artista irlandese dalla travagliata vita alla galleria Lefreve, nel trittico Bacon lega un tema della tradizione che qui si incarna nella crocefissione di Cristo a cui da, attraverso l’uso del trittico, un andamento lineare con cui crea una “storia” narrativa. Tuttavia la figura principale è un Cristo moderno torturato dai suoi simili e vittima dei drammi del suo tempo.

Manfredini fa un passo oltre “Lontano dal voler riprodurre in maniera pittorica l’opera di Bacon, mi sono proposto di inventare tre soggetti teatrali che ritraggono la condizione drammatica di tre personaggi del mio tempo.-dice il regista ed attore che spiega-Nel primo studio si tratta di un personaggio che vive in un contesto psichiatrico. Vaga tra poche sedie vuote, abitate dai fantasmi della sua memoria. Il secondo studio è ispirato ad un personaggio del cineasta tedesco Fassbinder. Il transessuale Elvira, colto nel bilancio della sua vita prima del gesto tragico che la conclude. Il terzo studio, ispirato ad un personaggio del drammaturgo francese Koltès. Ritrae un extracomunitario alle prese con una grande città europea: strade, parchi, barboni, polizia. Dentro, il desiderio di colmare la solitudine con un incontro e condividere una notte di pioggia. I personaggi mostrano nell’evidenza del loro dolore, nell’impossibilità di nasconderne i segni, nella loro disperata euforia, le ferite nascoste dell’esistenza.”

Lo spettacolo “Tre studi per una crocefissione” ha una lunga genesi, infatti Manfredini gettò le basi di questo suo lavoro nel 1992 dedicandovi una lunga serie di rielaborazioni e perfezionamenti. I soggetti hanno in comune uno stato di solitudine, abbandono e degrado che ne connota il bisogno di affetto e di contatto con gli altri, pur permeati dalla consapevolezza dell’impossibilità di coronare questa necessità. La mutilazione dei soggetti in Bacon diventa in scena una fisicità in precario equilibrio che come filo rosso lega i tre monologhi in un unico senso di degenerazione psico emotiva, ancorche solo fisica.

Vero artista Danio Manfredini ha trent’anni di attività teatrale in cui ha avuto anche un’esperienza lavorativa con l’argentino Cèsar Brie. Lavora nell’ambito dei centri sociali rendendo il suo un teatro di comunicazione ma anche di denuncia di quell’umanità che vive ai margini e soffre nel proprio isolamento. Per questa credibilità vinse il premio Ubu nel 1989 con Miracolo della rosa e nel 1999 con Al presente, l’animus.

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