SPACE FORCE 3 CI SARA’ – SOLO SU NETFLIX !
Un mix di ingredienti, sapientemente giostrati da attori del calibro di Steve Carell o John Malkovich, sono il segreto del successo di Space Force. Dopo la 1 e la 2, ora il pubblico di Netflix attende, con il fiato sospeso, la Stagione 3.
A voler essere sinceri, la critica non è stata clemente con Space Force, la serie Netflix che racconta di una sgangherata base ipersegreta americana dedicata a sforzi di difesa appunto dello spazio.
Unanime il confronto, della critica, con l’eredità di Steve Carell, il protagonista, dovuta a ben 9 stagioni di The Office. Insomma per la critica Carell nei panni del generale Mark Naird è la fotocopia del direttore di filiale regionale della Dunder Mifflin di Scranton Michael Scott. Questo il dramma di chi si affeziona ai personaggi e non riesce a guardare oltre.
Forti del fatto di aver intercettato Space Force prima di The Office, invece si è potuto soffermarsi su altri dettagli, senza il pesante ingombro dell’ombra di Michael Scott, nata dalla mente geniale di Ricky Gervais.
Detto ciò, Space Force è la parodia di una America che prende in giro se stessa e i propri stereotipi. Niente eroi che salvano il mondo con inseguimenti a tavoletta, azioni impossibili o scontri all’ultimo respiro.
In Space Force vince l’affiatamento, il saper fare la cosa giusta al momento giusto, il rispetto per gli altri anche quando non li capisci ma comprendi che hanno ragione, l’umanità, anche se ti fa rischiare la carriera, e soprattutto il senso del dover fare la differenza, costi quel che costi.
Ebbene Space Force 3 si farà, anche se probabilmente si dovrà aspettare fino al 2024 per scoprire come il team risolverà la grande minaccia con cui si è conclusa la stagione 2.
Ma ripartiamo dal principio. Per capire lo stile ironico al limite del non sense di Space Force va detto che il progetto nasce in risposta alla creazione della Presidenza Trump della United States Space Force , ossia Forza Spaziale degli Stati Uniti, branca delle forze armate USA responsabile delle operazioni spaziali, dei sistemi di lancio e dei suoi satelliti.
E la serie televisiva, creata dallo stesso Steve Carell e da Greg Daniels, narra la nascita e i primi passi della forza militare che dovrà operare nello spazio.
Qui entra in scena il generale Naird che con famiglia si vede catapultato in Colorado in mezzo al nulla in questa base top secret, fra militari, tutto rigore e regole, e scienziati, molto caciaroni ma di grandissimo talento. Ovviamente come cani e gatti gli uni con gli altri, soprattutto per le intenzioni che vengono date di ciò che si sta facendo in quel luogo.
Battute, ironia, sarcasmo e situazioni al limite del ridicolo, ma sempre giocate con grande intelligenza ed arguzia, spaziano dal politicaly scorrect ai luoghi comuni sul mondo militare così come su quello delle scienze.
Il tutto con evidenti, ovviamente per chi li sa cogliere, riferimenti alla realtà e a fatti più o meno noti, più o meno nascosti dal Segreto di Stato.
Così spiazzano le riunioni al Quartier Generale dove le più alte cariche militari USA, Marina, Aeronautica, Forze di Terra e così via affrontano le riunioni come bambini capricciosi pronti ad insultarsi, bullizzarsi a vicenda e prendersi in giro sbeffeggiandosi fra chi sia quello più prestigioso. Da un lato è comico, dall’altro invece rende l’idea di come “ai piani alti” la preoccupazione del popolo sia l’ultimo dei pensieri di generali tronfi ed egocentrici, più preoccupati di primeggiare che di fare la cosa giusta.
In questo scenario Naird invece è l’uomo tutto d’un pezzo, dalla morale dell’uomo che a fronte di tutto sceglie sempre ciò che è giusto, anche se è contro di lui e ne pagherà un duro prezzo.
Nella stagione 1 poi subentra il fine gioco di battibecco con lo scienziato Mallory, appunto Malkovich. Fra colpi bassi ma anche la capacità di vicinanza umana e soprattutto rispetto che poi si trasforma in amicizia.
Per lo scienziato rimane però l’idea che lo spazio non è “terra di conquista” ma orizzonte di scoperta, magari anche da aggiudicare un Nobel o un riconoscimento in ambiente internazionale, che non guasterebbe.
In sottofondo – ATTENZIONE SPOILER – le questioni politiche di concorrenza con la Cina nella stagione 1 e poi con Space X di Elon Musk e i privati che però non devono dare spiegazioni e quindi seguono le leggi del business e dell’immagine, nella Stagione 2. Da una guerra fra satelliti USA e Cinesi, alla conquista della Luna contesa sempre dalle due superpotenze, ai giochetti di business e concorrenza sleale con i privati, fino ai tagli di budget. Tagli che rischiano di lasciar andare alla deriva un cosmonauta solo, poiché mancano i soldi per farlo rientrare così come proseguire ma nessuno ha il coraggio di dirglielo.
Insomma gli ingredienti ci sono tutti e Space Force 3 si farà fosse non altro perché –ATTENZIONE SPOILER– la stagione 2 si conclude con una catastrofe imminente scoperta dal dottor Chan. Oddio si farà qualora non arrivi prima l’asteroide, che appunto viene scoperto nell’ultima puntata di Space Force 2.
Un mix di personaggi, la spia russa di cui tutti sanno e che gira liberamente come soldato nella base, scienziati cinesi e indiani, benchè naturalizzati americani, che si prestano a goffe gaffes di Naird. Poi abbiamo una pilota di elicotteri militare che da tassista di Naird si ritrova a pilotare il razzo della missione sulla Luna con un equipaggio impossibile raffazzonato alla rinfusa all’ultimo minuto con un annuncio sul giornale e tanto di casting. Ovviamente c’è pure il tributo al mondo LGBT immancabile per Netflix, che però fa da sfondo ad altro pliticaly scorrect.
Si ironizza sullo sperpero dei fondi pubblici, fra missili lanciati per errore e altro. Si fa ironia anche sulle udienze per richiedere fondi a fronte di tagli che potrebbero chiudere la base e i progetti scientifici. Si prende in giro tutto, lasciando un amaro in bocca, ridendo a denti stretti.
Il tutto poi con aggiunta di un addetto stampa impossibile, tutto social e immagine, ma al contempo fedele alla causa. Una figlia in crisi adolescenziale e di identità, una moglie sopra le righe che finisce in carcere non si sa bene perché ma deve essere un qualcosa di molto grave.
Infine Naird che a fronte del protocollo da cerimoniale per l’incontro diplomatico con la delegazione russa, sventa un braccio di ferro all’empasse puntando sull’amore per i figli. Accomuna ad entrambi il compito di un padre di provvedere a che i cuccioli abbiamo un futuro da poter vivere e non la distruzione di una guerra che annienterebbe il genere umano.
Ecco Space Force ha molti piani di lettura, per chi li riesce a cogliere. Ed un filo quasi impercettibile lega realtà e finzione, tanto da sperare che un Generale Naird esista davvero, così che possa fare la cosa giusta e salvare il monde dalla catastrofe. Magari assieme al suo improbabile amico dr Adrian Mallory, supportati dalla sgangherata banda della Space Force.
10 puntate la Stagione 1 e 7 puntate la Stagione 2 che scivolano via una dopo l’altra. Magari da guardare tutto d’un fiato per una maratona Netflix.