RESIDENT ALIEN LA NOSTRA RECENSIONE

Resident Alien, da alcuni giorni disponibile su Netflix, ha già conquistato il pubblico entrando nella top 10. Da guardare tutta d’un fiato, la serie mescola fantascienza e indagine poliziesca con una ironia intelligente da gustare.

Basato sull’omonimo fumetto firmato da Peter Hogan e Steve Parkhouse, di Dark Horse Comics, Resident Alien è davvero una delle più interessanti produzioni di questi ultimi tempi. L’ottimo ritmo narrativo e di tensione si equilibria ad una intelligente ironia. Un humor inglese sul filo del gioco di parole e lo spiazzante dialogo del protagonista, si intercala a situazioni e trovate di protagonisti tipicizzati in modo quasi caricaturiale ma sempre credibili.

Con Resident Alien infatti si può parlare di temi profondi e di fantascienza senza scadere per forza, nel moralismo, nell’horror o in scene da cow boy nello spazio. Il telefilm accontenta anche chi si vuol gustare un poliziesco senza le scontate scene di inseguimenti spericolati in macchina o i soliti clichè visti e rivisti. Ma sopratutto quello che fa gustare davvero il telefilm è quel dissacrante humor caustico fra ironia e sarcasmo che ti incolla allo schermo.  Vuoi vedere come va a finire, amando ed odiando allo stesso tempo, il protagonista.

La serie statunitense, che porta la firma di Chris Sheridan, benchè sia ambientata in Colorado è stata girata in Canada a Vancouver.  Fra i ghiacciai innevati, i boschi selvaggi, il lago e l’unica strada a fare da contorno a Patience, la piccola cittadina dove si svolge tutta la prima stagione.

LA TRAMA Attenzione Spoiler!!

L’alieno Capitano Hah Re è il protagonista di Resident Alien, un eroe al contrario che per forza maggiore si adatta suo malgrado a sopravvivere sulla Terra. E, SPOILER, fra presente, salti narrativi indietro e i avanti nella consecuzione degli eventi, si scopre avere accettato la missione di raggiungere la Terra per dissolvere tutto il genere umano.  Questo lo spettatore lo capirà dopo i primi episodi, ma è il nocciolo attorno a cui ruota tutta la vicenda.

L’ufficiale pasticcione fin da subito attira la nostra simpatia, sebbene una delle prime cose che faccia sia uccidere l’umano di cui prenderà le sembianze. Ma come non si potrebbe prendere in simpatia questo povero sciagurato che in prossimità dell’obiettivo ha un incidente, deve sopravvivere, e passa settimane in casa della sua nuova identità imparando a far funzionare questo nuovo corpo in modo totalmente buffo? Se poi scopriamo che tutto ciò che sa sugli umani deriva da ore ed ore di telefilm con Law and Order et similia, allora già siamo pronti a gustarci tutta una serie di gaffes future.

Il piano di Capitano Ha Re è semplice. Recuperare il corpo del dottor Harry Vanderspeigler, di cui ha replicato le sembianze, che è caduto accidentalmente nel lago della baita dove viveva. Ritrovare i rottami del congegno con cui compiere la missione. Tornare a casa.

Ma, come si capisce fin dal primo momento, altrimenti non si giustificherebbero gli episodi della prima stagione, nè le seguenti prossime due, questi pieni saranno intralciati da una serie di contrattempi. Insomma Ha Re alias Harry si trova impicciato con gli umani suo malgrado.

Nel paese di Patience in Colorado muore il dottore. Suo malgrado Harry non solo, essendo l’originale un dottore, si trova a dover eseguire l’autopsia, ma pure a sostituire la sede vacante. Jarry alieno venuto a sterminare l’umanità, per assurdo, deve ora salvare vite umane. Già qui il paradosso che Harry affronta con riluttanza ma, raccontandosi che non deve far cadere sospetti su di lui, non si sottrae al compito.

Gustosissime le scene in cui Harry alias Ha Re si docuenta su internet per diagnosi e cure. Un po’ lo specchio dei giorni nostri in cui la rete offre molte opportunità per documentarsi e imparare, ma è anche fonte di molte interpretazioni del tutto fuorvianti e sbagliate. Insomma in molti si rivedranno intenti a capire quali gravi malanni possano nascondere sintomi accusati. Diagnosi che nella maggior parte dei casi i medici bravi ridimensionano. Sebbene molti medici al giono d’oggi verrebbe da chiedersi se la laurea se la siano conquistata in internet. Ma questa è un’altra storia.

Harry, quello che oramai è a tutti gli effetti un resident alien, si conquista stima e rispetto di tutti. Risolve il caso. Il medico del paese è stato avvelenato, ma si è procurato la morte lui stesso, cercando di rimediare all’avvelenamento. E’ un po’ lunga da spiegare per cui vale la pena di vedere il telefilm.

Insomma Harry si inserisce nella vita di Patience anche grazie  AstaTwelvetress, assistente del dottore. Diventa l’anima delle feste di paese, obiettivo delle donne del luogo, amico e confidente del sindaco. E si scopre goloso. E, per fortuna! visto che la golosità sarà proprio ciò che spesso capovolgerà le sorti dell’umanità. Perchè nulla sclafisce l’obiettivo di compiere fino in fondo la missione. Ed è proprio per questa visione dissacrante sulla natura umana vista da un’ottica differente che nascono spesso quelle freddure che ti rendono antipatico questo buffo e maldestro umano.

Ma è propria questa coerenza con il personaggio dalla doppia natura che nasce la bellezza di Resident Alien. Mai una forzatura moraleggiante o sdolcinata, mai quel senso di dovuta redenzione in cui l’uomo si autocelebra come migliore e da meritarsi la salvezza. Insomma coerenza e credibilità regnano sovrane fino all’ultimo frame.

A cornice delle avventure di questo alieno che mai si dimentica di essere tale con cinismo, la neve che imbianca i boschi, le strade, e soprattutto il ghiacciaio che sovrasta la cittadina. Un bianco che lascia spazio al disgelo, a sottolineare non solo il tempo che passa ma anche la mutevolezza della natura, delle cose, delle persone e delle situazioni. Non un cambiamento, solo un leggero ammorbidimento.

A Patience ogni cittadino è caratteristico e, appunto, quasi una caricatura. Così abbiamo lo sceriffo che si fa chiamare Big Black, che nasconde nella sua arroganza e incompetenza il perpetuarsi di un comportamento castrante del proprio padre nei suoi confronti. Abbiamo la vice sceriffo Liv, che è la vittima remissiva, ma invece è geniale, attenta, intelligente e capace di utilizzare ogni risorsa per tamponare eventuali sue mancanze.

Ci sono il sindaco. Un giovane uomo, sempre alla ricerca della mediazione, di compiacere tutti, di fare la cosa migliore. Incapace di farsi valere è compiacente con la giovane moglie, remissivo con tutti, padre molto presente ma al contempo disattente. La moglie del sindaco è una giovane donna che è anche la preside della scuola della cittadina. Madre amorevole, moglie innamorata, ma anche sopraffatta dai suoi ruoli e in cerca di libertà.

Poi c’è Asta, stampella di Harry e di tutti. Donna forte che ha fatto molti errori nella sua vita, ma che cerca in ogni modo di rimediare. Affidabile e tutta d’un pezzo, sarà lei a condividere il segreto di Harry di essere un alieno e di aiutarlo a tornare a casa. C’è Ivy, amica di Asta e ragazza allegra che nasconde un grande dolore. Aver visto sfiorare ogni sogno di rivalsa da una vita in uno sperduto paese del Colorado quando si è fratturata durante le gare olimpioniche di snowboard. Donna forte e determinata alla fine si riscatta come eroina della situazione e amica leale.

Fra i protagonisti ci sono la vera moglie di Harry, che appare sconvolgendo la vita di tutti per poi riscomparire in un coupe de Theatre. Artista esuberante e fuori dalle righe, non capisce di stare con un Harry che non è il suo Harry. Grazie a questa superficialità si salva andandosene prima che succeda il dramma o il caos.

Ci sono poi gli antagonisti. Quindi due agenti dell’esercito che sono sulle tracce di un alieno e che recuperano il veivolo di Harry. C’è un ex addotto dei Grigi che spera di essere nuovamente rapito per rivedere il figlio rapito dagli alieni.

Infine ci sono due coprotagonisti, accanto a Harry e Asta. Due bambini. Abbiamo Max, un bambino eccezione che per una rarissima ragione genetica vede Harry nelle sue sembianze vere di Ha Re e non nel cammuffamento ipnotico della forma umana. Con Max si gioca quindi un match di lotta all’ultimo sangue. Max è il figlio del sindaco. Purtroppo nessuno gli crede o lo prende sul serio ed è anche bullizzato a scuola. Essere il figlio della preside non aiuta. Al suo fianco, si schierano Liv la vicesindaco che lo asseconda e lo ascolta.

Ma uno dei personaggi più gustosi è Sahar. Una ragazzina compagna di scuola di Max, pure lei bullizzata, ma molto, molto, molto sveglia. Sarà lei a gettare le basi per una tregua fra Max e il resident alien. Sarà lei a capire tutto l’inghippo. Harry è qui per sterminare l’umanità, così come secoli addietro altri della sua specie camminarono con gli umani ma pure li sterminarono quando giudicarono la razza umana troppo indegna di esistere.

E Harry alias alieno confermerà tutto questo in più occasioni. L’umanità è imperfetta e le imperfezioni sono causa dei mali della Terra. Di conseguenza la debolezza dell’uomo è giudicata non sopportabile.

Tutto questo senza mai scadere. come troppo spesso succede nelle pellicole che affrontano questa tematica, nel moralismo spicciolo, nel melenso, nelle ideologie. Resident Alien te lo gusti proprio perchè è schietto e diretto. Punto. Non è una lotta fra bene e male. E’ un prendere atto. Non c’è riscatto o pietismo. C’è solo l’oggi e cosa fai attimo per attimo. Tutto il resto non conta. Anche perchè lo stesso Harry ogni volta che pianifica qualsiasi cosa poi deve aggiustare un pasticcio o un contrattempo. Insomma nulla va mai per il verso pianificato o desiderato.

Vista da fuori la natura umana è caotica e incasinata. Sarebbe tutto così semplice se non fossimo imprigionati da mille infrastrutture e contorsioni mentali, affettive ed emotive. Insomma il bianco è bianco, il nero è nero, il grigio è grigio. Semplice! Niente contorsioni o ideologie. Puro pragmatismo e sincerità.

Infine abbiamo il generale Mc Callister,  Linda Hamilton, che è caccia di alieni da quando piccina vide e fotografò una astronave proprio sopra al faro dove viveva con il padre.

Insomma molti sono i riferimenti a tanta fantascienza vista. Ma ogni citazione è superata e solo sfiorata, mai copiata o sfruttata. Questa è la forza vincente di questa serie televisiva da non lasciarsi sfuggire.

Cosa rimane di Resident Alien? Che cosa ci insegna questo alieno sull’umanità? Ci pone di fronte ad una verità tanto grande quanto banale. Ossia che ognuno di noi è talmente impegnato a guardare il mondo dal proprio punto di vista ed attraverso il proprio modo di essere, che non vede la realtà nemmeno se ce l’ha di fronte agli occhi.

Ma non solo. Nel telefilm si snocciolano molte illuminanti teaorie. Quella per esempio che i governi sono interessati ad ogni ipotesi di interferenza aliena. Ogni sospetto viene preso molto sul serio. A volte in modo molto pericoloso anche solo se capiti involontariamente sulla strada loro. Si scopre che la storia dell’umanità nasconde molte storie differenti dalla narrazione unica. Infine in un gustoso siparietto in cui Harry alieno e Asta sono ad un raduno ufologico si mescolano teorie e fatti davvero intriganti per chi si interessa al tema. Per Harry ci sono molte razze aliene che interagiscono con l’umanità ed alcune ci coabitano pure.

Intrigante anche il fatto che sono due bambini a scoprire cosa succede davvero a Patience e a trovare le tante soluzioni a tutti gli step della vicenda. Perchè sono i bambini che solitamente ammettono l’impossibile e ragionano a mente aperta addottando soluzioni ingenose fidandosi della fantasia.

Detto ciò, senza spoilerare il finale, non resta che attendere la seconda stagione in attesa poi della terza che in America sta già andando in onda.

 

 

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