MUSEION DI BOLZANO SCRIGNO DEL CONTEMPORANEO
Se l’Arte è lo specchio del suo tempo, l’Arte Contemporanea, esposta al Museion di Bolzano, esprime un sentore di risacca e sospensione.
Il Museion di Bolzano ospita in allestimento fino al 2 marzo la mostra Among The Invisible Joins. Opere dalla Collezione Enea Righi. La mostra inaugurata il 28 settembre scorso, raccoglie una serie di opere di artisti contemporanei espresse in forme pittoriche, scultoree, fotografiche.
Noi ci siamo stati e ci si è aperto un mondo.
Per godere pienamente della bellezza del Museion, il consiglio è quello di giungervi dal Talvera. In questo modo si potrà godere a pieno dell’impatto visivo di questa struttura a cubo futuristico che si staglia all’orizzonte proprio all’ingresso del centro storico di Bolzano. Il Museo di Arte Moderna e Contemporaea di Bolzano infatti porta la firma dello studio di architettura KSV di Berlino. Ed assieme al ponte pedonale e per biciclette che attraversa il Talvera del 2008 da l’idea di traghettare il visitatore in un mondo parallelo in cui le geometrie disegnano un bisogno di ordine e rigore.
Ci si chiede spesso dove siano i giovani, cosa racconti l’arte contemporanea, quali urgenze smuove la sensibilità dell’artista di oggi. Ebbene Among The Invisible Joins cerca di dare una risposta. Può piacere oppure no. Può essere troppo lontana dall’Arte che ci è famigliare e che ci parla del nostro passato. Tuttavia il percorso espositivo si snoda attraverso le visioni degli artisti di oggi che guardano il mondo con i loro occhi.
Ne esce un mondo alieno, dove molto spesso l’artista è in cerca del suo posto in un mondo che non sente suo. Traspare sofferenza, senso di abbandono, incomprensione e tanta, tanta ricerca. Così opere che potrebbero apparire vuote o banali, invece trascendono la materia e la forma per questo sentore di Apocalisse. Come se l’Orologio dell’Apocalisse ticchettasse troppo fortemente al cuore delle sensibilità artistiche.
Microcosmo e macrocosmo si confrontano e ogni aspetto della società viene lacerato. Come a indicare la chiara consapevolezza di un’epoca che sta finendo mostrando la piena della sua decadenza. Mentre si cerca di guardare al nuovo che dovrebbe arrivare, ma che appare sfumato e difficile da intravedere, come se non ci fosse più lo spazio per i sogni, gli ideali, la progettualità. Una nave in balia delle onde di un mare in tempesta con la ciurma tutta intenta a tappare le falle.
Così varcate le porte del Museion di Bolzano si viene accolti da un cielo di nuvole grigio argentate. Una via di mezzo fra i cieli con i nuvoloni neri che presagiscono la tempesta imminente e uno specchio in cui l’umanità può vedersi, piccola, deforme e chiusa in se stessa. E già sulla soglia il senso di maceria e rovina viene riversata da una immana crepa da cui si vomitano tubi e infrastrutture. Lo specchio di decadenza della nostra epoca, sempre più simile alla Gloriosa Roma, il giorno prima della sua caduta, oppure il regno dei Dinosauri, spazzati via in quattro e quattr’otto da un enorme meteorite nel giro del tempo di un tremendo impatto. Rimane lo specchio di quella che si percepisce una società in declino, orfana, mercificata, senza passato e dolorosamente senza futuro.
Se ci si lascia avvolgere dal linguaggio dell’arte, ecco che le voci iniziano a sussurrare all’anima sensazioni ed emozioni contrastanti, ma intense. E quello che rimane è sofferenza. L’empatia con la sofferenza interiore di una generazione che si sente impotente in un mondo che non ascolta, non vede e non da spazio alla bellezza. Forse la dstopia sta davvero prendendo il sopravvento e l’artista si sta trasformando in sciamano di una nuova era. Una volta combattuti i demoni che si porta dentro e trovata la pace interiore.
Il Museion è visitabile dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 18. Il giovedì la chiusura è posticipata alle ore 22.
Tutte le info qui https://www.museion.it/it/