IL TEATRO SOTTERRANEO DEI SOTTERRANEO TEATRO

Un gradito ritorno in Trentino, quello dell’effervescente compagnia teatrale fiorentina, i Sotterraneo Teatro. Dopo “Overload” la compagnia Premio Ubu, ripropone L’Angelo della Storia.

Il teatro sotterraneo dei Sotterraneo Teatro, locuzione che pare un gioco di parole e uno scioglilingua ma ne disegna la cifra stilistica, si veste di filosofia contemporanea, ma alla fine porta in scena la realtà spiccia delle piccole cose della vita. Insomma inconsapevolmente il prodotto è più vero del pensiero di cui si vuole infarcire. Perchè il vero valore e il grande merito di questa giovane (visto che oggi i giovani sono i quarantenni ndr) compagnia è quello di andare in scena in modo acritico e non giudicante.

Lo spettacolo è abdato in scena al Teatro di Pergine Valsugana il 27 novembre.

 

 

Cifra stilistica, già apprezzata in Overload, è la fisicità dirompente, il ritmo incalzante, l’intreccio spiazzante, l’ironia graffiante, il talento spumeggiante e l’idea vincente. E tutto sarebbe perfetto se poi ci si fermasse lì. Perchè dal palco ciò che arriva è proprio la nuda realtà. La fotografia con cui si disegna ogni frame, ogni diapositiva.

Volendo proprio andare all’osso il Teatro Sotterraneo vince perchè, alla ricerca di una indagine di riflessione, inconsapevolmente, svela il segreto dell’esistenza. Ciò che spiazza è che non è nemmeno consapevole. Così impegnato, fuori dal palco, in quell’autoerotismo mentale di pensiero filosofico ed intellettualoide attingendo a guru come Harari e Benjamin. Molto di moda, forse per questo così gettonati da chi lavora di cultura. Perchè conformarsi e strizzare l’occhio piacione porta il pane in tavola. Forse troppo di moda. Tanto da non accorgersi nemmeno del messaggio che teorizzano. Così fra suggestioni da Angelus Novus a Homo Deus o Sapiens, presi a prestito da Harari e Benjamin, ofuscano le insidie di un presente che proprio chi fa cultura nemmeno riesce più a leggere.

 

L’idea dell’incontro con l’autore o il regista è sempre insidiosa, perchè nel salotto letterario si rompe la magia e si scoprono le carte. Così non mi puoi citare la foto storica della parata nazista con la folla intenta al saluto romano e un unico uomo a braccia conserte, credendoti quell’uomo, mentre inneggi Harari. Il guru della nuova realtà orwellaiana. Quello stesso che ipotizza la ineluttabile società del controllo invasivo tecnologico sull’uomo. Quello stesso che definisce l’umanità come enorme inutile ammasso di divoratori di risorse. Facciamo attenzione a chi prendiamo come riferimento. Ci crediamo Gaber e ci scopriamo Marlene Dietrich magari.

 

 

Attenzione a farsi affascinare dall’ultima moda intellettuale che mescola filosofia e neuroscienza. Forse non tutti sanno che l’amatissimo Freud con molte delle sue teorie che hanno fatto da faro di molte menti per decenni, è oramai soppiantate. Attenzione quindi a non cadere nel tranello di credersi paladini della giustizia, finendo invece per somigliare di più alla elite ricca, stanca e viziata che discute di come dovrebbe essere il mondo dalla clinica dei ricchi della Montagna Incantata della penna di Thomas Mann. Casualmente ispirata proprio alla stessa che si trova, guarda un po,’ a Davos.

Eppure il teatro sotterraneo dei Sotterraneo Teatro vive di vita propria e illumina con la sua verità il teatro. perchè la prima grande verità che il teatro Sotteraneo porta in scena è la caustica ironia della Vita, il cinismo disarmante di cui si veste il destino, quel senso del grottesco di cui si colora a volte o spesso la gretta normalità.

Cos’è il tempo? Che relazione hanno tempo e storia? E’ davvero insito nell’uomo il desiderio di narrazione?. Davvero un albero che cade in Amazzonia, se nessuno lo sente fa rumore?

Perchè questo è il vero segreto dell’esistenza umana. Forse inconsapevolemente e senza volere i Sotterraneo ce ne svelano il mistero. Ed ecco che quando la filosofia incontra invece la fisica quantistica il miracolo si compie e si vede la luce. Perchè a quel punto si indaga il mistero.

Meccanismo che vince non si cambia, L’angelo della storia rimanda subito ad Overload per struttura. Così lo spettatore viene bombardato da imput, storie che si incrociano. Ami da pesca metaforicamente lanciati in acqua che poi vengono lasciati lì per lanciarne un altro e poi riprendere, rilanciare, lasciare e riprendere. Ami fatti di storie. Le piccole storie di piccole vite, all’ombra della Grande Storia.

Si indaga quello che viene teorizzato come il bisogno di narrazione dell’uomo, per mettere in scena la realtà del fatto che ogni uomo ha la sua storia. Che ogni storia merita di essere raccontata. E che ci sono storie più emblematiche di altre che emergono dalle tante storie perchè inverosibili, parossistiche o talmente assurde da poter sembrare inventate.

 

Su e giù per il tempo della storia dell’uomo, dal 10mila avanti Cristo al preciso istate della messa in scena con il pubblico che diventa pure lui storia nella storie delle storie, si aprono queste finestre di verità.

Se l’umanità è sopravvissuta alle insidie del tempo, forse è proprio grazie al suo istinto di sopravvivenza. Perchè dunque oggi la crem della crem dei filosofi da seguire invece demonizza l’istinto a favore del ragionamento superiore? Non c’è nulla da fare: Homo lupus Homini è e rimane. Fa parte della sua natura, lo dimostra proprio tutta la narrazione delle narrazioni della storia umana. Alla fine, anche se ripulito e reso comodo dallo sviluppo tecnologico, l’uomo è esattamente quello che si scaldava al fuoco nelle caverne.

Proviamo a togliere ad un gruppo di intellettualoidi le comodità e portiamolo in una caverna. Nel giro di pochissimo tempo vigerà la legge del più forte e si scateneranno gli istinti primordiali. Quelli stessi che bruciano sotto la cenere nei salotti bene in cui si discute di fratellanza e letteratura.

L’ideologia è sorella dell’utopia. Ormai dovremmo averlo capito. Chi sogna di snaturare l’uomo della sua vera natura, è di per se già un militate del futuro orwelliano che a parole combatte. Perchè dovrebbe appunto snaturare la natura umana e questo si fa in pochi modi, solitamente violenti o invasivi.

Invece di tanti teorici del tutto slegati dalla realtà, forse accanto al letto sul comodino, dovrebbe ricompare un buon Platone. Una bella rilettura onesta non farebbe male.

 

Perchè poi tutte le storie che si srotolano in scena ne sono l’esempio. Balene spiaggiate per l’ostinata perseveranza di seguire senza alcuna critica il capo branco. Anche quando è palese che abbia perso la bussola.  L’orchestrina del Titanic che suona fino all’ultima nota di fronte all’ineluttabile disastro per quel senso del dovere e la cecità di non capire la situazione. L’intellettuale giapponese votato al suicidio esemplare come gesto di rivolta che non capisce l’inutilità di opporsi ad un’epoca che non esiste più. Gli adepti di una setta che seguono senza farsi domande il guro di turno in un suicidio collettivo, attraverso il quale assurgere a chissà quale ascesi.

Che dire poi della fiducia in chi ci governa. Esempio eclattante, uno su tutti. Il destino legato al film Il conquistatore che uccise John Wayne così come gran parte di chi fu su quel set. Peccato che proprio quel set stesse in zona radioattiva. Sì, perchè i test sul nucleare sono stati innumerevoli, spesso anche fatti a casa propria. Ma se le autorizzazioni c’erano e le rassicurazioni pure, perchè sospettare che scienza e politica dovessero mentire, o sbagliare, o minimizzare un pericolo, o nascondere un problema?. E’ proprio vero che la Storia non insegna e si ripete ad ogni occasione. Peccato che dovrebbe avere occhi per vedere e strumenti per capire, non vede e non capisce.

 

Eppure la Storia è là, davanti ai nostri occhi. Forse però è proprio quel far parlare la coscienza intellettuale, quella del ragionamento e non dell’istinto primaria tanto dsprezzata dall’intellettuale, crea una serie di infrastrutture che alla fine davvero ci fano agire per pareri e giudizi. Quanta presa ha a questo punto la propaganda. Quanta forza ha la manipolazione, sopratutto nel momento in cui hai comperato ogni forma di megafono e mezzo di diffusione.

Il metodo migliore per conquistare un popolo non è certo sottometterlo, ma è educarlo e plagiarlo. E questo passa inesorabilmente dall’istruzione, dalla cultura e dai mezzi di comunicazione.

E pazienza per la storia del gatto che erdita una fortuna riportata da tutti i media come vera. Dopo un clamore mediatico mondiale, sarà l’autore della bufala a chiarire il fake. Questo a dimostrazione che nessuno è infallibile e di fake news è pieno il mondo ovunque. Pure i media spesso alimentano notizie false e questa ne è una prova. Avranno fatto un mea culpa, avranno ritrattato? Noi dubitiamo. Vietato perdere la faccia, è la prima regola di questo mondo.

Ma poi sul palco si susseguono le storie. Abbiamo anche quindi la povera regina il cui corpo è solo incubatrice per un erede che non arriva fino al sedicesimo parto. E poi l’artista che si fa creare con la genetica un coniglio verde fluorescente, così, perchè ormai è possibile. E chissà che altra china potrà prendere il pasticcio della genetica, che oggi è la nuova frontiera della scienza. La nuova fede a cui ci si inchina abdicando ad ogni critica o recinto morale.

 

 

Ed ancora. In questo put pourri umano trova spazio sul palco il lancio della prima navicella fai da te. Con il suo astronauta dilettante che effettivamente si alza in volo solo per poi morire spiaccicato a terra nel rientro. E quanto è beffardo il destino a farti morire dopo averti deluso. Missione di successo che però distrugge la tua convinzione. La Terra non è piatta.

Viene ricordata la storia del combattente giapponese che per 29 anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale difende la posizione convinto che la guerra non sia finita. E sempre degli anni bui abbiamo da un lato la govane partigiana che suona imperterrita il pianoforte tutto il tempo utile a coprire le voci delle riunioni clandestine. Dall’altro ancora i due soldati nazisti il cui unico cruccio è posizionare le piante nel miglior modo di fronte ai forni dei campi di sterinio. E infine lo stesso Benjamin suicida in una camera d’albergo.

 

Il filosofo infatti ingerisce una dose di morfina letale terrorizzato dall’idea di cadere nelle mani naziste in una camera d’albergo. L’attesa dei documenti per il consenso all’ingresso in Spagna, per la beffa del destino, arriverà con il cadavere ancora caldo. Magari un briciolo di fede avrebbe cambiato il destino.

Povera statua di Lenin nel punto più remoto dell’Antartide che guarda passare il tempo con il suo ritmo. Il suo ritmo. Teniamolo bene a mente, perchè il Sotterraneo Teatro si interroga sul tempo. Se guardi la storia e le storie come tempo lineare con un inizio, uno svolgimento ed una fine, quello che hai è una linea. Una sorta di insieme di fotogrammi che compongono la pellicola di un film.

Oggi però la fisica quantistica spiega che il tempo è circolare, ossia si chiude su se stesso. Tutto esiste contemporaneamente, presente, passato e futuro. Siamo noi, nel limite della nostra forma fisica che lo percepiamo come linea, o se vogliamo, come narrazione. Ma Haiddeger, anticipando di qualche centinaio di anni la quantistica, già diceva come noi siamo il momento in cui viviamo. Il momento dopo siamo già un’altro per l’io dell’attimo prima, che non è lo stesso di quello dell’attimo precedente.

Gnosi auton, Conosci te stesso, capeggiava sul tempio di Apollo a Delfi, come un faro per l’umanità. Solo scendendo nell’inferno che abbiamo dentro, possiamo davvero conoscerci tanto da intravedere il senso della vita. Quella narrazione unica e personale che è una goccia nell’oceano della Storia, ma senza la quale la Storia non avrebbe valore di esistere.

Ed ecco, ironia della sorte, il vero eroe è Stanislav Petrov. Quel russo che disobbedendo al protocollo, ragionando d’istinto, usando il cuore, pensando fuori dagli schemi, andando contro tutto e tutti, una notte in cui tutto avrebbe potuto finire, sceglie di salvare il mondo. La beffa delle beffe per tutto il ben pensare odierno.

Voto 10. L’Angelo della Storia senza volere, senza nemmeno esserne conscio, è uno spettacolo geniale, onesto, vero. Un piccolo seme silente che può parlare a cuori e coscienze e come la goccia d’acqu chea scava il suo percorso per arrivare alla superficie. Quando l’opera supera il l’idea e l’istinto prevale sull’intelletto. Perchè la vita è ironica, il destino beffardo e la sorte cinica in fondo. Il trucco e guardare con il sorriso e coglierne il lato buffo.

SOTTOPALCO

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