Ex Otago: rimanere se stessi al di là del successo senza scendere a compromessi

Chiude Solstizio d’Estate il concerto con gli Ex Otagolive sabato 24 giugno 2017 alle Cantine Mezzocorona Ore 20 la musica riempirà di note la calda notte d’estate con la band che la critica di settore indica in perfetto equilibrio fra il mondo indie e il mainstream. Di loro scrive da Repubblica a Il secolo XIX ai blog indipendenti.

A Mezzocorona presentano un mix fra l’ultimo lavoro discografico “Marassi” e i brani con cui si sono fatti apprezzare. Il live sarà aperto dalla reggae band trentina Rebel Rootz. Con Maurizio Carucci, front man del gruppo genovese si è parlato del loro rapporto con Genova, con i ragazzi e con la filosofia del vivere.

La critica di settore vi mette sempre in relazione con Fabrizio De Andrè, di cui per nascita ligure, avreste preso l’eredità. Come vivete questo paragone?

Ogni volta ne rimaniamo straniti perché sebbene abbiamo seguito la sua cultura cantautorale, che lui ha saputo portare in tutta Italia e anche in Europa, e da cui siamo stati influenzati ovviamente, coltiviamo uno spirito molto diverso. Se a volte quella nota poetica agrodolce assomiglia a quella di De Andrè abbiamo una nostra personalità ben determinata. Stimiamo il valore, la poetica e la musica di De Andrè ma ci smarchiamo da questa eredità, anche se a Genova il paragone con la sua presenza è talmente forte che si fa fatica a trovare una propria collocazione. Soprattutto con “Marassi” poi, direi che abbiamo provato a dire qualcosa di molto diverso sia musicalmente che nella poetica. Usiamo il linguaggio del pop e facciamo una critica sociale, ma la nostra arriva dal popolo di cui facciamo parte, mentre De Andrè la vedeva dal suo posto privilegiato. Marassi lo abbiamo vissuto da dentro con tutte le contraddizioni e i problemi

Quindi qual è la cifra distintiva di Ex Otago?

Ci preme divertirci e divertire, nel senso di coinvolgere, facendo musica. Ma se la musica diverte, al contempo deve anche far ragionare e magari ispirare in chi ascolta nuove possibilità che non aveva ancora preso in considerazione. Raccontiamo cosa si vive essendo giovani oggi. Crediamo di aver qualcosa da dire e che i giovani abbiano il diritto di dire la loro, di sbagliare anche perché è dagli sbagli che si impara. I sessantenni ci hanno lasciato una terra in semi agonia e penso che non sia facile accettare critiche da chi ha fatto peggio di noi.

Che soluzioni offrite?

Noi non facciamo i profeti e non abbiamo risposte, ma raccontiamo da un punto di vista inedito le contraddizioni da cui siamo circondati e della nostra epoca. Il caos, la frenesia il fatto che non si deve più delegare ad altri la salvaguardia dei nostri pensieri e delle nostre convinzioni o azioni. Inoltre in Marassi c’è quanto i giovani d’oggi non si risparmino e come si debba accettarsi.

I ragazzi sono disorientati?

Viviamo in un’epoca in cui si hanno migliaia di possibilità che però non facilitano la vita. Tuttavia i ragazzi sono pieni di risorse e, permettetemi l’espressione, han sempre fatto figate. Ho più fiducia di un diciottenne che di un cinquantenne, anche se non conta l’età ma quello che uno pensa e vive, tuttavia incontriamo tantissimi giovani positivi, preparati e lucidi

Nel senso di formazione o di crescita individuale?

Credo che i ragazzini d’oggi si trovino sulle spalle responsabilità gigantesche, il riscaldamento globale, il rischio di una terza guerra mondiale, le tensioni sociali ….con l’informazione alla portata di tutti il rischio è quello di sovvracaricarsi anche se si diventa più svegli e si hanno più strumenti per risolvere il problema. Incontro bambini responsabili che mi fanno prendere coscienza come la banalità di venir ripreso bevendo da un bicchiere di plastica perché invece potrei bere da un bicchiere di vetro che poi lavo e riutilizzo, mentre le generazioni più grandi si sono lasciate prendere da questo consumismo sfrenato. Forse dovremmo tornare ad uno stato di sana povertà, nel senso di essenzialità. Il fatto che mi ci abbia fatto riflettere un bambino mi fa pensare

https://www.youtube.com/watch?v=xEKoQ1gcewA

Chi sono quindi Ex Otago?

Sono una formazione che deve tenere la barra dritta per non perdere la libertà di dire ciò che vuole e di fare la musica che ne delinea la personalità. Rimanere fedeli e riconoscibili è l’impegno in un periodo in cui possiamo permetterci una produzione che regalerà al live una forma potente. Siamo felici di venire in Trentino a suonare, io personalmente vengo a fare delle camminate in montagna perché sono legato alla terra dove dovremmo tornare. Ho un’azienda vinicola e alterno il lavoro creativo al sporcarmi le mani coltivando viti. Una scelta di vita che consiglio per il bene del pianeta.

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