CHICOS MAMBO DANZANO IN TUTU

Lo spettacolo Tutu dei Chicos Mambo sta entusiasmando il pubblico trentino della danza con lo spettacolo che ironizza ma soprattutto danza.

I Chicos Mambo danzano in Tutu la danza. Non è una frase sconclusionata, è proprio che i Chicos Mambo, diretti da Philippe Lafauille, istrionico coreografo che oscilla fra genio e sregolatezza, ripercorrono in 24 quadri la storia della danza. E lo fanno a modo loro.

Tanto per incominciare i Chicos Mambo sono una compagnia maschile. E, tanto per continuare, sul palco si presentano in tutu, quel classico costume di tulle e body della danza classica femminile. Non mancano scarpette con le punte, ma anche tacchi e parrucche lunghe con abiti di chiffon.

Nel ventennale della creazione di Tutu, che vedeva la luce nel lontano 2014, i Chicos Mambo tornano quindi in una tournee teatrale in tutto il loro smalto. E il pubblico premia, perchè sa che con Tutu e i Chicos Mambo si ride. Tuttavia ciò che va premiata è la danza, perchè i momenti migliori dello spettacolo sono quelli in cui si danza per davvero. Poi, le gags, le facciette buffe, gli urletti e i momenti di teatro comico, sono in più, e, a volte, quasi di troppo.

Costumi vistosi e cambi repentini in scena per uno spettacolo che cuce una sorta di bignami della danza. Sul palco si passa dal Lago dei Cigni, alle passerelle femminili di Pina Bauch, le ginnaste della Comaneci, alla Sagra della Primavera. Senza dimenticare i balli di sala con ritmi latino americani e poi la citazione di Dirty Dancing. Uno dei momenti più interessanti il tango e sicuramente il Bolero di Ravel. E poi la cesura fra danza classico e il ballo Haka dei Maori, quasi un contrasto fra femminilità e linee con la forza celebrata dal canto Maori, una sorta di avvertimento tutto maschile alla battaglia.

Citazioni continue quindi dai passi che hanno fatto la storia della danza classica, alle evoluzioni moderne della danza contemporanea più meccanica e ipnotica, una citazione a Carlson, Saarinen e altri. Tanto che per il pubblico la sfida è cogliere più citazioni possibili e capire la visione di Lafauielle. E se da un lato si può vedere l’ironia, dall’altro, a volte, sembra una forzatura alla risata.

Ciò che conta però è la danza e quindi anche il gioco può starci se poi quando i Chicos Mambo ballano, lo fanno davvero bene, su punte, tacchi, calzini o piedi nudi che siano.

E, come sempre, lo spettacolo di danza non è solo danza e costumi, ma è allo stesso tempo anche luci e musica. Davvero interessante il gioco di luci, pure quando a ballare ad un certo punto sono solo le mani. Bello anche l’escamotage della figura in nero su sfondo nero, sia utilizzata in modo scenografico, che poi ironizzata in modo comico. Insomma ad uso e consumo, come dire, il trucco c’è, e rende affascinanate un pezzo, ma il trucco si può anche svelare e ci ridiamo su.

La musica. Nella danza la musica è il protagonista accanto ai danzatori. E, Tutu dei Chicos Mambo è una colonna sonora di taglia e cuci, delle più belle musiche della danza. Da quelle classiche come The Swan a quelle elettriche moderne ossessive e ipnotiche, alla finale Jazz Suite N 2 VI Waltz II di Shostakovich.

Insomma genio e sregolatezza. Da un lato coreografie e regia che esaltano le doti artistiche dalla compagnia di ballo. Dall’altro una ironia forse ecessivamente da cassetta a volte quasi sguaiata come contraltare.

E, il pubblico applaude, a scena aperta e a più riprese. Infine si scatena sull’immancabile finale che tutti si aspettano. Quello in cui il coreografo Lafauille esce sul palco e fa ballare platea e palchetti. Così anche a Teatro Sociale, per tre serate di replica, il 19, 20 e 21 dicembre, si è respirata quella atmosfera fra “Su le mani!” da dj set, a momento di animazione da villaggio turistico a ora di zumba, con Lafauille entusiasta di aver diretto e coinvolto anche il freddo pubblico trentino.

Si esce da teatro però con quel retrogusto di come in fondo sia semplice plagiare le masse e creare quella pressione sociale per cui il gruppo guarda in malo modo chi magari non sceglie di partecipare. Come se l’individuo non ha il diritto di avere una sua libertà di scelta. Si può aderire e divertirsi, ma in fondo alla coscienza c’è quella vocina che stona e vede come in fondo è facile far fare alla gente ciò che si vuole, quando si conoscono i meccanismi psicologici da muovere e smuovere.

SOTTOPALCO #VISTOPERVOI

Voto 7. In fondo ironia e umorismo potrebbero anche avere più stile. Se vuoi far riflettere non per forza devi trasformarti in un clown. Ci sta quindi che una clip di Tutu sia andata a Italia’s got talent e la pseudo giuria nemmeno ha capito cosa avesse visto. Evidentemente non hanno mai frequentato una stagione di danza.

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