Tim Hecker chiude Musica Macchina a Rovereto

Con un appuntamento dedicato alla sperimentazione elettronica e in collaborazione con Distretto 38, conclude questa sera 24 maggio 2017 la rassegna Musica Macchina, Ospite della serata borderline fra musica colta contemporanea e sonorità dell’elettronica, il cui minimo comune denominatore è la sperimentazione, è il canadese Tim Hecker che per l’occasione presenta al pubblico il suo ultimo lavoro.

Musicista giudicato fra i personaggi più influenti e di maggior successo della sperimentazione elettronica degli ultimi quindici anni, Hecker è autore di una ricerca peculiare ed innovativa. Un appuntamento quindi di grande interesse quello che apre le porte di Auditorium Fausto Melotti di Rovereto alle ore 21, per un ultimo appuntamento che può accontentare i diversi generi musicali e che segna la chiusura della rassegna ideata dal Centro Servizi Culturali Santa Chiara, Musica Macchina, che ha indagato la creazione musicale contemporanea mediate anche attraverso lo strumento tecnologico.

Ancor di più per l’occasione di ascoltare l’ultimo lavoro di Hecker “Love Streams”, album in cui l’autore si è misurato con musiche a sfondo religioso rifacendosi alle partiture rinascimentali del compositore franco fiammingo Josquin des Prez. Al riguardo Hecker avrebbe dichiarato in un’intervista al The Guardian “Faccio musica pagana che danza sulle ceneri di una chiesa bruciata”.

Tim Hecker produttore discografico, musicista di musica elettronica e artista sonoro canadese residente a Montreal iniziò a comporre musica modulando il rumore bianco dopo averlo registrato da fonti radio. Era il 2001 quando pubblicò il suo album d’esordio “Haut Me, Haut Me, Do It Again”. Ne seguirono altri di cui “Radio Amor” del 2003, “Harmony in Ultraviolet” del 2006, “An Imaginary Country” del 2009 e “Revedeath 1972” del 2011. Il consenso della critica fu unanime e positivo  e collocò Hecker fra gli artisti sperimentali di punta della musica elettronica contemporanea, La sua musica, che a volte viene definita un genere ambient strutturato, esplora quel particolare intersecarsi fra rumore, dissonanza e melodia. Nel corso della sua carriera Tim Hecker ha avuto modo di collaborare con artisti del calibro di Ben Frost e Oneohtrix Point Never, con cui ha lavorato in tandem per l’album Instrumental Tourist  del 2012.

Prima di approdare a 4AD ha inciso, fra le altre, per etichette come Room40, Mille Plateaux, FatCat e, soprattutto, Kranky. Tim Hecker collabora stabilmente anche per compagnie di danza contemporanea e come autore di installazioni nell’ambito della sound art. Le sue performance dal vivo hanno toccato i festival più importanti al mondo, come Sonar, Mutek, Primavera Sound, Victoriaville, Vancouver New Music Festival e Transmediale. Il suo ultimo album, Love Streams ha segnato una svolta nel suo sound, maggiormente improntato sulla melodia, il vocal loop e i suoni organici.

Si tratta di un lavoro in cui l’artista evolve le dense orchestrazioni ambientali del precedente Virgins rielaborandole in una chiave più melancolica e melodica. Costituiti da strati di tastiere, cori e fiati registrati in studio e trasfigurati attraverso l’uso di complessi software, gli undici brani del disco traducono l’ispirazione per i lavori corali del Cinquecento in un linguaggio post-contemporaneo, fatto di risonanze digitali e fantasie sintetiche.

 

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