Instincts Istinti.

Istinti. Cosa contraddistingue l’uomo dall’animale?

Normalmente si concorda affermando come lo sviluppo del pensiero e la ragione siano i requisiti fondamentali che guidano la vita dell’uomo e ne influenzino le scelte.

Nel mondo animale viceversa il ciclo di vita ed il comportamento appare dettato soprattutto da ciò che chiamiamo istinto.

Identifichiamo l’istinto come quell’insieme di pulsioni ed azioni non mutuate dall’esperienza dalla quale non vengono in nessun modo plasmate obbedendo massimamente a stimoli innati ed in qualche modo pregressi.

L’animale non è perciò nelle condizioni di poter elaborare un sistema di vita alternativo a queste leggi rispondendo sostanzialmente ad esso.

L’essere umano nonostante abbia sviluppato con l’evoluzione una propria capacità interpretativa ed uno specifico uso dell’intelletto inteso come elaborazione del pensiero, mantiene esso stesso caratteristiche fortemente istintuali.

Tant’è vero per esempio che si parla normalmente tanto nell’uomo che nell’animale di istinto di autoconservazione e istinto di autoaffermazione.

In psicoanalisi e così pure in filosofia si riconoscono altresì come proprie della natura umana l’istinto di aggressività e quello di distruzione a cui viene contrapposto un possibile predominio della razionalità.

Nel mondo moderno e super evoluto che vede l’uomo compiere enormi progressi in ogni campo scientifico e tecnologico, resiste tuttavia una fortissima componente irrazionale che concorre essa stessa all’evoluzione.

Ne è la riprova il costante avanzamento delle tecnologie belliche che rispondono però oggi come sempre all’istinto di aggressività e predominio più che a quello di autoconservazione.

Il percorso espositivo cerca di sviluppare questi contrasti attraverso l’arma dell’ironia con scelte cromatiche decise e dichiaratamente pop, servendosi degli animali sia in quanto vittime del delirio di onnipotenza dell’uomo e del suo tentativo di predominio sulla natura, sia confondendone il ruolo ed identificandoli orwellianamente con il loro carnefice cioè l’uomo stesso con i suoi primordiali istinti.

L’utilizzo sistematico dei soldatini in plastica,espropriati dalla loro funzione di gioco infantile e impiegati unicamente come simbolo di conflitto, offre una lettura immediata da parte dell’osservatore ma sembra anche confermare il sospetto che l’istinto all’aggressività descritto da Freud sia non solo innato ma anche più o meno consapevolmente insegnato e reso in qualche modo accettabile attraverso una sinistra Educazione bellica.

locandina instinct

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