LIVE WORKS – la riflessione di Fies sulla performance contemporanea. Drodesera istruzioni per l’uso/2

È un festival nel festival LIVE WORKS – Performace Act Award, la quarta edizione della piattaforma dedicata alla performace contemporanea emergente, che vedrà la sua fase finale da lunedì 25 a mercoledì 27 luglio alla Centrale Fies di Dro, all’interno del 36°Drodesera dal titolo WORLD BREAKERS.

Come ogni anno, anche nel 2016, LIVE WORKS è iniziato con un bando aperto ad azioni performative di varia natura, collezionando 250 candidature da 27 paesi diversi, da cui sono stati selezionati i nove finalisti in scena nei prossimi giorni alla centrale. Gli artisti finalisti hanno avuto la possibilità di un intero mese di residenza creativa, supportati da un programma giornaliero specifico che ha permesso loro di concentrarsi sulla propria produzione ma anche di riflettere in senso più ampio e condiviso sul significato del concetto di performance.

A chiudere il percorso degli artisti in residenza saranno le loro esibizioni durante le tre serate a Drodesera, sotto lo sguardo attento della giuria internazionale e tre guest performer internazionali ad aprire la scena: Nástio Mosquito (AO), Pauline Curnier Jardin (FR) e Guido van der Werve (NL).

Ma cosa ci racconteranno gli artisti di Live Works?

Cosa dobbiamo aspettarci da queste proposte emergenti? Una serie di performance godibili, alcune narrative, altre fortemente legate al mondo dell’arte visiva. È questo il caso per esempio di Sven Sachsalber, artista italiano di base a New York, che durante la residenza ha creato una serie di cubi di legno dipingendone i vari lati di colori diversi, protagonisti della sua performance “Cubi”, lunedì 25 tra le 19 e l’una nella sala Comando. Oppure del lavoro di Rosa Sijben, “Luggage Sculpture, a piece of performance”: l’artista, che vive e lavora ad Amsterdam, ha creato un oggetto solido di peso e misura equivalenti al massimo consentito dal regolamento sui bagagli a mano della compagnia con la quale l’artista viaggia per raggiungere l’Italia e si interrogherà sulle conseguenze della presenza di questo oggetto: l’ingombro, la pesantezza dell’oggetto rappresenteranno il contenuto performativo mentre il tempo sarà un’altra variabile importante: quando – si chiede l’artista – una performance inizia e finisce? (mercoledì 27 ore 19.30).
Deviazioni dalle arti visive è rappresentato dal lavoro di Brud, “Group Theory” (mercoledì 27 dalle 21.30) che trasformerà la Sala della Turbina in una camera oscura.
Anche il cinema con le sue visioni è presente nelle opere di Live Works. Attacchi, reazioni, spari e cadute cinematografiche saranno protagoniste in “The quick brown fox jumps over the lazy dog”, di Quenton Miller. Mescola cinema, musica e iconografia anche Teresa Cos in Audi, Vide, Tace (si vis vivere in pace), dove il percorso guiderà il pubblico nella trasfigurazione delle tre scimmie sagge, che si coprono occhi, bocca e orecchie, figure dalla cultura orientale trasferite (e trasformate) a quella occidentale, che dal significare fermezza morale, sono invece diventate simbolo di individualismo e indifferenza sociale (martedì 26, 19.00/23.00/24.00).

E ancora con la telecamera giocherà anche Maxim Bichon in “Like a Flag within a Frame”, che nel suo percorso riflette e fa riflettere il pubblico sull’autonomia e il sostegno di cui abbiamo invece bisogno (martedì 26 ore 20). Immagini e narrazioni per immagini al centro anche del lavoro dal titolo “Browsing” firmato Marion Menan: qui l’artista proporrà un esercizio interminabile, una ripetizione continua alla ricerca di significati (mercoledì 27, 20.30/23.00).

Autobiografico e centrato sul suo Entwicklungsroman (romanzo di formazione) sarà il pezzo di Evelyn Brosi Doyle,Thuis/ At Home”
I wish I could dance as M.J.” è invece il lavoro di Jacopo Jenna, giovane artista italiano che mette in relazione attraverso il movimento corporeo due grandi icone, Merce Cunningham e Micheal Jackson, due diverse ma ugualmente rivoluzionarie figure della danza mondiale (26 luglio, ore 19.30/22.30).

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