Il nuovo spettacolo di Andrea Brunello Un Piccolo Pallido Pallino Blu tutto da salvare

Ci vuole il suo tempo per lasciar sedimentare la sensazione che assale all’uscita da “piccolo Pallido Pallino Blu”, il nuovo, più che nuovo ultimo, spettacolo di Andrea Brunello per Arditodesio. Ma che il teatro “smuova” è forse proprio il suo compito e quindi un elogio all’autore, ideatore ed anche unico attore in scena Brunello, perchè ha centrato il nocciolo.

Era fine maggio, il teatro di Trento ad ospitare la versione completa dello spettacolo era il Cuminetti e “Piccolo Pallido Pallino Blu” arrivava in città sull’onda di un debutto importante estero e anche in suolo italico.

Pubblico poco, curioso e composto in gran parte di addetti ai lavori, daltronde appunto la curiosità era tanta, sopratutto per quel debutto importante e poi il tour nazionale da cui arrivava.

Eppure “Piccolo Pallido Pallino Blu” ti lascia la stessa sensazione di uno di quei tanti film fra fanta politica-scienza-apocalittica in cui non si arriva mai ad un dunque, si buttano lì tante idee ma poi i buoni si salvano e anche i cattivi si salvano e tutto rimane in superficie.

Andrea Brunello

Andrea Brunello

Tanta roba in scena, forse troppa…compresa quella robotica “spalla” manovrata con un joystick da playstation che mai ribalta la tavola, ma anzi l’apparecchia con cura per servire la cena preparata da Brunello. Così lo stesso Brunello in scena cambia pelle in continuazione interpretando più personaggi anche quello di se stesso professore che snocciola dati su dati di una Terra, quel piccolo pallido pallino blu di cui tanti astronauti parlano e che alla fine è l’unico vero riferimento al Voyager, la sonda inviata nello spazio che ora sarebbe al di fuori del sistema solare, …una Terra si diceva che i ben informati sanno: ha superato la soglia di non ritorno.

Basta essere un tantino informati per sapere che Madre Terra è sfruttata, spolpata, umiliata e continuamente offesa da noi umani intelligenti e progrediti, e non ci vuole davero molto per capire che in realtà non è la Terra ad essere in pericolo, ma noi popolo cavalletta che la abitiamo. Per cui tranquilli, la Terra non è in pericolo! Siamo noi ad esserlo, ma forse estinguerci sarebbe meglio per l’equilibrio dell’Universo…o forse no…..

Se la provocazione dello spettacolo è quella di risvegliare le coscienze per prenderci cura appunto di quel Piccolo Pallido Pallino Blu, ebbene decidere di far morire di morte volontaria, suicidio, non solo il primo protagonista voce della coscienza ma pure il secondo non è un messaggio molto incisivo. Poichè quello che arriva è che se anche si prende coscienza che la Terra e l’ambiente è in pericolo, la soluzione non esiste e quindi il dramma è così forte che l’unica via d’uscita è togliersi dalle spese. Non una provocazione costruttiva e forte, ma una resa senza lotta…parrebbero dirci i due protagonisti

Andrea Brunello

Andrea Brunello

Se poi per tutto lo spettacolo si addita contro astrologi, religioni, sette e stralunati pensatori new age….ebbene perchè lo spettacolo deve iniziare con un povero primitivo portato in braccio da un angelo nell’Universo per fargli ammirare da lassù proprio quel Piccolo Pallido Pallino Blu con cui magari lui, primitivo, era in armonia un pò di più di noi?

Evidentemente il teatro ha le sue regole e le sue ragioni registiche di cui però una si è certi, il teatro deve mantenere un’aura di magia e sospensione. Un po’ come un illusionista che fa l’usicta di scena ad effetto e non rimane a spiegare al pubblico i suoi trucchi, così lo spettacolo finisce con gli applausi e il sipario che si chiude. Non con l’attore che ferma il pubblico per spiegare in una sorta di lezione di ripetizione quello che ha appena portato in scena, nemmeno se lo fa per presentare e ringraziare gli ospiti in platea che hanno aiutato alla costruzione dello spettacolo. Il che fa sembrare che il cassetto che contiene la laurea in scenze fisiche non riesca proprio a rimanere chiuso.

Si salverà quel Piccolo Pallido Pallino Blu? di sicuro si, magari attraverso una nuova estinzione di massa e anche senza l’aiuto del Voyager. La vera domanda è: l’uomo saprà salvarsi? e qui i dubbi sorgono forti

 

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