PALAFITTE DA LEDRO A FIAVE’ PASSANDO PER TENNO

Non solo vette con panorami mozzafiati, laghi dalle acque cristalline e natura, il Trentino è ricco di storia. Riaffiora da epoche lontane sulle rive del Lago di Ledro il sistema di palafitte che racconta di vita della notte dei tempi.

O meglio, le palafitte del Lago di Ledro raccontano di un insediamento dell’Età del Bronzo. Il villaggio scoperto attorno al 1929 vede oggi la ricostruzione di alcune palafitte sulla base dei reperti trovati. I reperti sono visibili nel Museo che sorge sulle rive del Lago a Molina di Ledro. Meta di turismo per la curiosità che suscita il museo offre molteplici attività e laboratori. Dell’antico sito tuttavia sopravvive davvero poco.

Eppure per farsi un’idea molto più completa e respirare la suggestione di un tuffo nel passato, basta viaggiare qualche chilometro verso le Giudicarie e raggiungere Fiavè. Pure nella piana di Fiavè infatti è stato rinvenuto un villaggio di palafitte ed ora non solo è possibile visitare il recupero archeologico del sito, ma anche la ricostruzione sulla base dei resti ritrovato. A Fiavè poi sorge il Museo annesso.

Un percorso di rara suggestione quindi potrebbe essere quello che da Molina, porta da Ledro a Fiavè passando per Tenno.

Lasciato il Lago di Ledro, richiamo di turisti per le sue acque, la natura e le passeggiate suggestive, tornando verso Arco si punta verso il Passo del Ballino. Poco prima del passo tuttavia non si può desistere dal fermarsi a Tenno. Considerato uno dei più bei borghi medievali, Tenno è forse è uno dei posti più instagrammati del momento per il suo lago.

Considerato una sorta di Caraibi del Trentino, per le acque cristalline e le spiagge chiare, il Lago di Tenno, benchè piccolo, richiama un gran numero di turisti esteri. Ma oltre al lago Tenno vale la visita del suo borgo.

Fermarsi a Tenno per ammirare il suo castello può infatti riservare delle sorprese, come la spettacolare vista sul Lago di Garda e l’Alto Garda, oppure assaporare la storia del borgo con una visita alla Chiesetta di San Lorenzo. Il castello risalente al XII secolo non è visitabile al suo interno. In esso si conservano stemmi araldici di principi e vescovi.

Posto a dominio del Lago di Garda fu residenza del Vescovo Giovanni IV di Hinderbach le cui insegne si possono ammirare sulle superstiti porte quattrocentesche. Nel 1700 fu occupato e depredato dalle truppe francesi del duca di Vendome e di qui cadde in declino. Infine nel 1800 venne acquistato dalla famiglia Brunati di Arco.

Proseguendo per le vie di Tenno si raggiunge la Chiesa di San Lorenzo.  Se si è fotunati è possibile intercettare le giovani ragazze del progetto Porte Aperte di Ecomuseo Judicaria che offrono una visita guidata alla chiesa. E’ così che si scopre come la chiesa sia stata costruita in tempi molto antichi e di cui rimangono segni architettonici del IX secolo. Molto probabilmente il Passo del Ballino e quindi labitato di Tenno sono stati via di accesso alle Giudicarie. Infatti da lì passava la via di collegamento sud nord in quanto da un lato si virava in Val di Non e di lì sia in Alto Adige che in Svizzera.

Fa dedurre che da Nord Europa giunsero le popolazioni che si insediarono a Ledro e Fiavè in età del Bronzo, quando appunto sorsero i villaggi di palafitte. Eì facile dedurre quiindi che vi fosse una via di accesso da Nord al Lago di Garda. Si pensi che da Stenico passava la via del sale che collegava la Lombardia al Trentino. Di conseguenza, solo andandoci, si comprende come località Deggia, poco lontano in linea d’aria, fosse il crocevia di cammini che risalgono alle ere passate. E tutt’oggi ne mantengono integro il ricordo con i sentieri percorribili.

Lasciato il borgo di Canale di Tenno, si prosegue per Passo del Ballino.

Luogo suggestivo racconta di streghe e incontri fatati di cui si mantiene traccia nelle leggende legate a questo luogo.

Pochi chilometri e si giunge a Fiavè. Nella piana coltivata a mais si intravede il parco museale, area archeologica. Il consiglio è quello di lasciare la macchina al parcheggio consigliato e dirigersi attraverso l’area biotopo e giungere a piedi all’area archeologica. Si passerà infatti sulle sponde di quello che rimane del lago Carera, bacino di origine glaciale risalente al tardi neolitico ed età del bronzo. Qui rimane l’ariginario fitto insieme di tronchi su cui erano poi costruiti i villaggi con le case, i ponti, i lughi per il bastiame e le passerelle che al caso potevano essere ritratte così da isolarsi dalla terra ferma.

Poco più là, ecco l’area archeologica con le ricostruzioni su ispirazione fedele dei ritrovamenti del villaggio palafitticolo. Molto pià che a Ledro, qui è facile lasciarsi catturare la fantasia e immaginare la vita di quel tempo. Una vita che non prevedeva alcun spreco, in quanto viene spiegato che si sono ritrovati oggetti con chiari segni di riciclo e recupero. Una vita in simbiosi con la natura e in forte e stretto legame con gli animali, preziosi alleati di cui prendersi cura. Una dieta ricca quasi vegetariana con conoscenza di farine e semenze, così come della cucina degli alimenti.

Un sito ricco di ritrovamenti anche grazie al furioso incendio che devastò il villaggio, ma che ce lo restituì con preziosi reperti affondati nel fango del fondale del lago dove si sono preservate le palafitte e molte parti delle costruzioni. Accanto al parcheggio vi è il sito degli scavi da cui emergono le fondamenta del nuovo villaggio. I supersititi dell’incendio infatti pare abbiano abbandonato le palafitte e abiano preferito ricostruire il sito sulla collinetta adiacente l’ex lago erigendo mura in sassi.

Per completare la visita a questo punto sarà la cigliegina sulla torta visitare anche il Museo delle palfitte di Fiavè nell’abitato di Fiavè.

 

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