LONGOBARDI CON SPADE E CROCE A TRENTO
E’ visitabile ancora per pochi giorni, fino al 12 Gennaio, la mostra Con spada e croce, Longobardi a Civezzano. Prorogata dal 20 ottobre, data di chiusura, fino oltre le festività, la mostra ha attirato numerosi visitatori al Castello del Buonconsiglio di Trento.
I Longobardi in Trentino sono stati una presenza importante, questo emerge visitando la mostra a Trento. E, chicca della mostra è la ricostruzione sepolcrale ricostruita nella sala terminale dell’allestimento, che da sola vale la visita al Castello.
E’ proprio vero che quando si vive in un luogo pregno di cultura e storia, con meraviglie di arte e natura in ogni angolo, spesso si da tutto questo per scontato. Ed ecco che anche l’occasione di una mostra può essere quel pungolo ad oltrepassare le mura del Castello del Buonconsiglio per essere rapiti in quell’atmosfera magica carica di storia.
Così è facile, sempre che non ci si lasci distrarre dai tantissimi turisti e visitatori che giornalmente visitano il castello, entire la presenza dei tanti che abitarono stanze e locali del palazzo, percorrere corridoi e salire e scendere gradini consumati dai tanti piedi che li hanno percorsi.
Riserva sempre qualche sorpresa la visita al Castello del Buonconsiglio, qualche scorcio che non si era notato o qualche impressione nuova o dimenticata che assale.
L’occasione per visitare il Castello del Buonconsiglio potrebbe essere quella della mostra Con spade e croce. Longobardi a Civezzano. In allestimento al terzo piano troviamo un percorso che si snoda lungo un itinerario geografico in cui si evince la presenza longobarda in Trentino dalla Valle di Non e Sole fino al Garda e poi sugli altopiani Cimbri fino alla Val Rendena e Giudicarie senza dimenticare Trento e sobborghi fino appunto a Civezzano e la Valsugana.
Evidentemente i ritrovamenti sono stati trovati sulle vie di collegamento, le antiche vie che fino dalla notte dei tempi hanno attraversato il Trentino. Sebbene non ci siano rimaste testimonianze di arte architettonica o decorativa, quello che si è trovato sono i frammenti di armature, oggetti di uso comune, raffinati esempi di oreficeria e poi appunto i più importanti reperti sepolcrali.
Sebbene i Longobardi abbiano avuto una presenza storica in Italia, viste le migrazioni dal Nord Europa e poi l’alleanza con l’Impero Bizantino dell’Impero Romano d’Oriente, fino ad ora non si era così consolidata la presenza in Trentino. O meglio gli scavi avevano dato testimonianza, ma i reperti erano stati conservati al Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum di Innsbruck.
Il museo austriaco conserva i vari manufatti rinvenuti nell’Ottocento negli scavi trentini a Civezzano. Mentre ciò che venne invece rinvenuto all’inizio del secolo successivo e acquistato dal museo imperiale di Vienna, è giunto al Castello del Buonconsiglio, dopo l’istituzione del Museo trentino.
Lungo il percorso della mostra si snodano reperti davvero straordinari, testimonianze rarissime di alte manifatture dei primi insediamenti longobardi in questi territori. Fino alla suntuoso sarcofago di quello che fu sicuramente un principe a Civezzano. Un vero pezzo unico nel suo genere per i prezosi decori in ferro battuto. La necropoli ci parla di come sicuramente a Civezzano ci fosse una elite di comando e di alto rango. Inoltre ci parla anche di una possibile indipendenza culturale o religiosa con l’abitato storico, in quanto la necropoli è distante dal centro antico della pieve. Forse siamo in presenza ancora di un forte paganesimo e attaccamento ai culti nordici del popolo longobardo delle origini.
La storia di questa necropoli attende solo che qualcuno che possa raccontare le vicende che hanno visto questi due personaggi intrecciare il proprio destino con la località al Foss di Civezzano. La necropoli trovata per caso durante i lavori in vigna dei contadini locali ha portato alla luce ben quattro sepolture, che appunto attendono ancora chi ne racconti la loro storia.
In mostra anche gli oggetti rinvenuti in un sepolcro femminile accanto a Castel Telvana. Oggetti di gusto raffinati che ci parla delle origini germaniche ma anche degli influssi bizantini di quella che con molta probabilità fu una nobildonna appartenente al popolo dei Longobardi. La piccola necropoli contava sette tombe. E già nell’Ottocento aveva dato luce ad altri rinvenimenti sepolcrali.
Nelle teche suddivise per aree geografiche troviamo oggetti di uso comune, fibbie, ma anche monili come orecchini, anelli e ornamenti, ed ovviamente reperti di armature ed armi.
Se dunque geograficamente abbiamo certezza storica del Ducato del Friuli e i ducati del Veneto ma anche del centro Italia e la presenza in Piemonte, fin’ora non si era mai avuta una presa di coscienza di quanto il popolo dei Longobardi fossero presenti anche in Trentino. Un Trentino che dai Romani passò ai Franchi di Carlo Magno che vi diede un forte impulso ecclesiale. Non si contano infatti i castelli abbattuti e la costruzione sulle rovine di chiese e monasteri come reset storico firmato da Carlo Magno anche in Trentino. Ai culti pagani quindi vennero sostituiti il cristianesimo e il nascente potere della Chiesa che poi caratterizzò la storia del Principato Vescovile.
Ecco che il passaggio dei Longobardi è stato oscurato fino ad ora e torna a reclamare il suo posto nella storia. Ed ecco che alcuni reperti trovano collocazione come pezzi di un puzzle. Parlammo proprio di alcune pedrelle di fattura tipicamente longobarda rinvenute nell’abside della Chiesa di Tenno sul Lago di Garda, che ora trovano una loro spiegazione e collocazione. Ne abbiamo scritto qui.
Ancora pochi giorni quindi per fare un viaggio in una pagina lasciata in ombra del nostro passato che reclama il suo posto al sole. Fosse altro per la raffinatezza delle cesellature, la bellezza dei reperti e la maestria orafa con un gusto così moderno da lasciare sbalorditi.