L’APERITIVO ITALIANO E’ MORTO? FORSE SI. MA POSSIAMO RESUSCITARLO #worldaperitivoday
L’aperitivo italiano è morto? Forse sì. Ma possiamo resuscitarlo #worldaperitivoday 2025
Quando il solito spritz non basta più: una riflessione sullo stato (comatoso) dell’aperitivo
Fateci caso. Quando andate al bar, quando vi sedete per un aperitivo con gli amici, la scelta – ormai da decenni – è sempre la stessa. Spritz, gin tonic, Hugo, Americano. Un prosecco alla spina servito come se fosse Champagne. Cocktail list identiche ovunque. Un copia-incolla senza coraggio, senza idee.
Qualcuno ha riscoperto il gin, quel liquore anni ’90 che bevevi con la tonica per sfondarti ammerda, e oggi viene proposto con selezioni gourmet e botaniche scelte con l’algoritmo. E magari ti fanno pagare 15 euro un gin qualsiasi, solo perché la bottiglia ha l’etichetta colorata.
La novità non sta nella bolla. Per una bollicina anonima ti chiedono anche 8 euro. Ma cosa c’è davvero di nuovo in quello che bevi?
Un po’ di storia: da Torino a Milano, l’aperitivo italiano che fu
L’aperitivo nasce in Italia nel lontano 1786, a Torino, grazie ad Antonio Benedetto Carpano, che inventa il vermouth, un vino aromatizzato pensato per stimolare l’appetito. In breve tempo, la tradizione si diffonde anche a Milano, dove già a fine Ottocento si bevevano bitter e amari in compagnia.
Nel Dopoguerra, l’aperitivo esplode come rito sociale: nasce il culto del Campari, del Negroni, dello Spritz. L’aperitivo diventa moda, cultura e incontro.
Dal rituale alla routine: il declino dell’aperitivo
Negli ultimi 20 anni, l’aperitivo ha perso la sua identità creativa. È diventato routine da sabato pomeriggio, o peggio, format seriale. Il massimo dell’innovazione è stata l’“apericena”. E i cocktail? Sempre gli stessi.
La rinascita dell’aperitivo passa da qui: creatività, coraggio, sperimentazione
Non ci vuole molto per capire che l’Italia ha sete di novità. I locali sono pieni, i ragazzi escono, la voglia di socialità c’è. Ma manca chi propone qualcosa di nuovo.
Sperimenta
Osa
Gioca
Proponi un cocktail che racconti una storia. Fallo bene, e la gente verrà a cercarti.
L’aperitivo che ti vengo a cercare
La verità? Il nuovo cocktail non c’è. O meglio, non c’è ancora. Perché in pochi hanno il coraggio di crearne uno. Allora diventa tu la novità.
Spacca la monotonia. Ribalta il bancone. Offri qualcosa che faccia dire “che cazzo è sta roba?”. Ma con gli occhi che brillano.
Fallo, e ti vengo a cercare. Come narrava Battiato.









