LA VERA FACCIA DEL TURISMO TRENTINO. Editoriale di Daniel Cerami

La vera faccia del Trentino: altro che brochure patinate | Turismo fuori controllo, cittadini abbandonati

di Daniel Cerami

Prefazione:

Ci vendono il Trentino come paradiso incontaminato sulle brochure patinate. Ma la verità, quella che nessuno osa dire, è che il Trentino si sta svendendo al turismo internazionale, dimenticandosi dei suoi cittadini.
La situazione è ormai insostenibile: caro vita alle stelle, affitti proibitivi, servizi tagliati. E mentre la Giunta Fugatti regala contributi per far venire a vivere nuove persone, chi qui c’è nato non riesce più nemmeno a restare.

Il TrentinoTrentino non è più terra da vivere. È terra da vendere. E lo stanno facendo bene, con il sorriso forzato delle campagne promozionali e le valigette pronte per incassare.

Le politiche provinciali e comunali degli ultimi anni – da Trento alla Val di Fassa, passando per Riva del Garda e ogni altro angolo utile – hanno trasformato la nostra terra in una vetrina da esporre all’Italia, all’Europa e al mondo.

Hanno venduto il paesaggio, l’aria pulita, i laghi, le montagne. Peccato che nel frattempo abbiano dimenticato chi in Trentino ci è nato, ci lavora, ci vuole vivere.

Oggi, trovare una casa è una corsa ad ostacoli. Una stanza singola costa come affittare un appartamento intero a Trento appena due anni fa. Gli affitti sono gonfiati, la residenzialità è un lusso, la vita quotidiana un percorso a ostacoli.

Chi lavora qui – i veri lavoratori, non chi appare nei dépliant turistici – fatica a trovare perfino un tetto. È una situazione imbarazzante. Anzi, indegna.

Nel frattempo, la Giunta Fugatti vara contributi e bonus per attirare nuovi residenti, vendendo l’illusione di un Trentino accogliente. Ma la realtà è ben diversa: chi qui ci vive da sempre viene respinto ai margini, ignorato, tradito.

Stiamo scivolando verso un modello di turismo tossico, peggiore persino di quello che ha devastato le Canarie o Barcellona.

Non è più sostenibile vivere in Trentino: né economicamente, né socialmente. Il caro vita ci soffoca, gli affitti ci cacciano via, e nessuno al governo sembra volerlo vedere.

Siamo passati dall’essere una terra di montanari fieri e comunità solidali all’essere comparse in un parco giochi destinato a chi viene da fuori.

E mentre loro brindano davanti ai turisti, noi contiamo gli spiccioli per arrivare a fine mese.

Io non ci sto. E voi?

 

 

 

 

Ci starebbe benissimo. Vuoi?

Info autore /

Translate »