LA PERCEZIONE DEL TEMPO NON E’ IL TEMPO
Il tempo è sempre lo stesso. Ma la mente, no.
La mattina scorre in un soffio, una sala d’attesa sembra eterna.
Una serata felice vola, una serata noiosa non finisce più.
Eppure le lancette si muovono sempre uguali.
Forse il segreto non è nel tempo, ma in chi lo percepisce.
C’è un mistero antico, che attraversa secoli e civiltà: cos’è davvero il tempo?
Sant’Agostino, nel IV secolo, scriveva:
“Se nessuno me lo chiede, lo so. Se devo spiegarlo, non lo so più.”
Aveva già intuito quello che noi oggi viviamo ogni giorno, correndo dietro agli orologi e ai calendari digitali: il tempo non è un fatto oggettivo, ma una sensazione interiore.
La mattina passa in un lampo, la sala d’attesa non finisce più.
Un’ora felice vola via, una triste sembra eterna.
Eppure il tempo, quello vero, non accelera né rallenta.
A cambiare siamo noi — la nostra mente, la nostra attenzione, la nostra coscienza.
Albert Einstein lo spiegava a modo suo:
“Il tempo è relativo: la sua unica misura è data dallo stato di chi lo vive.”
Lui lo dimostrò con la fisica, noi lo sperimentiamo ogni giorno con la vita.
Dieci minuti tra le braccia di chi amiamo non sono gli stessi dieci minuti in fila alle Poste.
La differenza non è nelle lancette: è nell’anima.
Henri Bergson, filosofo del Novecento, chiamava questa differenza durée réelle, “durata reale”: il tempo vissuto dall’interno, non quello meccanico dell’orologio.
Un tempo fatto di qualità, non di quantità.
Un tempo che scorre diversamente per ciascuno di noi, perché legato alla coscienza, al desiderio, alla presenza.
La mente, diceva Alan Watts, “è come l’acqua: quando è calma, riflette il cielo; quando è agitata, lo distorce.”
Così è anche il tempo.
Quando siamo presenti, il tempo si allarga e ci accoglie.
Quando siamo ansiosi o distratti, si frammenta e ci scappa via.
Da bambini, un’estate sembrava infinita.
Da adulti, un anno intero scompare in un soffio.
Non perché il tempo sia cambiato, ma perché noi abbiamo smesso di viverlo, iniziando a misurarlo.
Abbiamo perso la meraviglia, l’attenzione, la lentezza.
Abbiamo trasformato il tempo in moneta, invece che in esperienza.
Eppure, basta poco per ritrovare la vera misura: un respiro consapevole, uno sguardo sincero, una mattina senza fretta.
In quel momento il tempo non passa: accade.
Diventa pieno, vivo, vero.
Il tempo non è ciò che scorre.
È ciò che sentiamo scorrere dentro di noi.
E se impariamo a percepirlo con presenza, forse — come diceva Einstein — non ci sarà più distinzione tra un minuto e l’eternità.