SKILLBUILDING 34esima edizione Drodesera / 24 luglio > 02 agosto 2014 / Centrale Fies, Dro, TN events

Nuovi orizzonti per il trentaquattresimo appuntamento di Centrale Fies con le performing art: il festival trentino, divenuto centro propulsore dell’innovazione artistica in ambito nazionale e internazionale, mette in campo nuove capacità, sfida se stesso e si fa specchio di un intero anno di lavoro, progettazione e cambiamento. Da incubatore di performance e concept esportati in tutto il mondo a vero e proprio Hub Culturale, Centrale Fies presenta le “skills” allenate in questi lunghi mesi di lavoro e racconta le biografie, le passioni, la forza di creativi e artisti provenienti dai più disparati ambiti disciplinari.

wpid-screenshot_2014-06-27-11-56-42_1.jpgSKILLBUILDING [24 Luglio_2 Agosto] è arti performative, arti visive, comunicazione, grafica, marketing; un club notturno dove artisti, che abitualmente operano in altri ambiti disciplinari, sperimentano i loro progetti musicali, è l’avvio e la nascita della Collezione Centrale Fies, che detiene l’unicità di essere una collezione di arti performative, ma è anche un importante premio per la performance che offrirà, oltre ad un contributo alla produzione delle opere, una free school all’interno di lunghi periodi di residenza creativa, critical session e incontri di discussione teorica condotti dai curatori del premio e da Daniel Blanga-Gubbay, cofondatore di Pathosformel, oggi fondatore della think tank di filosofia politica applicata alla performance ALEPPO (aleppo.eu).
SKILLBUILDING è, soprattutto, un punto di incontro per i più importanti centri di produzione europei dedicati all’arte contemporanea che qui vengono a conoscere le realtà più vive della nostra scena. E proprio dall’Europa la nuova edizione del festival chiama a raccolta una selezione di artisti internazionali divenuti oramai punti di riferimento nell’ambito delle arti sceniche e performative. Erna Ómarsdóttir e Valdimar Jóhannsson / Shalala cie, nuovo collettivo della coreografa e danzatrice islandese che ha conquistato il pubblico con le sue esibizioni potenti, eccentriche, ironiche e sempre intrise di immaginario horror presenta un talk show sulla sua vita e un live musicale all’interno di un vero e proprio club notturno. Nello stesso spazio, dedicato ai performer che hanno deciso di misurarsi con la forma concerto e i tour date nei club, si esibisce il francese Jean-Luc Verna le cui note hanno già incantato gli spettatori di musei e spazi performativi di tutto il mondo tra cui il Centre Pompidou e il Palais de Tokyo di Parigi.
Inaugurazione
23 luglio 2014
ore 19.30
Amalia Pica (RA/UK) / Eavesdropper
23.07 e dal/and from 25.07 al/to 02.08 dalle/from 19.30 alle/to 21.30 – galleria trasformatori – dalle/from 19.30 alle/to 21.30 / Jan Hoeft (D) / We‘ll Never Stop Living This Way 23.07 – dalle/from 21.00 alle/to 22.00

La mostra curata dall’artista Francesca Grilli e la curatrice Alessandra Saviotti combina sia opere che testimoniano il passaggio di una generazione performativa nei luoghi della Centrale, sia opere di artisti internazionali invitati appositamente per l’occasione. ‘Una pratica indeterminata’ racconta la presenza e allo stesso tempo l’assenza dell’oggetto in ambito performativo che diviene perno imprescindibile dell’azione stessa. La mostra prende in esame la presenza e allo stesso tempo l’assenza dell’oggetto attraverso i lavori di Michael Fliri, Jan Hoeft, Amalia Pica, Teatro Valdoca, Nico Vascellari. Gli elementi che compongono la scena o utilizzati durante una performance, infatti, riducono la distanza tra conoscenza e inconsapevolezza poiché rappresentano la rivelazione dell’opera stessa. In base ad un processo pedagogico, l’uso e l’analisi dell’oggetto suggeriscono l’effettiva trasmissione della ricerca e del significato dell’opera.

Attraverso il lavoro degli artisti si enfatizza l’oggetto, tuttavia non riducendolo a una sorta di reliquia iconica rappresentata da immagini e video documentativi. L’opera non è un feticcio di quello che è successo durante l’azione performativa, ma diviene lo svelamento dell’azione stessa. Gli equilibri tra gesto e stasi, tra spazio vuoto e pieno sono riconsiderati con l’intento di spostare il piano di intervento del pubblico stesso. La fruizione infatti, da passiva diventa attiva attraverso l’immaginazione che gli oggetti performativi evocano nel contesto specifico della centrale.
Ecco perché pratica indeterminata: la mostra è un tentativo di attualizzare e presentare in modo differente l’eco di un’azione senza tuttavia snaturarne il significato originario, ma piuttosto arricchendone la forza.
Il percorso espositivo è declinato in cinque differenti capitoli secondo l’attivazione e l’utilizzo in scena dei diversi dispositivi installati in vari luoghi della centrale.
PROGRAMMA: www.centralefies.it/drodesera14
Fonte: www.centralefies.it
 

Info autore /

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