CI SIAMO CHIESTI: COSA PUO’ FARE DAVVERO IL SINDACO DI UN CITTA’ PER LA SICUREZZA?

Titolo: Cosa può fare davvero un sindaco per la sicurezza dei cittadini?

di Daniel Cerami per TDV – Terra da Vivere

Molti parlano di sicurezza, pochi sanno davvero cosa può fare (e cosa non può fare) un sindaco per garantire la sicurezza nella propria città. In tempi in cui la fiducia nelle istituzioni traballa e le preoccupazioni per il degrado urbano, la microcriminalità e la mancanza di controlli crescono, fare chiarezza è doveroso. Soprattutto se si parla di Trento, una città dove si respira ancora un senso di comunità, ma dove i problemi si fanno sempre più concreti.

Vediamo, quindi, in modo chiaro e con riferimenti precisi, qual è il ruolo del sindaco per la sicurezza, quali strumenti ha a disposizione e quali sono i suoi limiti.

Il sindaco è il responsabile della sicurezza? Non proprio.

In Italia, la pubblica sicurezza è una competenza dello Stato, gestita tramite il Ministero dell’Interno, i Prefetti e i Questori. Il sindaco collabora, ma non comanda le forze dell’ordine statali (come Polizia di Stato o Carabinieri). Il Prefetto è l’autorita di pubblica sicurezza a livello provinciale, e il Questore è responsabile operativo dell’ordine pubblico. Il sindaco partecipa al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e può segnalare criticità del territorio.

Fonti:

  • Legge n. 121/1981 (riforma della pubblica sicurezza)
  • D.Lgs. 267/2000 (Testo Unico Enti Locali), art. 54
  • Ma allora cosa può fare davvero un sindaco?

Il sindaco è ufficiale di governo (art. 54 TUEL) e può adottare ordinanze contingibili e urgenti per prevenire o eliminare gravi pericoli per la sicurezza urbana. Questo significa che può intervenire:

  • In casi di degrado urbano o inciviltà diffusa
  • Per situazioni legate a spaccio, accattonaggio molesto, vandalismi
  • Su zone della movida con episodi di violenza, abusi o disturbo della quiete

Può inoltre:

  • Coordinare la Polizia Locale, che dipende direttamente dal Comune
  • Adottare ordinanze per limitare orari di apertura dei locali o vendita alcolici
  • Attivare sistemi di videosorveglianza in collaborazione con il Prefetto
  • Partecipare ai Patti per la Sicurezza Urbana, per ottenere fondi e supporto

Fonti:

  • D.L. 20 febbraio 2017 n.14, conv. in L. 18 aprile 2017 n.48 (Decreto Minniti)
  • D.L. 4 ottobre 2018 n.113 e D.L. 21 ottobre 2020 n.130 (Decreti Sicurezza)
  • Codice della Protezione Civile, D.Lgs. 1/2018

Il DASPO urbano e le zone rosse

Uno strumento operativo importante è il cosiddetto Daspo urbano, che consente al sindaco (tramite Polizia Locale) di allontanare soggetti molesti da aree sensibili (parchi, stazioni, monumenti, ospedali). Se il soggetto persiste, il Questore può emettere un vero e proprio divieto di accesso.

Anche le zone rosse urbane, in accordo col Prefetto, permettono di concentrare controlli in quartieri critici.

Fonti:

  • D.L. 14/2017 art. 9 (Daspo Urbano)
  • Patti per la Sicurezza Urbana (Ministero dell’Interno)

I limiti: niente leggi ad personam, niente abusi

Il sindaco non può legiferare: ogni ordinanza deve avere fondamento normativo, essere temporanea, motivata e proporzionata.

La Corte Costituzionale (sent. 115/2011) ha ribadito che il sindaco non può sostituirsi al legislatore né creare divieti generici o permanenti. Ordinanze troppo vaghe o discriminatorie possono essere annullate dai TAR o esporre il Comune a ricorsi.

Prevenzione: decoro, luce, ascolto

Molto spesso la vera sicurezza non si gioca con ordinanze, ma con la prevenzione:

  • Più illuminazione nelle zone a rischio
  • Progetti con le scuole, i giovani, le famiglie
  • Collaborazione con le associazioni e i cittadini (controllo di vicinato)
  • Riqualificazione di quartieri degradati

E in questo un sindaco può e deve fare la differenza. Non con slogan o selfie, ma con ascolto, visione e presenza.

Il sindaco non è uno sceriffo, ma ha strumenti importanti per costruire una città più sicura e vivibile. Serve coraggio, ma anche conoscenza delle regole, collaborazione istituzionale e una profonda capacità di ascoltare il territorio.

E a Trento, oggi più che mai, ne abbiamo bisogno.


Fonti consultate:

  • D.Lgs. 267/2000, art. 50 e 54
  • D.L. 14/2017, L. 48/2017
  • Corte Costituzionale, sent. 115/2011
  • Codice della Protezione Civile (D.Lgs. 1/2018)
  • Ministero dell’Interno: linee guida su sicurezza urbana
  • ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) dossier sicurezza

Immagine Copertina: Outcast.it


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