CASSANDRA INCUBO DA CASA SMART E IA
E’ da alcuni giorni disponibile su Netflix lo sci fi thriller Cassandra. La serie televisiva tedesca del 2025 è già al numero 2 della top ten dei più visti.
Cassandra è una mini serie di sei episodi girata a Colonia nel 2023 che ha incontrato l’interesse del pubblico già dai primi giorni di pubblicazione. Eppure ci lascia con un sentore di sospensione, perchè se da un lato si sviluppa come un thriller, dall’altro pesca in molto del già visto. E in qualche modo lascia con un amaro in bocca che si fatica a inquadrare.
Ma andiamo con ordine. Perchè d’impulso si potrebbe gridare all’ovvio come ha fatta molta critica che recensendo la serie ha puntato i riflettori sulle minacce dell’intelligenza artificiale senza scavare più in profondità. Poichè invece Cassandra non ci parla di IA. sebbene sollevi il problema del rapporto con la tecnologia. Ma ci parla di ricerca dell’immortalità. Del desiderio dell’uomo di vincere la morte ed esistere in eterno.
Nel contempo ci parla di casa smart con tutti i suoi vantaggi, ma anche tutti gli svantaggi o meglio, i pericoli. Ci parla di rapporti familiari che sempre più vengono descritti come tossici e malati. Ci parla di poca consapevolezza nel rapporto con le tecnologie e di quanto esse possano essere invasive anche al prezzo da rivoltarcisi contro. Ma la IA, l’Intelligenza Artificiale è ben altro, e in Cassandra non è prevista. Ma vediamo perchè.
ATTENZIONE SPOILER
In poche parole la serie televisiva si divide e procede su due linee temporali narrative. Si parte dai giorni nostri, quando una normale famiglia, ovviamente multietnica e woke, si trasferisce dalla città in un paese di provincia. La famiglia è reduce da un lutto doloroso che ha traumatizzato tutti. Infatti fin dalle prime scene si comprende che la crisi aleggia sopra le vite di questi due genitori con un figlio adolescente ed una bambina. I quattro arrivano nella nuova casa. E già qui la narrazione stride. Possibile che uno si trasferisca senza aver visionato la casa? E si ritrovi in una casa praticamente con i letti già fatti i mobili arredati e praticamente il frigo pieno. Insomma è un po’ eccessivo credere che sia normale.
Possibile infatti che si entri in una casa nuova, non in affitto ma avendola comprata senza darle una pulita o una rinfrescata almeno? Nessun lavoro da fare dopo 50 anni di chiusura ed abbandono?. Ma evidentemente il tutto serviva alla sceneggiatura e quindi chiudiamo uno anzi due occhi e proseguiamo.
Ma procediamo, perchè questa casa disabitata da 50 anni, eppure perfettamente pulita ed impeccabile da allora, nasconde una sorpresa. Nel seminterrato c’è un enorme server retrò che azionato fa partire una assistente digitale che compare su schermi disseminati in ogni angolo e stanza della casa. Pure nei bagni, nelle camere da letto e nei corridoi. Decisamente esagerato, sebbene un domani con la casa smart ogni angolo sarà monitorato e ci scorderemo la privacy, ma questa è un’altra storia. Tornando a Cassandra: in più si palesa un robot vintage sempre abitato dalla medesima assistente digitale.
Mentre la nuova famiglia si adatta alla nuova vita, fra i figli che devono introdursi in scuola e fra i compagni e i due che riprendono i rispettivi lavori, quindi abbiamo uno scrittore e una scultrice in smart working, si dipana anche il passato della casa. Inizialmente infatti Cassandra, così si chiama l’assistente digitale, si mostra molto collaborativa. Ma ben presto entra in competizione con la nuova padrona di casa e fa di tutto per rivoltarle contro famiglia e ambiente sociale.
Scena dopo scena la situazione si fa sempre più inquietante. E, per noi che siamo avezzi alla tecnologia, pare impossibile che si rimanga così passivi e succubi di un impianto retrò che va a braccetto con un arredamento vintage anni 60/70. Chi manterrebbe un arredamento così vintage? Con colori pastello davvero retrò e schermi pure in bagno con il viso di Cassandra che ti sorride e spia ogni tuo muovimento?
E qui il rimando si fa davvero immediato con un altro prodotto Netflix, ossia Big Bugs di cui avevamo scritto qui. Pure lì il tema robot e intelligenza artificiale legata alla smart city e smart home era calato in una ambientazione vintage stucchevole. Quasi a voler mitigare il freddo metallo della tecnologia con i colori della pop art che ricordano quasi un fumetto. Oppure a ricordarci che proprio negli anni 60 iniziò tutto e si gettarono i semi del progresso tecnologico.
Orbene: SPOILER!! Un po’ per volta Cassandra stessa racconta la sua storia, dopo aver praticamente fatto allontanare la rivale mandandola in clinica psichiatrica con la complicità del marito. Un uomo superficiale e chiuso nel proprio mondo lontano emotivamente da figli e moglie, tanto da non accorgersi di nulla, se non quando ci rimetterà uno dei suoi diti. Solo allora capirà ciò che non ha voluto vedere o capire. Solo quando il robot gli trancia con uno dei suoi gadget un dito per piegarlo al suo volere. Pericolo di cui la moglie fatta passare per pazza lo aveva avvisato.
In realtà si scopre che Cassandra non è un robot e nemmeno una IA. Cassandra è il download del cervello di una donna che ha vinto la morte. Una donna tradita, usata, sofferente e piena di rabbia. Una donna che ha visto crollarle il mondo addossso quando scopre il tradimento del marito con la sua migliore amica. Quando deve coprire un figlio assassino che sfoga nella violenza la frustrazione di non essere amato e compreso dal padre anaffettivo. E, cigliegina sulla torta, una donna uccisa dal dolore per essere stata sottoposta a radiazioni velenose dal marito in gravidanza e aver partorito una figlia deforme, per poi scoprire di aver sviluppato un cancro incurabile essa stessa. Un marito scienziato che non si fa scrupolo di usare la tecnologia senza soppesare i rischi. Costi quello che costi l’Hybris umana va soddisfatta.
Il richiamo più che palese di questo tema è al film Transcendence con Jhonny Depp. Nella lungimirante e profetica pellicola del 2014 già si parlava di download del cervello in una macchina, in internet per così dire. Il tema sviluppato però era molto più profetico ed interessante. Quando infatti Depp si risveglia collegato ad internet si accorge della sua onniscenza e superiorità ed inizia a desiderare di controllare il mondo e di ricrearlo a sua immagine e somiglianza. Così mentre il cast si impegna a spegnerlo, lui migra nel web e approda ad una industria di nanorobot. Con questi prende possesso dei corpi di altre persone infettandole con nanorobot da lui controllati trasformandoli in automi al suo servizio.
Che rivisto oggi questo film fa veramente impallidire visto il progresso raggiunto e molte dichiarazioni fatte al World Economic Forum che molto paiono sulla flasariga di questa pellicola. Temi come fusione di uomo con la macchina, l’internete delle cose e delle persone, nanorobot da inserire nei corpi delle persone a scopo di monitoraggio e con la scusa della salute. La lista è lunga ed inquietante.
Ma torniamo a Cassandra
Ad un passo dalla morte Cassandra, che non vuole abbandonare i figli che sat proteggendo dal mondo, decide di fare da cavia agli studi del marito. Ossia di essere la prima persona che trasferirà la propria coscienza in un computer avveniristico. Insomma qui invece il riferimento a Frankenstein è palese. L’esperimento funziona tecnicamente ma ovviamente dal punto di vista umano è un disastro. Di umano infatti non è rimasto nulla per gli altri. Così se Cassandra è prigioniera di un corpo metallico, pur rimanendo umana con i suoi sentimenti emozioni e pensieri. Gli altri sono prigionieri di una casa controllata in tutto e per tutto da lei in ogni sua parte.Infatti lei ha il controllo della chiusura di porte e finestre, di ogni parte degli elettrodomestici, di tutto ciò che è collegato alla luce, per cui calore dell’acqua, temperatura ambientale, telefono, comunicazioni, tutto.
Per lo meno Cassandra ha il controllo solo sulla casa. Ma nella smart city e nel futuro tecnocratico verso cui stiamo galoppando a grandi falcate la IA avrà il controllo anche su tutti i mezzi di locomozione, macchina compresa. La IA vedrà e saprà tutto e se ci bracca non avremo dove nasconderci, perchè i nanobot e l’internet delle persona vuol dire essere collegati alla IA e di conseguenza non saremo mai più liberi.
Per giunta Cassandra non può essere spenta, in quanto come ultimo desiderio si è creata un sistema che solo lei può spegnere o accendere. Quindi nessuno può intervenire. Infine come atto d’amore lascia andare la sua famiglia d’origine con la promessa di accudire la figlia deforme tenuta segreta al mondo. Ma viene tradita anche in questo. Infatti ex marito con amante e figlio partono lasciando la bimba nella casa. Peccato che la fuga non va a buon fine.
A questo punto, umanamente, come non si potrebbe capire la rabbia accumulata da Cassandra?. Una rabbia che lei riversa su questa nuova famiglia che vuole diventi il surrogato della sua famiglia. Costi quello che costi. Anche al prezzo di minacce, violenza e occhi pieni di terrore da parte di tutti.
Orbene. Come volevasi dimostrare invece arriva l’eroina mamma di turno che alla fine salva capra e cavoli. E fa pure ordine nella propria vita. Salva figli e marito. Molla il marito inetto che pur di salvarsi è pronto a sacrificarla per compiacere un robot impazzito. E compie il miracolo che fa ragionare Cassandra. Così come scena finale Cassandra si suicida. O meglio apre il gas e da fuoco per finire tutto in una bella esplosione a scanso di ripensamento. In quanto lei e il suo impianto sono immortali e non spegnibili. Insomma alla fine anche Cassandra comprende che l’oblio è meglio della vita eterna. Quando la sua eternità è intrisa di tanto dolore e rabbia.
Perchè volendo essere onesti a questo punto si comprende che la vita ha valore proprio perchè sai che prima o poi finisce. In fondo non è forse questo il mistero dell’esistenza? Darne un valore alla vita è il nostro compito. Tutta la saggezza del mondo, anni di pensiero filosofico e spirituale, ci hanno lasciato questo grande segreto: ogni istante è prezioso e non va sprecato. Si deve vivere nel qui ed ora.
Più che un film sulla tecnologia Cassandra è un film sulla vita e sul senso dell’esistenza. Se ci dimentichiamo la nostra umanità e ci affidiamo solo alle macchine, allora tutto il nostro cammino nei secoli non ci ha migliorati, ci ha solo disumanizzati. Come il finto sorriso che è stato dato a Cassandra. Incapace di mostrare le proprie emozioni vere, Cassandra soffre anche per quel viso sempre allegro che si vede stampato in volto. L’idea di sopravvivere alla morte, la vita eterna, non ha valore nel momento in cui vivi solo di arroganza ed emozioni basse e negative. Ti corrode dentro, non ti rende superiore o felice. Pare dirci lei triste dentro ma sorridente in video.
Chi sogna questo futuro ipertecnologico ha davvero di che rimanere deluso. Temi come questo sono stati sviluppati in molte pellicole fantascientifiche. Il robot che sopravvive agli umani e colleziona lutti e dolore. L’higlander che perde i propri amori e non può morire a sua volta per lenire il dolore e la solitudine.
Per quanto riguarda la casa smart invece abbiamo già visto diversi episodi di Black Mirror e affini che indagavano il pericolo della tecnologia. Case che non ti lasciano più uscire o che non ti permettono di esprimerti, che ti controllano in ogni dove, pure in ciò che pensi. Oppure macchine elettriche che ti imprigionano, si fermano e ti si rivoltano contro. Eppure questa è già quasi realtà. Manca poco ad avere un controllo capillare attraverso videocamere e microfoni, già il nostro televisore o il cellulare o il pc e tablet ascoltano, vedono e ci monitorano.
Questo nel piccolo, ma sarà sempre più invasivo quando ogni ambito della nostra vita sarà controllato con la casa smart, la macchina smart e la città smart. Davvero vogliamo gettarci a capofitto in un mondo digitalizzato?
Quando poi l’internet delle cose e delle persone sarà in rete, e davvero avremo una IA che gestisce il tutto, allora saremo alla mercè di chi è il proprietari della IA. Perchè alla fine c’è una mano dietro a tutto. E lì non saranno tanto gli algoritmi a decidere, ma chi decide quali devono essere gli algoritmi con cui decidere.
Siamo sull’orlo di un cambiamento epocale. E questo è fuori di dubbio. Si vede, si respira, si percepisce e chi comanda lo dichiara pure pubblicamente. Ma davvero vogliamo che la prossima epoca sia un medioevo tecnologico del controllo digitale? Un alveare Borg è il nostro futuro? Cosa rimmarrà di umano a quel punto?
Forse infine e quindi non a caso si è scelto quel nome Cassandra a monito di un tale destino. Cassandra la figlia veggente di Priamo, Re di Troia. Punita da Apollo a cui non si è voluta concedere di vedere il futuro ma non essere mai creduta. Forse non dovremmo essere sordi e ciechi e credere a Cassandra e a ciò che ha voluto dirci.
RECENSIONI #VISTOPERVOI SOTTOPALCO
Voto 10. Come prima Dark, uno dei più interessanti telefilm di fantascienza sci fi visti, la produzione tedesca ha sfornato una pellicola che fa riflettere. Una miniserie da guardare tutta d’un fiato. La giusta dose di thriller e fantascienza che fa riflettere. Permette di gettare i semi di una certa critica alla corsa alla tecnologia e alla rivoluzione smart che oggi andrebbe affrontata da un punto di vista etico, legale, medico e filosofico. Già domani potrebbe essere tardi.