Risveglio

Risveglio di primavera è stato scritto in un momento storico in cui sincomincia a pensare all’adolescenza come stadio importante della formazione della vita umana. L’adolescenza da quel momento acquista un attenzione e un ruolo nella società e ne diventa  protagonista.

Oggi l’adolescenza pare protrarsi ben oltre il naturale periodo biologico. Per questo, nella nostra messa in scena la vicenda narrata da Wedekind viene rivisitata da un gruppo di vetero-adolescenti, che ripercorrono conflitti,  ansie e  desideri di una maturazione mai avvenuta.
Alla base delle vicende drammatiche del testo vi è una sessualità prorompente e non procrastinabile, il risveglio di primavera appunto, che diventa nell’adattamento una sorta di circolo vizioso che non trova una via d’uscita, un ossimoro, un qualcosa di eternamente procrastinato e prorompentemente immobile.

Nel testo di Wedekind, inoltre, è interessante lo spostamento spazio-temporale: il luogo drammatico muta in continuazione. In ogni scena ci ritroviamo in uno spazio nuovo: al chiuso o allaperto, allinterno di una lettera o in presenza di spiriti,  inoltre vengono continuamente citate opere letterarie e pittoriche, quasi a definire un paesaggio simbolico ed evocativo che cambia rapidamente. Ci troviamo un secolo prima della nascita di internet in una sorta di viaggio virtuale.

Abbiamo costruito lo spettacolo non come messa in scena cristallizzata del testo, ma come traduzione complessa e frammentata di dialoghi e situazioni. Gli ambienti sonori, gli elementi visuali, i movimenti coreografici danno una nuova cifra drammaturgica e di regia. La scena è un ring dove si affrontano, senza mai confrontarsi veramente, le generazioni nell’azione drammatica.

Crediamo in un teatro che proponga linguaggi contemporanei, che non si limiti a mettere in scena i testi ma li approfondisca, un teatro che cerchi una comunità in cui rappresentarsi.

«Alla fine dell’Ottocento Wedekind inventa l’adolescenza. Prima esistevano i bambini. Appena iniziava lo sviluppo eri pronto per andare a lavorare nei campi o in fabbrica. Spesso e volentieri la famiglia ti aveva combinato il matrimonio. Ti riproducevi ed era bellechefatta. Poi migliorarono le condizioni produttive, le pestilenze vennero debellate, si allungò l’aspettativa di vita. Poco più di cento anni fa Wedekind è uno dei primi ad accorgersi della mutazione e scrive Risveglio di primavera. Le trasformazioni allo status quo risultano spesso indigeste, e chi dà un nome al cambiamento viene messo alla gogna. Così per qualche lustro la pièce venne censurata e le rappresentazioni impedite in tutti i teatri.

Nel dicembre del 1972, quando per l’appunto mi affacciavo all’adolescenza, uscì al cinema Ultimo tango a Parigi. Di lì a poco venne espulso dalle sale e messo al rogo. Proprio come nel medioevo al tempo dell’inquisizione. Anche allora era in atto una mutazione. Da lì a poco si sarebbe votato per il referendum sul divorzio e la bigotta Italia avrebbe scelto la modernità. Rivedere oggi la famosa scena del burro del film fa tenerezza in confronto alle immagini hard che ci aggrediscono dai tabelloni pubblicitari e dagli schermi al plasma hd.
La stessa tenerezza che mi suscitano certe istantanee che ritraggono le star maledette del rock degli anni sessanta, ormai settantenni, acconciate in leggings e felpe allo stesso modo dei quattordicenni che si preparano agli invalsi per accedere al liceo.
L’adolescenza, l’intuizione geniale di Wedekind, l’età che prima non esisteva e che la censura tentò di cancellare, è diventata oggi quel periodo che ci accompagna dall’infanzia alla senilità, annullando addirittura il tempo della maturità che non appartiene più alla nostra vita.
Per questo penso che proprio oggi sia importante riscoprire Risveglio di primavera in teatro. Proprio oggi che la peterpanità, o peterpanismo se preferite, ha fagocitato adolescenza ed età adulta, globalizzando la nostra esistenza.

Oggi il teatro è lo spazio dell’evocazione. Soprattutto adesso che tv e cinema lo hanno liberato dalla rappresentazione del vero, come a fine Ottocento la fotografia liberò la pittura dall’imprimere il reale.

Per questo i tre protagonisti adolescenti sono tre moderne figure affette da quel peterpanismo sbocciato come un Risveglio di primavera. Per questo ho scelto di raccontare la storia dei tre personaggi principali, mentre un unico attore farà la parte di tutti quegli adulti che nella nostra epoca sono praticamente scomparsi».
Roberto Tarasco

Risvegli
una produzione ariaTeatro e Itaca Teatro
ispirato a Risveglio di primavera di Frank Wedekind
regia di Roberto Tarasco
con Marco Alotto, Chiara Benedetti, Gianni Bissaca, Denis Fontanari
Giovedì 19 marzo 2015 ore 20.45, Teatro di Pergine
www.teatrodipergine.it

 

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