Abbiamo trovato la vera ATLANTIDE

Fratelli e sorelle della pallida saggezza, popolo della terra da vivere, oggi per la gioia del nostro “capo”, pubblico su queste pagine un articolo, in cui si  trova tutto quello che c’è da sapere a proposito di questa esperienza, della quale non si conosce l’inizio e non si vede la fine, per questo amo chiamarlo #neverendingtrip.

Come previsto dai piani di viaggio, come predetto dal nostro infallibile astrologo in meno di tre mesi, viaggiando sempre in direzione sudovest abbiamo raggiunto Atlantide: la leggendaria isola misteriosa, il continente sommerso e dimenticato.

I più acuti di voi li lo avevano già intuito: non si tratta di un luogo fisico, ma di uno stato di consapevolezza, di un modo d’essere.

Atlantide sta sotto la superficie, Atlantide è vasta e profonda,  risiede  oltre la crosta terrestre dominata dal consumismo take a way in plastic bag, oltre le idee facili, comode, veloci, preconfezionate a prezzo fisso, ma anche tre per due se lo dice la pubblicità.

Atlantide non è una canzonetta buona per il festival degli Occidentali’s  Karma, non è un viaggio organizzato per movimentare l’esistenza di individui annoiati, è il frutto di un albero che cresce lentamente e non si può coltivare, perché ha radici così estese che superano i confini del pianeta  e affondano nello spazio invisibile e vuoto.

É un frutto che matura una volta sola, chi non è in grado di coglierlo lo avrà perso, non necessariamente per sempre, ma  nessuno si aspetti di ritrovarlo una seconda volta  nella stessa vita, siamo individui costretti in tempi brevi rispetto ai cicli dell’eternità.

Nel cuore del cuore di Atlantide abbiamo trovato la parte migliore di noi, quella luminosa in grado di vedere con gli occhi chiusi mentre nel silenzio ascolta un suono che viene da dentro.

Atlantide ci ha aperto le mani perché abbiamo capito che non c’è nulla da trattenere, ci ha fatto alzare le braccia verso il cielo, perché è da li che viene e li ritorna tutto quello che passa sulla terra.

Abbiamo trovato altri migranti sulla rotta verso Atlantide i nostri corpi sembravano tutti diversi tra di loro, ma viaggiando controcorrente ci siamo spogliati del superfluo e nella nudità dell’essenza abbiamo visto che eravamo tutti uguali.

A forza di ascoltare il suono delicato e forte di mille acque e milioni di ciotoli rotolanti  siamo diventati Oceano allora e solo allora, perché prima non ci era possibile nemmeno immaginarlo siamo entrati nella caverna più profonda e vasta, dove tutte le correnti provengono e poi ritornano, vi abbiamo trovato ancora vergine e sempre immobile, il vivente.

Era privo di idee e di desideri, non aveva un pensiero dominante, dimorava in se stesso  senza respirare includendo ogni cosa nel suo essere. Egli era la causa.

Il mio contributo per Landtobelived non è una proposta di viaggio di tipo turistico, per quello ci sono i tour leader e  le agenzie di viaggio, anche se in questo caso In tutto e per tutto vi raccomando solo a Google.

Il mio è un invito al viaggio di tipo olistico, parte dall’idea che Il mondo e l’individuo siano una cosa sola, nel conoscere e scoprire il mondo un individuo conosce e scopre se stesso, si tratta di voler affrontare tutti gli aspetti dell’esistenza che è varia, molteplice, meravigliosa non solo una parte, significa vuole andare fino in fondo e non accontentarsi di un titolo, di una copertina, di un selfie.

Quando superiamo i confini comunali, provinciali, statali o continentali che siano andiamo incontro ad usi e costumi,  culture e tradizioni che di fatto non sono nostre, ma in potenza ci appartengono.

Scopriamo che tutto è relativo, saremmo diversi se fossimo nati e cresciuti  altrove, scopriamo che ciò che è apprezzato al di qua del fiume può essere disprezzato al di là; ciò che è ritenuto giusto dalla gente di montagna può essere ritenuto sbagliato dalla gente del mare.

Oltre le mura della nostra dimora abituale vivono alberi di fronte ai quali siamo piccoli stecchi e fiori con forme e colori che ci rendono banali e scialbi al confronto e soffia un  vento che trasporta profumi ed odori che vengono da lontano e sono carichi di vita, mentre lo osserviamo il cielo cambia colore perché tutto si muove, tutto si trasforma.

Quando incontriamo la smisurata quiete silenziosa,  calda e secca dei deserti possiamo immaginarla come il luogo dove la nostra coscienza tiene in deposito la memoria, un luogo aperto, protetto solo dalla propria immensità, ma da molti ritenuto inaccessibile, impenetrabile.

Quando invece navighiamo nelle incontenibili acque oceaniche, quella tremenda forza inarrestabile, potrebbe essere la nostra energia vitale, come il moto ondoso respira si comprime e si espande dando vita ad ogni cosa.

Mentre  le grandi montagne con le vette affilate di rocce cristalline che splendono gelate,  a contrastare  il cielo,  sole, uniche e maestose, guardando la terra dall’alto verso il basso sono i nostri ideali più elevati ed ispirati,  le idee più belle e pure quelle che dovremmo realizzare, quelle per cui dovremmo impegnarci e faticare.

Le grandi metropoli piene di persone, che viste dall’alto sembrano formiche e si contano in milioni tra miliardi di luci intermittenti e di rumori urbani che non si  quietano mai sono i nostri pensieri: incontrollati fine a se stessi, inutili e superflui, fino a diventare dannosi quando ci tengono prigionieri nel loro turbinio non lasciandoci più uscire verso gli spazi aperti.

Cosa potrebbero rappresentare le grandi foreste e le giungle lussureggianti,  straripanti di vita sotto tutti gli aspetti, di forme e di colori, di fiori e di piante,  di animali, di frutti, di foglie e di semi,  di bacche e di pietre e di suoni e di mille altre cose che ancora non hanno arricchito la conoscenza enciclopedica, se non la nostra immaginazione, la fantasia che non ha limite, alla quale la natura non chiede di averne.

Le isole graziose e quiete che andiamo a visitare,  come i  bei giardini curati in cui ci piace ritararci, dove tutto è armonia e il tempo sembra non passare, sono i nostri momenti intimi di cui dobbiamo nutrirci in cui dobbiamo riflettere a proposito di noi perché la vita non ci trasformi in qualcuno di indesiderato finanche a ucciderci prima del previsto.

La lista potrebbe proseguire con i fiumi, i torrenti, le foci e gli estuari, i ghiacciai,  i geyser e i vulcani, le praterie, le vallate e le pietraie o le oasi, ancora le grandi scogliere, le spiagge e i promontori, i boschi e i roveti,  i monsoni, le siccità, l’aurora boreale  e tutte le persone ognuna unica nel proprio essere  strana, particolare e  stravagante. E così via potremmo scoprire luoghi e fenomeni di cui non conoscevamo l’esistenza e ognuno di loro è parte del nostro corpo cosmico.

Ma per prendere coscienza del mondo e di noi stessi,  non è tanto importante scrivere e leggere le proprie o altrui esperienze, quanto viverle e renderle parte di noi lasciandosi trasformare dal proprio viaggio.

Una volta chiesi a un migrante bello come un dio è forte come un eroe quante forme poteva assumere un uomo, lui rispose:”tante forme quante sono le specie di animali sulla terra, un numero ancora sconosciuto, certamente da scoprire, ma non giudicare  un individuo per  l’aspetto del corpo che lo manifesta, osserva piuttosto la  grandezza del suo spirito,  lo spirito forgia il suo carattere e  lo rende più o meno vivo e cosciente.”

Vorrei concludere rimandando ai grandi spazi ultraterreni quelli che possiamo conoscere e visitare  viaggiando con l’intuito e in  un corpo di sogno.

La terra si muove  nello spazio, con lei altri pianeti tra un incalcolabile numero di stelle, per chi non si ferma il viaggio è multidimensionale e interplanetario.

Il progresso tecnico scientifico ha riempito il nostro pianeta di luci, queste luci sono affascinanti, hanno molte utilità ma hanno in parte oscurato il cielo. Abbiamo gli aerei Low Coast, abbiamo internet per prenotarli e le carte magnetiche per pagarli, ma i nostri antenati senza nulla erano in grado di arrivare più lontano perché erano più abili di noi nel conoscere le stelle.

Le Pleiadi, il Cane minore, la cintura di Orione, Sirio,  l’Orsa maggiore: il nostro corpo è elettrico, la nostra casa è l’Universo, questo è quello che abbiamo scoperto una volta raggiunta Atlantide, allora abbiamo preseguito nel viaggio che non finisce mai.

 

Nic.

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