TECNOLOGIA E LIBERTA’: STIAMO PERDENDO IL CONTROLLO?

Tecnologia e Libertà: Stiamo Perdendo il Controllo?

Editoriale di Daniel Cerami

Negli ultimi anni, abbiamo assistito a una rivoluzione tecnologica senza precedenti. Auto con guida assistita, capaci di accendersi da remoto e guidare da sole, monitorate dal satellite e controllabili a distanza.

Moneta elettronica e pagamenti digitali hanno reso sempre più raro l’uso del contante. Persino i nostri smartphone sono diventati strumenti che, con batterie integrate non rimovibili, sembrano essere sempre “in ascolto”. E poi c’è la domotica: le nostre case sono sempre più smart, controllabili tramite app e comandi vocali.

Tutto questo progresso promette comodità, sicurezza e una vita più semplice. Ma dobbiamo chiederci:  a quale prezzo?

Il Fascino del Controllo Totale

La tecnologia che ci circonda oggi ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere. Pensiamo a un’auto che si avvia con un semplice clic sul telefono o a un frigorifero che ordina la spesa quando rileva che il latte sta per finire. È indubbiamente affascinante. Ma dietro questa comodità si nasconde un aspetto inquietante: la perdita di controllo individuale.

Un tempo, se volevamo spegnere un telefono, bastava rimuovere la batteria. Oggi non possiamo più farlo. Se un sistema di pagamento digitale si blocca o viene rifiutato, non sempre abbiamo contante come alternativa. Se il sistema di guida assistita di un’auto decide di fermarsi, il conducente potrebbe non avere il controllo immediato.

Ci stiamo affidando a un sistema che ci sta togliendo la possibilità di scelta, rendendoci dipendenti da tecnologie che non sempre comprendiamo o controlliamo.

Dove Finisce la Libertà e Inizia il Controllo?

Se una tecnologia nel momento in cui viene inventata o introdotta, abolisce le tecnologie precedenti o inibisce le tecnologie alternative, allora quella non è una tecnologia, ma un dispositivo di controllo.

Vedi video completo:


Quando la tecnologia non lascia alternative, la comodità diventa coercizione. È qui che nasce il dubbio: siamo di fronte a un progresso o a una forma di regime tecnologico?

Regime non nel senso politico tradizionale, ma come sistema che impone regole non scritte, togliendoci libertà fondamentali. Un regime in cui ogni aspetto della nostra vita è monitorato, registrato e potenzialmente controllato da enti o aziende che detengono il potere su questi strumenti.

La moneta elettronica, ad esempio, è utile, ma se il contante sparisse del tutto, cosa succederebbe se succedesse un evento come lo scorso venerdì?

Poi ogni transazione sarebbe tracciabile, lasciandoci senza possibilità di anonimato. Se la domotica controlla ogni aspetto della casa, cosa accade se qualcuno, da remoto, decide di disattivare le nostre funzioni vitali, come riscaldamento o sicurezza, o peggio, chiuderci in casa?

E l’identità digitale? Un solo click per bloccarti passaporto, identità, accessi etc.

Progresso sì, ma con consapevolezza

Non si tratta di demonizzare la tecnologia. Il progresso è necessario ed è giusto che le innovazioni migliorino la qualità della vita. Tuttavia, è fondamentale che il progresso sia accompagnato da consapevolezza e libertà di scelta.

Il diritto all’alternativa deve essere preservato. Dobbiamo poter decidere se pagare in contanti o con carta, se guidare un’auto manualmente o affidarla a un sistema automatizzato, se spegnere un dispositivo o lasciarlo acceso. Solo così possiamo garantirci una vera libertà.

Riprendiamoci la Libertà

Il futuro non è scritto, ma spetta a noi decidere come vogliamo viverlo. Dobbiamo porci domande scomode e pretendere risposte. Non possiamo accettare passivamente un mondo in cui ogni scelta viene preimpostata da altri.

La tecnologia è un mezzo, non un fine. Deve servirci, non dominarci. E soprattutto, non deve mai privarci del diritto più prezioso: quello di scegliere.

 

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