PASTICCERIA BRONZETTI: TRADIZIONE E DOLCEZZA

Una tradizione dell’arte pasticcera che si protrae dal 1975, quella della famiglia Bronzetti a Lavis. Arte particcera che si basa su tre pilastri: ricerca, tradizione e innovazione.

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Proprio per spiegare questo connubbio, che ha fatto della Pasticceria Bronzetti a Lavis un luogo di culto per gli appassionati del dolce, ne parla Gianluca Bronzetti. Che sia per la colazione o per il confezionamento di una torta d’effetto, o il vassoio di paste, o ancora la voglia del “peccato di gola” di un dolce, la Pasticceria Bronzetti a Lavis non delude mai.

E’ dunque l’erede della Famiglia Bronzetti che racconta di come la selezione accurata di materie prime si coniughi con la creazione artigianale di prodotti curati in ogni dettaglio. Dalle torte tradizionali al Cake Design, dalla pasticceria e biscotti alle creazioni con il cioccolato,  fino ai lievitati, cuore e anima firmati Bronzetti, e le colombe o i panettoni, la Pasticceria Bronzetti è la soluzione sicura per ogni richiesta o desiderio di dolcezza.

Come nasce la passione per la pasticceria e la decisione di rilevare l’attività di famiglia?

Dopo l’esperienza all’Istituto Alberghiero ho iniziato a lavorare a tempo pieno in pasticceria, mentre prima ero presente nei week end. Lavoravo e frequentavo corsi di aggiornamento. Frequentare corsi e confrontarsi con professionisti italiani e stranieri mi ha permesso di allargare la mia formazione e aprire la mente. Ho anche superato un concorso europeo e a livello di Team Italia ci siamo aggiudicati il quarto posto. Nel 2015 arriva la decisione di portare avanti l’attività di famiglia visto che mio padre era giunto alla soglia del meritato pensionamento.

Cosa ha comportato questo “cambio di guardia”?

Fino al 2020 ho seguito le orme paterne e ho mantenuto l’attività nel binario tracciato. Poi tra il 2019 e il 2020 ho sentito che era giunto il momento di dare una svolta al locale. C’è stato il sentore di un cambiamento negli usi e nei ritmi dei clienti e così ho voluto creare un locale vicino alle nuove esigenze. Ho ristrutturato la caffetteria e accanto al laboratorio e punto vendita ho creato la caffetteria bar. Inizialmente si è trattato di un posto interno easy e veloce, sull’idea dei locali francesi. In un secondo tempo abbiamo creato la veranda esterna. L’idea è quella della sosta veloce, ma piacevole. Solo nel 2022 abbiamo potuto dare aria alla veranda e collegarla al negozio, nel post regole Covid.

Quindi l’offerta è quella del negozio e della consumazione?

Si, principalmente colazione e merenda nel pomeriggio. Vedo che l’offerta piace ed è stata ben accolta.

Qual’è il “cuore e l’anima” della Pasticceria Bronzetti?

La mia ricerca ruota attorno ai lievitati, che sono anche la specialità che ci viene richiesta e riconosciuta. Siamo partiti dalla ricetta storica delle brioches che ho migliorato negli anni. Una ricerca continua proprio per offrire il meglio. Se devo dire quale sia il nostro punto forte, punterei sui lievitati.

Mentre l’obiettivo quale è?

Ho puntato sul caffè. A me piace molto la ricerca degli aromi e del caffè e l’abbinamento con il dolce. Così ho introdotto appunto il servizio caffè come metodo alternativo anche dal punto di vista delle macchine da caffè. Ha richiesto uno sforzo anche in formazione del personale, in quanto tutti in azienda hanno imparato a gestire nel migliore dei modi il servizio del caffè di qualità. La soddisfazione è l’apprezzamento dall’esterno, che di conseguenza ripaga degli sforzi e del lavoro che c’è dietro a tutto questo.

Cosa si intende per easy e veloce?

Non offriamo il servizio ai tavoli. E’ una modalità voluta di velocità per permettere un afflusso veloce da parte di tutti i clienti. Quindi ciascuno ritira il suo vassoietto e ha una seduta leggera legata alla necessità del flusso a seguire.

La Pasticceria Bronzetti è sempre stato un sogno, fin da piccolo?

In realtà da piccolo non ci pensavo minimamente, pochè vedevo i miei genitori stare tutto il tempo al lavoro. Quello della pasticceria è un impegno a tempo pieno e non esiste riposo. Si lavora sia nei giorni feriali che festivi, anzi, nei festivi c’è un afflusso maggiore. Poi ho seguito un percorso di studi nella ristorazione ma avevo le mie idee ed aspirazioni. A quel punto è sorta la domanda se valesse la pena di investire in un punto vendita o attività tutta mia. Infine c’è stato lo sviluppo che ho appena raccontato.

Novità in vista?

Qualche idea c’è. Penso a soluzioni per pranzo o aperitivo. Abbiamo già qualche prodottino ma in prevalenza la nostra è una vocazione al dolce.

Critiche ce ne sono state?

Ritengo che le critiche siano sempre costruttive e ti facciano migliorare o prendere in considerazione punti di vista fin’ora non esplorati. Più che altro ne ho avute da insegnanti e professionisti nel momento della formazione. critiche di formazione e costruttive, quelle che ogni allievo affronta. Ne ho fatto tesoro e le ho messe a frutto per migliorarmi.

Oramai cibo e pasticceria dilagano in rete e tv anche con reality e sfide. Ne avete risentito?

Capita che il cliente arrivi con un dolce da confezionare di cui ci porta la foto presa dalla rete. Magari il dolce di un Maestro della pasticceria. Altre volte la richiesta è di torte molto elaborate artisticamente, un po’ come riproduzioni di sculture o di ambientazioni con molti dettagli. Quello che però il cliente non comprende è il lavoro che richiede un dolce di quel tipo e di conseguenza il prezzo che ne esce. Così rimane perplesso dal preventivo. Capita a volte. Più il dolce è elaborato e stravagante più richiede tempi di lavorazione, preparazioni differenti e capacità che lievitano i prezzi, per non contare i materiali e i prodotti con cui viene confezionato il dolce.

Il biglietto da visita?

La brioches. Se inizi bene la giornata, a mio avviso, poi tutto va per il meglio. Voglio che la colazione lasci un bel ricordo al cliente. Dedico tante energie ai lievitati, e il lievito madre è insidioso e può recare molti errori, sono da valutare le tempistiche e motli fattori. Quindi vi dedico ogni cura per poter aprire con il profuno delle migliori brioches cotte a regola d’arte.

E’ cambiato il gusto dei clienti negli anni?

Direi di si. Sia per spunti dati dai programmi televisivi e dai social, sia per la contaminazione culturale. Il cliente è più informato e sa cosa si mangia a New York ma anche a Parigi o Tokyo, sopratutto i giovani.

Si lavora sette giorni su sette?

Il giorno di chiusura è il lunedì. Ne aprofittiamo per un motivo di produzione, sopratutto dei lievitati che richiedono giornate in sequenza ancor più per Pasqua e Natale, con colombe e panettoni.

L’eredità passerà ai figli?

Sono convinto che i figli debbano seguire la propria strada ovunque li porti. Non credo che se apri una attività lo fai per i figli. In prima istanza lo fai per te. E così deve essere. Ovviamente ciascun genitore è contento se i figli seguono le proprie orme, ma non dev’essere una regole o una imposizione. Perchè se io faccio il pasticcere, lo faccio per me, per la mia passione e perchè mi da soddisfazione. L’attività richiede molti sacrifici e a vent’anni questo pesa. Si lavora alle feste con orari importanti. Ma penso che tutti i lavori abbiano i loro lati impegnativi. L’importante è realizzarsi in ciò che appassiona.

 

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