LE NOSTRE DUE SETTIMANE NEL NORD DELLA THAILANDIA

Thailand here we are!!

Abbiamo ormai passato il terzo mese intero di viaggio: oltre 100 giorni sono trascorsi dal momento in cui abbiamo salutato lo stivale dal finestrino di un aereo diretto a Manila, prima tappa del nostro viaggio nel sud est asiatico. In questi 100 giorni abbiamo percorso migliaia di chilometri, visitato 5 stati, preso aerei, traghetti, zattere, treni, autobus, jeep, motorini, aliscafi, tuk tuk, biciclette.. abbiamo assaggiato migliaia di piatti tipici, visitato centinaia di templi, di rovine, di monumenti.. abbiamo esplorato decine di cascate, foreste, grotte, montagne e abissi marini e tanto altro ancora.
Tuttavia, non siamo neanche a metà del nostro viaggio, e quindi si continua: sempre carichi, curiosi e con il sorriso stampato in faccia!
Siamo da circa una decina di giorni in Thailandia, e vorremmo raccontarvi la nostra avventura finora.
Prima tappa, per spezzare il viaggio, è stata la cittadina di Chiang Rai, dove abbiamo trascorso un paio di giorni, abbiamo visitato il White temple, il famoso tempio/provocazione creato dall’artista C. Kositpipat al cui interno si possono trovare oltre ad immagini del Buddha anche murales raffiguranti Pikachu, Batman, Topolino, personaggi di guerre stellari e pure le Torri Gemelle sotto attacco terroristico. Molto bello e ironico, ma sempre pieno di turisti, principalmente asiatici, che vi si recano non solo per ammirarne la stranezza ma anche per pregare (buddha o topolino, questo non lo abbiamo capito).
Il giorno seguente abbiamo trascorso una mattinata ad esplorare l’interessante museo delle Tribù locali, dove vengono raccontati gli usi e costumi, le regole di comportamento quando si è a contatto con loro, la storia del commercio di oppio nella storia (Chiang Rai è nella zona comunemente nota come il Triangolo d’oro, una zona fra Thailandia, Myanmar e Laos, per anni il maggior produttore e esportatore di oppio e eroina).
Nel pomeriggio invece abbiamo preso un autobus in direzione sud, alla volta di Chiang Mai. Chiang Mai, dal thailandese “la città nuova” prende questo nome in quanto successore a Chiang Rai come capitale dell’Impero Lan Na (durato dal 1296 al 1768), che poi dal 1777 prese il nome del Regno di Chiang Mai.
La città è letteralmente costellata di templi, ve ne sono circa 300, la maggior parte bellissimi, molto decorati e con affascinanti raffigurazioni religiose in oro o argento o altri materiali preziosi. Fra tutti quello che ci ha colpito di più è stato il Silver Temple, un tempio interamente coperto, sia internamente sia esternamente, di lamine di argento che gli danno una lucentezza unica. Per motivi religioni in questo tempio le donne non possono entrare, in quanto considerate impure a causa del ciclo mestruale.

Dopo aver fatto un’abbuffata di templi, abbiamo deciso di noleggiare una moto e spostarci nella famosa mecca per i backpackers, Pai. La strada per raggiungerla è un’ottovolante! Vi sono ben 762 tornanti, alcuni strettissimi, in ripide discese o in salita: insomma, uno spettacolo per i centauri!

Questa cittadina in riva ad un piccolo torrente, piena zeppa di guesthouse, bungalows e hotel, è un ottimo luogo se si cerca un pò di nightlife in stile occidentale e qualche serata di baldoria. Personalmente a noi è sembrata un pò troppo artificiale, sovrapprezzo e con un tipo di intrattenimento non in linea con ciò che andavamo cercando. Tuttavia abbiamo conosciuto un gruppetto di ragazzi davvero in gamba, con cui abbiamo trascorso delle piacevoli serate a giocolare con i Poi, a fare lunghe chiacchierate e a partecipare ai Quiz Night, sbaragliando gli altri concorrenti! Centro abitato a parte, l’ambiente in cui Pai è inserita è caratterizzato da lunghi canyon (non immaginatevi il Gran Canyon, ma comunque molto suggestivi da ammirare), foreste pietrificate, sorgenti di acque termali a 40’C e numerose cascate. Un’altro aspetto molto interessante è dato dalle Hilltribes che popolano la zona. La provincia di Mae Hong Son, di cui Pai fa parte, è abitata da diverse etnie tribali, provenienti da Cina, Myanmar, Laos e Vietnam, che negli anni delle grandi migrazioni si sono sparse in giro per il sud est asiatico: vi si trovano Hmong, Thai Yao, Akha, Lisu Karen e molte altre. Incuriositi, abbiamo deciso di andare a spendere una notte in uno di questi villaggi, situati ad una settantina di chilometri. Tuttavia, essendo bassa stagione e non essendoci molti tour organizzati, gli appartenenti a queste tribù non indossavano abiti tradizionali, molte homestays erano chiuse, e anche trovare un luogo per mangiare è stata un’impresa. Ad ogni modo seppur diverso dalle nostre aspettative,spendere del tempo con i locali, mangiare e dormire nelle loro case, è stata un esperienza molto interessante.
Durante questo viaggio abbiamo imparato che non bisogna mai farsi grandi aspettative per non restare delusi. Vivere gli eventi così come vengono è il modo migliore per vivere ogni momento del  viaggio con quello stupore unico e genuino dato dall’imprevedibilità e dalla naturale bellezza degli eventi.

Gli ultimi giorni nel nord della Thailandia abbiamo deciso di dedicarli a noi stessi, a trovare il nostro equilibrio interiore, a imparare a conoscerci meglio e a dare un pò di tregua alla nostra mente. Come? Ma con la meditazione, ovvio!
Ogni martedì il tempio Doi Suthep organizza due giorni di meditazione, per dare la possibilità a tutti di venire introdotti a quelli che sono i principi del Vipassana, seppur in maniera molto molto moderata e attenuata. Due giorni in totale silenzio, in cui si medita per la maggior parte del tempo, seguendo la voce guida del monaco/maestro. Qui non si medita solo quando si è seduti nella posizione del loto o mentre si è sdraiati a terra, qui si medita sempre: quando si cammina, osservando il momento del contatto dei nostri piedi sul terreno ed evitando di calpestare ogni forma vivente; si medita mentre ci si fa la doccia o mentre si mangia, prendendo consapevolezza dell’acqua che viene utilizzata e riflettendo sul fatto del mangiare come azione necessaria al sostentamento della persona, e non dettata da gola o ingordigia.
Due giorni decisamente intensi, ma allo stesso tempo istruttivi e che fanno riflettere sullo stile di vita occidentale e su quelle che sono le vere necessità dell’uomo.
Chissà, forse un giorno proveremo anche il vero ritiro di meditazione Vipassana, 10 giorni in totale silenzio senza distrazioni, con l’ultimo pasto solido della giornata a mezzogiorno e una media di 8 ore di meditazione al giorno. Duro certo, ma non impossibile, a quanto dicono altri praticanti, i quali la ritengono la chiave per la felicità interiore.

Bene, vi abbiamo parlato di templi, di montagne, di tribù locali e di meditazione. Ora è tempo di iniziare la nostra discesa verso sud, alla scoperta delle isole, che ogni anno attraggono migliaia di turisti, ma che riservano allo stesso tempo anche piacevoli sorprese e rivelano luoghi unici e magici.. a chi sa osservare nel profondo e non fermarsi alle apparenze.
Quindi preparate il costume, le pinne, e gli occhiali che settimana prossima i back_Pachers vi portano al mare!

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