L'arte relativa di Giorgio Gatto a #TecnoNart2015
La varietà dell’ormai inutile è sconfinata e qualsiasi cosa va bene per essere sottoposta ad un riciclaggio semiserio, semireale, semiecologico, semiartistico, semiscientifico etc…
Giorgio Gatto, architetto e artista genovese dalle molteplici sfaccettature, fa del riciclo dei materiali la sua arte, ma rigorosamente anarchica: la sua passione è smontare e, perché no, rompere gli oggetti per ricavare i pezzi da utilizzare nelle sue composizioni, perché “è metà del divertimento, l’altra metà consiste nel rimettere in qualche modo “tutto a posto”, ma è un ordine un po’ anarchico, variabile, relativo. Giorgio è nato a Genova dove vive. E’ architetto; disegna, dipinge, fotografa, intaglia, costruisce.
Continua a studiare per approfondire la propria conoscenza del disegno e della pittura.
Quando non fa queste cose cucina, legge, perde tempo, vaga per montagne e boschi, città e musei.
Le opere che espone sono in gran parte realizzate con i più vari materiali di scarto, compresi legno e componenti tecnologici; il legno è però l’elemento base con cui costruisce le proprie opere. Lavorare con quello che trova introduce nella sua opera una componente di casualità, quello che rimane costante è il metodo con cui progetta e realizza le sculture-giocattolo o le sculture da parete, conferendo ad un coacervo di oggetti disparati un’impronta unitaria.
Da sempre tenta di unire ambiti e tecniche diverse; il colore, ad esempio, è sempre presente nei suoi lavori, il disegno è sempre dietro ad ogni progetto.
Ultimamente sta realizzando opere sempre più vicine all’installazione e ha presentato una serie di piccole tele ad olio ed acrilico.
Dal 1997 espone i propri lavori in varie gallerie e manifestazioni, in Italia e all’estero.
Collabora da tempo con la galleria Ellequadro Documenti di Genova con la quale, tra l’altro, partecipa al MISA (museo internazionale scultura per aziende).
La collaborazione si estende ad altre gallerie di Genova: Immaginecolore, con la quale ha esposto a Venezia a palazzo Zenobio e Artelier in occasione della partecipazione al concorso Dumping Art.
Collabora inoltre con la Galleria Artanda ad Acqui Terme.
“Fili e labirinti” è una installazione composta da 4 gomitoli di dimensioni diverse realizzati tutti con materiali di recupero.
Il titolo rimanda al filo di Arianna e al labirinto del Minotauro.
Nell’opera il labirinto non è rappresentato: ognuno ha il proprio labirinto in cui vive con i propri “mostri” e in cui cerca di orientarsi tramite il proprio filo di Arianna. Oggi più che mai il labirinto è complicato e richiede di essere affrontato in modo creativo: ognuno deve trovare la propria via di uscita.
Daniela Longo
Sito: http://www.webalice.it/giorgiogtt
E-mail: giorgiogtt@alice.it
Cell. 346 9778 124







