«IL DON GIOVANNI Vivere è un abuso, mai un diritto»

Filippo Timi sarà ospite, nelle serate di martedì 14 e mercoledì 15 gennaio, della Stagione di Prosa 2013-2014 organizzata a Trento dal Centro Servizi Culturali S. Chiara. Porterà in scena al Teatro Sociale «IL DON GIOVANNI – Vivere è un abuso, mai un diritto», spettacolo che lo vede impegnato nel triplo ruolo di autore della drammaturgia, regista e interprete. Il sipario si alzerà alle 20,30.

filippo timi

fonte: www.umbriacronaca.it –


«Tendenze Prosa», il calendario che sviluppa un’indagine sul nostro tempo arricchendo con spettacoli di regia contemporanea la Stagione del Centro Servizi Culturali S. Chiara, porterà martedì 14 e mercoledì 15 gennaio sul palcoscenico del “Sociale” l’eccezionale talento teatrale di Filippo Timi.
Scrittore, regista, scenografo e attore irriverente, sempre capace di creare con il pubblico una straordinaria empatia, sarà regista e interprete de «IL DON GIOVANNI – Vivere è un abuso, mai un diritto», spettacolo prodotto dal Teatro Franco Parenti con il quale si appropria del mito di Don Giovanni e lo trasforma.
Dopo l’Amleto (Il popolo non ha pane? Diamogli le brioche), continua così il suo percorso di riscrittura e di reintepretazione intervenendo su un altro testo classico, e lo fa con quella carica di humor nero che fa presagire la morte, tanto che il suo Don Giovanni sa già di dover morire: conosce la sua fine, deve semplicemente rincorrerla.
«Don Giovanni è l’umanità volubile e insaziabile – scrive Filippo Timi nelle note di regia – l’umanità finalmente priva di quelle morali colpevoli dell’assurdo destino verso cui stiamo precipitando. E la colpa non è certo della storia, o di tutti quei Cristi che c’hanno professato amore, ma la nostra: la fame di potere insita nell’uomo nessuno escluso, la fame di resistere, di mistificare, di ingannarsi piuttosto che sopravvivere. Meglio morire da idioti ma tutti insieme che svegliarsi e di colpo comprendere l’errore? Evidentemente sì. Ma stavolta l’evidenza lascerà una firma sanguinaria, una firma così profonda da spazzare via l’intera umanità. Don Giovanni è un’intera Storia dell’umanità che muore.
Finalmente, dopo la sua rincorsa, dopo millenni di fame, eccolo pagare il conto. Non c’è scampo: se neppure un’umanità sveglia e godereccia, fuori dalle regole e concentrata sul piacere come Don Giovanni, non può esimersi dal suo più importante appuntamento con la morte, allora, neppure noi possiamo più far finta di nulla. Solo schiavi delle proprie miserie e desideri più neri ci si riappacifica con la propria infanzia, e si è pronti a vivere la morte. La vita è ingiusta, ecco che cos’è la vita, una farsa che si trasforma in tragedia. Vivo è solo ciò che muore, e solo amando si rischia davvero di toccare le vette gelide dell’estrema solitudine, e da lì sentire il canto delle sirene. Solo tradendo si raggiunge l’amore assoluto. Un desiderio morto non è più un desiderio. Don Giovanni non brucia mai veramente, desidera bruciare, promette l’inferno, la sua arte è teatrale, recita così bene la promessa che è impossibile non credergli o ancora meglio non desiderare credergli.»
Un nutrito cast di attori gravita attorno al protagonista, personaggi capaci di incarnare sentimenti e passioni umane: donna Elvira è il passato, è la conquista difficile, l’amore che torna a chiedere il compenso di una promessa già fatta; donna Anna è l’amore ingannatore, violento; Zerlina è invece l’improvvisazione, la dialettica della seduzione, è l’amore invidioso.
«Ognuno ha la sua storia, io la mia, tu la tua, voi la vostra – conclude il regista – e Don Giovanni ha la sua. Non l’ha scelto lui di nascere Mito, gli è capitato e lui non si sottrae dall’essere se stesso. Ecco in cosa è grande. Non perché accetta la morte, deve per forza, come tutti. E’ grande perché accetta a pieno le conseguenze, inevitabili, dell’essere nient’altro che se stesso.»
Con Filippo Timi, sono in palcoscenico Umberto Petranca, Alexandre Styker, Marina Rocco, Elena Lietti, Lucia Mascino, Roberto Laureri, Matteo De Blasio e Fulvio Accogli. Tutti i personaggi si trovano ingabbiati negli straordinari costumi di Fabio Zambernardi, e nelle luci, di forte spettacolarità, disegnate da Gigi Saccomandi.
Sarà un Don Giovanni eccessivo e divertente, a tratti spiazzante: né secondo Molière, né secondo Mozart; semplicemente secondo Filippo Timi. Martedì 14 e mercoledì 15 gennaio il sipario del Teatro Sociale si alzerà alle 20,30. (F. L.)
Mercoledì 15 gennaio alla Biblioteca Comunale
appuntamento con «FOYER DI TENDENZE PROSA»
La Sala degli Affreschi della Biblioteca Comunale di Trento ospiterà mercoledì 15 gennaio «FOYER DI TENDENZE PROSA», incontro di approfondimento, discussione e dibattito sullo spettacolo «IL DON GIOVANNI – Vivere è un abuso, mai un diritto». L’iniziativa è promossa dal Centro Servizi Culturali S. Chiara in collaborazione con la Biblioteca Comunale ed è rivolta a tutte le persone interessate al teatro e alla comunicazione culturale.
Interverranno all’incontro l’autore e regista Filippo Timi e gli attori della Compagnia.
L’appuntamento con il pubblico, che potrà accedere liberamente alla struttura bibliotecaria di Via Roma n. 55, è fissato per le ore 17,00.
Trento, 10 gennaio 2014

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