I 10 LUOGHI PIU’ SOTTOVALUTATI IN ITALIA DA VISITARE NEL 2025
I 10 luoghi più sottovalutati d’Italia da visitare nel 2025
L’Italia offre innumerevoli opportunità di viaggio e, anche al di fuori degli itinerari più battuti dai turisti, nasconde vere e proprie chicche tutte da scoprire. In questa guida esploriamo dieci destinazioni italiane sottovalutate – piccoli gioielli spesso messi in ombra da mete più famose – ma che meritano assolutamente una visita.
Aggiornati al 2025 con informazioni ufficiali, scopriremo la loro importanza turistica, eventuali novità recenti (come riconoscimenti o miglioramenti) e forniremo i link ufficiali per organizzare al meglio la visita. Preparati a innamorarti di questi luoghi meno conosciuti del Bel Paese!
1. Ascoli Piceno (Marche) – La città di travertino dalle cento torri
Ascoli Piceno è una splendida città delle Marche centrale, spesso trascurata rispetto ad altre città d’arte più celebri. Eppure il suo centro storico, costruito quasi interamente in travertino, è tra i più monumentali d’Italia. Conosciuta come la Città delle cento torri per le numerose torri gentilizie e campanarie medievali che punteggiano il centro, Ascoli vanta piazze eleganti (su tutte Piazza del Popolo, considerata una delle più belle d’Italia) e chiese storiche. Passeggiando per le sue vie si respira la storia ad ogni angolo.
Rilevanza turistica: Ascoli Piceno è un vero gioiello rinascimentale e medievale, con un fascino intatto che sorprende i visitatori. Offre un’atmosfera autentica, lontana dal turismo di massa, e una ricca tradizione enogastronomica (da provare le celebri olive all’ascolana). Negli ultimi anni la città ha investito nella valorizzazione del territorio: ad esempio, ha promosso itinerari naturalistici tra le colline circostanti e ha recuperato antiche aree archeologiche. Non risultano chiusure rilevanti al 2025; anzi, Ascoli è sempre più presente nelle guide turistiche come meta alternativa per chi cerca città d’arte meno affollate.
Link ufficiale: Visita il sito turistico del Comune di Ascoli Piceno per informazioni su monumenti, eventi e servizi turistici.
2. Orta San Giulio e Lago d’Orta (Piemonte) – Il lago romantico “nascosto” dal Maggiore
Il Lago d’Orta, con il borgo di Orta San Giulio, è un luogo incantevole del Piemonte spesso messo in ombra dal vicino Lago Maggiore. Si tratta di un piccolo lago prealpino di origine glaciale, lungo circa 12 km, caratterizzato da atmosfere intime e romantiche. Qui arte e spiritualità si fondono in un contesto naturale lussureggiante: non a caso il lago viene descritto come uno scrigno di arte, natura e storia, un piccolo e intimo lago carico di romanticismo. Al centro spicca l’Isola di San Giulio, con la basilica medievale, mentre sulle rive il borgo di Orta San Giulio offre vicoli in acciottolato, palazzi storici e ristorantini affacciati sull’acqua.
Rilevanza turistica: Orta San Giulio è annoverato tra i borghi più belli d’Italia e il Sacro Monte di Orta (un percorso devozionale con cappelle affrescate sulla collina sovrastante) è inserito nei siti Patrimonio UNESCO. Nonostante ciò, il lago resta tranquillo e mai sovraffollato. Negli ultimi anni ha conosciuto una crescente popolarità, anche grazie a menzioni su riviste di viaggio straniere che lo indicano tra i laghi europei da vedere. Nessuna chiusura da segnalare: anzi, i servizi turistici come la navigazione pubblica sul lago operano regolarmente (anche con corse estive serali). Sono stati potenziati i parcheggi e i bus navetta per facilitare l’accesso al borgo, preservando la sua vivibilità.
Link ufficiale: Sul portale turistico Lago Maggiore Experience trovi una sezione dedicata al Lago d’Orta con informazioni su come arrivare, cosa fare e dove soggiornare a Orta San Giulio.
3. Lago di Resia e Curon Venosta (Trentino-Alto Adige) – Il campanile sommerso tra le Alpi
In Alta Val Venosta, ai confini con Austria e Svizzera, si trova il Lago di Resia (Reschensee in tedesco), divenuto famoso per il campanile sommerso di Curon che emerge solitario dalle sue acque. Questa immagine surreale è oggi simbolo della Val Venosta ed è legata a una storia particolare: negli anni ’50 la costruzione di una diga idroelettrica unificò due laghi naturali, sommergendo il vecchio paese di Curon. Solo il campanile romanico del XIV secolo restò a svettare dall’acqua, a ricordo del borgo perduto. Curon, “il paese che non c’è più”, ha ispirato anche una serie Netflix, attirando l’attenzione internazionale su questo luogo unico. Secondo la leggenda, nelle giornate di vento si possono ancora udire le campane suonare dal campanile, sebbene siano state rimosse prima dell’inondazione.
Rilevanza turistica: Oltre al valore simbolico e fotografico del campanile (uno dei soggetti più instagrammati dell’Alto Adige), l’area del Passo Resia offre sport all’aria aperta tutto l’anno: d’estate trekking e piste ciclabili lungo il lago, d’inverno ciaspolate e perfino la possibilità di pattinare fino alla torre quando il lago ghiaccia. Nel 2020 è stato inaugurato un centro visite multimediale (Museo Curon) per raccontare la storia del paese sommerso, e recentemente sono stati conclusi nuovi lavori di manutenzione del campanile per preservararlo dal gelo e dalle infiltrazioni. Nessuna limitazione all’accesso: si può ammirare da vicino in ogni stagione (salvo ovviamente il rispetto delle indicazioni di sicurezza sul lago ghiacciato in inverno).
Link ufficiale: Per organizzare la visita, consulta la pagina dedicata a Curon sul sito ufficiale del turismo altoatesino (Italia.it), oppure il sito dell’Associazione Turistica Passo Resia, che fornisce orari, eventi locali e webcam in tempo reale.
4. Castello di Sammezzano (Toscana) – Il palazzo moresco nascosto nel cuore della Toscana
In Toscana, a circa 30 km da Firenze, sorge uno dei luoghi più sorprendenti e sottovalutati d’Italia: il Castello di Sammezzano. Questa favolosa dimora, immersa in un vasto parco a Leccio (Comune di Reggello), è un capolavoro dell’eclettismo orientalista: fu infatti trasformata a metà Ottocento dal marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona in un sontuoso palazzo dai richiami moreschi, con sale ispirate all’Alhambra di Granada e ai palazzi moghul dell’India. I suoi interni, ricchi di archi intrecciati, cupole policrome e mosaici, sono talmente scenografici da sembrare usciti da Le mille e una notte. Non a caso il Castello di Sammezzano è considerato la dimora storica più sorprendente d’Italia; tuttavia, proprio per la sua unicità, è rimasto a lungo inaccessibile.
Rilevanza turistica: Purtroppo il castello è chiuso al pubblico da decenni ed è in stato di abbandono. Ciò nonostante, l’interesse verso Sammezzano è cresciuto enormemente negli ultimi anni: è balzato in vetta ai censimenti del FAI (Luoghi del Cuore) e comitati locali (Save Sammezzano) si battono per salvarlo. Aggiornamenti 2025: ci sono segnali positivi verso una riqualificazione: una società privata ha avanzato un piano di acquisto e restauro e il Ministero della Cultura ha valutato un possibile intervento statale. Nel frattempo, il parco attorno al castello (65 ettari con piante esotiche secolari) è in parte fruibile durante le Giornate FAI di Primavera e rarissime visite guidate straordinarie. È bene tenere d’occhio i canali ufficiali per eventuali aperture eccezionali. Al momento non è possibile visitare liberamente l’interno in quanto la struttura non rispetta i requisiti di sicurezza e manca di servizi museali, ma la speranza è che in futuro questo gioiello possa riaprire.
Link ufficiale: Segui gli aggiornamenti sul sito del Comitato Save Sammezzano e sulla pagina del Comune di Reggello. In attesa della riapertura, puoi approfondire storia e dettagli del castello sul portale turistico Feel Florence (dedicato all’area fiorentina).
5. La Scarzuola (Umbria) – La città-teatro segreta tra le colline umbre
Nascosta tra le dolci colline dell’Umbria, vicino Montegabbione (TR), La Scarzuola è un luogo davvero singolare: un connubio di misticismo, arte e architettura visionaria. Questo complesso surreale sorge attorno a un antico convento francescano fondato, secondo la tradizione, da San Francesco d’Assisi nel 1218. Il nome Scarzuola deriva infatti dalla “scarza”, la pianta palustre con cui il santo costruì una capanna nel luogo dove sgorgò una fonte miracolosa. Nel XX secolo, sulle rovine del convento, l’architetto milanese Tommaso Buzzi realizzò la sua “città ideale”: un sorprendente insieme di scenografie, statue e edifici fantastici che rappresentano un percorso spirituale e teatrale. Si possono ammirare anfiteatri, templi, obelischi e costruzioni simboliche, in quella che viene chiamata la città-teatro di Buzzi. Il risultato è un luogo onirico, a metà tra il giardino di Bomarzo e un’opera d’arte contemporanea, ma ancora poco noto al grande pubblico.
Rilevanza turistica: La Scarzuola è meta di appassionati di arte e fotografia per la sua atmosfera fuori dal tempo. Pur essendo un sito privato, è visitabile su prenotazione obbligatoria (generalmente con visite guidate di circa 2 ore). Non sono segnalati cambiamenti recenti: le visite continuano regolarmente nei weekend, con gruppi contingentati, e il luogo mantiene intatto il suo fascino misterioso. In anni recenti c’è stata un’attenzione crescente da parte di media e guide turistiche: ad esempio, La Scarzuola è spesso inclusa negli itinerari umbri come luogo insolito da vedere. Nessuna chiusura al 2025, ma ricordiamo che è necessario prenotare in anticipo e pagare il biglietto in loco (circa 10€ a persona), come indicato dal sito ufficiale.
Link ufficiale: Tutte le informazioni per la visita (orari, modalità di prenotazione, contatti) sono disponibili sul sito ufficiale LaScarzuola.it, gestito dagli attuali proprietari.
6. Civita di Bagnoregio (Lazio) – La “città che muore” sospesa nel tempo
Civita di Bagnoregio è probabilmente uno dei borghi più scenografici d’Italia, spesso definito la città che muore. Questo piccolo villaggio medievale in provincia di Viterbo sorge su un fragilissimo sperone di tufo nella Valle dei Calanchi ed è destinato all’erosione perpetua: le sue fondamenta di tufo vengono lentamente consumate dai fenomeni naturali. Oggi Civita conta appena una decina di residenti stabili ed è raggiungibile solo tramite un lungo ponte pedonale sospeso sulla valle. Attraversare quel ponte è un po’ come fare un salto indietro nel tempo: nel borgo (inserito tra i Borghi più belli d’Italia) non circolano auto, e tra le case in pietra e i vicoli fioriti si respira un silenzio irreale, rotto solo dal vento e dai passi dei visitatori. Il panorama tutt’attorno – i calanchi argillosi che circondano Civita – è uno dei paesaggi più straordinari e unici d’Italia, specialmente al tramonto.
Rilevanza turistica: Un tempo quasi dimenticata, Civita di Bagnoregio è diventata negli ultimi anni una meta ambitissima, soprattutto tra gli stranieri, al punto da essere candidata a Patrimonio UNESCO come esempio di paesaggio culturale unico (interazione millenaria tra uomo e natura in un contesto fragile). Per regolare l’afflusso, il Comune ha introdotto un ticket d’ingresso al borgo (6 € nel 2025, acquistabile anche online), i cui proventi vengono reinvestiti in opere di consolidamento del promontorio e servizi ai turisti. Non ci sono nuove attrazioni o strutture ricettive di rilievo – Civita conserva volutamente il suo aspetto autentico – ma segnaliamo che è stato potenziato il servizio di navetta e accessibilità dal vicino paese di Bagnoregio, per facilitare l’arrivo al ponte anche a persone con disabilità (Casa Civita gestisce ora percorsi e veicoli dedicati). Nessuna chiusura: il borgo è aperto tutto l’anno, con orari estesi in alta stagione. Si raccomanda di visitarlo nei giorni feriali o al mattino presto per goderne la magia con più tranquillità.
Link ufficiale: Il sito Civita di Bagnoregio – La città che muore (gestito dall’amministrazione locale) fornisce informazioni aggiornate su biglietti, eventi (come il presepe vivente a Natale) e iniziative culturali. Per dettagli storici e curiosità, è utile anche la scheda sul portale Italia.it dedicata ai borghi del Lazio.
7. Marina di Pisciotta (Campania) – Vita lenta e mare cristallino nel Cilento
Nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, lungo la costa campana a sud di Salerno, sorge Pisciotta, uno dei borghi più caratteristici del Cilento. Il paese antico è arroccato sulla collina, con i suoi palazzi in pietra e i vicoli stretti, mentre la sua frazione marina – Marina di Pisciotta – giace ai piedi del promontorio, affacciata su un mare limpido e incontaminato. Qui il tempo sembra essersi fermato: Marina di Pisciotta è un luogo sospeso nel tempo, con un piccolo porticciolo di pescatori e spiagge orlate dagli ulivi secolari. La costa alterna scogliere e calette di ciottoli bianchi, come la Spiaggia di Marina o quella di Ficaiola, premiate più volte con la Bandiera Blu per la pulizia del mare. Questo angolo di Cilento è rinomato anche per le alici di menaica, presidio Slow Food: si tratta di alici pescate con un’antica rete chiamata menaica, secondo un metodo tradizionale che sopravvive solo qui. Una vera prelibatezza locale da assaggiare in uno dei ristorantini sul porto.
Rilevanza turistica: Marina di Pisciotta offre un’esperienza di vacanza genuina, lontana dalla mondanità: perfetta per chi cerca relax, natura e tradizioni autentiche. Pur essendo meno famosa delle vicine Palinuro o Acciaroli, negli ultimi anni sta ricevendo riconoscimenti importanti: oltre alle Bandiere Blu (che nel 2023 hanno premiato diverse spiagge pisciottane), ha ottenuto la Bandiera Verde dei pediatri (spiagge adatte ai bambini) per la qualità dell’ambiente. Non si segnalano chiusure o cambiamenti negativi – anzi, il borgo sta valorizzando i suoi percorsi trekking, come il Sentiero del Castelluccio, e promuovendo eventi culturali legati alla Dieta Mediterranea (di cui il Cilento è culla). Venire qui significa scoprire la quiete di un antico borgo marinaro e paesaggi costieri mozzafiato senza la folla delle mete più turistiche.
Link ufficiale: Consulta la sezione Turismo del sito del Comune di Pisciotta, dove troverai informazioni su come raggiungere Marina di Pisciotta, dove alloggiare e le attività disponibili. Utile anche il portale Visit Cilento, con descrizioni delle spiagge e dei sentieri nei dintorni.
8. Monopoli (Puglia) – Il fascino autentico della Puglia adriatica
Sulla costa adriatica della Puglia, tra Bari e Brindisi, Monopoli è una cittadina portuale spesso ingiustamente sottovalutata rispetto a mete pugliesi più note come Polignano a Mare o Alberobello. In realtà Monopoli offre tutto ciò che si può desiderare da una vacanza in Puglia: un centro storico pittoresco con case bianche e stradine lastricate, una cattedrale barocca imponente, un castello cinquecentesco affacciato sul mare e oltre 20 chilometri di costa con spiagge e calette da cartolina. La bellezza di Monopoli sta anche nel suo carattere genuino: il lungomare la sera vede ancora i monopolitani passeggiare e i pescatori riparare le reti vicino alle tipiche barche azzurre (le gozzi). Insomma, è una città dove è facile sentirsi un locale, come ha notato anche qualche travel blogger internazionale: “è uno dei posti più accessibili in Italia e ha il fascino di tante altre località famose in zona: bellissimi edifici in pietra bianca, clima caldo e soleggiato, uliveti splendidi, spiagge e ottimi frutti di mare”.
Rilevanza turistica: Monopoli negli ultimi anni ha vissuto un boom turistico, diventando una base ideale per esplorare la Valle d’Itria e il Salento settentrionale. Molte strutture ricettive diffuse (B&B nei vicoli del centro storico e masserie nell’entroterra) accolgono i viaggiatori in cerca di autenticità. Dal punto di vista degli aggiornamenti, il 2025 vede Monopoli consolidare i suoi servizi: nuovi percorsi ciclabili lungo costa, navette estive che collegano il centro alle spiagge periferiche e un fitto calendario di eventi culturali (mostre d’arte contemporanea nei castelli, festival enogastronomici dedicati all’olio e al vino locale, ecc.). Da segnalare che diverse spiagge di Monopoli sono Bandiera Blu (ad esempio Lido Pantano, Capitolo) grazie alle acque pulite e ai servizi offerti. Nessuna nota di chiusura: i monumenti principali sono aperti e restaurati (la Cattedrale della Madonna della Madia è stata recentemente ripulita in facciata). Monopoli è pronta a stupire i visitatori con la sua combinazione di mare, storia e cucina pugliese.
Link ufficiale: Per pianificare la visita, puoi consultare il sito Monopoli City Tourism (portale turistico istituzionale, disponibile anche in inglese) con mappe, guide video e informazioni su eventi. In alternativa, il Portale del Turismo della Regione Puglia – Viaggiare in Puglia offre una scheda su Monopoli e dintorni.
9. Chianalea di Scilla (Calabria) – Il borgo dei pescatori “Venezia del Sud”
All’estrema punta della Calabria, affacciata sullo Stretto di Messina, c’è Scilla – nota per la bellissima spiaggia di Marina Grande – e la sua frazione Chianalea, un minuscolo borgo marinaro che incanta chiunque lo visiti. Chianalea di Scilla, inserita nel club dei Borghi più Belli d’Italia, è spesso chiamata la “Piccola Venezia del Sud” per la sua particolare conformazione: le case dei pescatori sono costruite direttamente sull’acqua, separate solo da stretti canali dove si infrangono le onde. Passeggiare per i vicoli di Chianalea significa scoprire scorci poetici ad ogni passo: scalette che scendono in mare, antiche fontane secolari nascoste tra le case, reti da pesca stese al sole e ristorantini ricavati in vecchi magazzini dove gustare ottimo pesce spada (qui la pesca del pescespada è una tradizione antica e fiore all’occhiello della cultura locale). Sullo sfondo, arroccato sull’imponente rupe che domina il borgo, svetta il Castello Ruffo di Scilla, aggiungendo un tocco fiabesco al panorama.
Rilevanza turistica: Pur essendo a pochi minuti dal centro di Scilla (collegata anche da una passerella panoramica), Chianalea ha conservato un’anima tranquilla e autentica. Negli ultimi anni ha ricevuto attenzione internazionale – la CNN l’ha citata tra le piccole località di mare più belle d’Italia – e il turismo è in crescita, specialmente nei mesi estivi, ma senza snaturare il borgo. Novità recenti: la Regione Calabria sta puntando molto su Scilla e Chianalea nella campagna “Calabria Straordinaria”, migliorando la segnaletica turistica e finanziando eventi culturali (come rassegne di musica jazz all’aperto tra i vicoletti). Inoltre, l’antico porticciolo di Chianalea è stato riqualificato per permettere l’attracco di piccole imbarcazioni turistiche e di pescaturismo. Non risultano chiusure: le chiesette storiche sono visitabili e il Castello Ruffo, a due passi, è aperto al pubblico come polo museale. Consiglio: visita Chianalea all’ora del tramonto, magari sorseggiando un aperitivo sul mare – i tramonti sullo Stretto visti da qui sono romantici e indimenticabili.
Link ufficiale: Consulta il portale Calabria Straordinaria della Regione (sezione Luoghi) per la pagina dedicata a Chianalea con storia, foto e indicazioni. Sul sito del Turismo di Reggio Calabria trovi ulteriori informazioni pratiche su come raggiungere Scilla e i servizi disponibili.
10. Roccascalegna (Abruzzo) – Il castello fiabesco arroccato e le leggende d’Abruzzo
Nell’entroterra collinare dell’Abruzzo meridionale, in provincia di Chieti, c’è un borgo che sembra uscito da un dipinto medievale: Roccascalegna. Qui, un castello medioevale svetta su uno sperone roccioso a picco sul vuoto, dominando il panorama circostante. Il Castello di Roccascalegna fu costruito tra l’XI e il XII secolo, ampliando una precedente torre longobarda di avvistamento. Dopo secoli di abbandono, è stato completamente restaurato per riportarlo all’originario splendore, e oggi le sue torri merlate, le mura e le scale intagliate nella roccia si possono esplorare in sicurezza. Salire fino in cima al mastio ripaga con una vista mozzafiato sui monti della Maiella e sulle vallate sottostanti. Il luogo è avvolto anche da un’aura di mistero: secondo una leggenda locale, l’ultimo barone che qui regnò – famoso per la crudeltà dello Ius Primae Noctis – fu ucciso da un marito travestito da sposa, e cadde dalla torre lasciando l’impronta insanguinata della sua mano su una pietra; impronta che, si dice, è ancora visibile su una parete del castello.
Rilevanza turistica: Roccascalegna è un esempio perfetto di come un piccolo borgo dell’entroterra possa diventare attrattiva turistica grazie al recupero del patrimonio storico. Oggi il castello è aperto ai visitatori con un biglietto d’ingresso simbolico e visite guidate su richiesta. Viene spesso utilizzato come location per eventi culturali, rievocazioni in costume e mostre fotografiche. Nel 2021 ha anche fatto da scenario per alcune scene della serie TV “Il Nome della Rosa”, dando ulteriore visibilità al sito. Le amministrazioni locali, fino al 2025, hanno continuato a investire per migliorare i servizi: parcheggi ai piedi del borgo, una navetta per salire in cima durante l’estate, e un centro di accoglienza turistica con prodotti tipici. Nessuna nuova chiusura o restauro in corso – il castello è in ottime condizioni – solo una manutenzione costante per garantirne la fruibilità. Visitare Roccascalegna significa anche scoprire l’ospitalità abruzzese nel piccolo abitato ai piedi della rocca, magari assaggiando le specialità locali come il formaggio pecorino o il centerbe (liquore alle erbe) nelle locande del paese.
Link ufficiale: Il sito CastelloRoccascalegna.com (gestito dal Comune) fornisce orari aggiornati, modalità di visita e prenotazione. Per info sul borgo e il territorio circostante, si può consultare la pagina dedicata a Roccascalegna sul portale turistico Abruzzo Turismo o contattare direttamente il Comune di Roccascalegna tramite il sito istituzionale.
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Fonti:
- Comune di Ascoli Piceno – Turismo
- Lago Maggiore Experience – Lago d’Orta
- Italia.it – Curon Venosta e campanile sommerso
- Corriere della Sera – Dove: Castello di Sammezzano
- Mastermeeting.it – La Scarzuola
- Mastermeeting.it – Civita di Bagnoregio
- Italia.it – Pisciotta, panorama e mare
- Radio Monte Carlo – Monopoli (citazione blogger)
- Calabria Straordinaria – Chianalea di Scilla
- Mastermeeting.it – Castello di Roccascalegna
 
 









