EL LISSITZKY – L 'ESPERIENZA DELLA TOTALITÀ. MART MUSEO ROVERETO

 Al Mart di Rovereto è possibile visitare fino all’8 giugno la mostra che ospita oltre 100 opere di El Lissitzky grande protagonista dell’Avanguardia Russa. La Città della Pace è la prima a ospitare questa mostra che è stata coprodotta dal Mart, dal Museo Picasso di Malaga (dal 23 giugno al 24 settembre 2014) e dalla Fundació Catalunya – La Pedrera di Barcellona (20 ottobre 2014 – 18 gennaio 2015), in collaborazione con La Fábrica.

L’esperienza della totalità è il titolo scelto per la mostra e pone l’accento sul carattere poliedrico di El Lissitzky non semplice artista ma designer, architetto, grafico e pubblicitario. Nel percorso proposto dal museo si attraversano le varie tappe di evoluzione dell’artista.
El Lissitzky nasce in un piccolo paese della Biellorussia nel 1890 ed è un grande innovatore, egli ha messo a disposizione della Russia rivoluzionaria la sua arte. Ben presto si trasferisce in Germania a Berlino per studiare architettura, durante i suoi studi ha modo di visitare l’Europa in particolare Parigi e il Nord Italia. Poco dopo la laurea rientra in Russia in concomitanza con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale e a Mosca consegue il diploma di ingegnere e architetto.
I suoi esordi sono caratterizzati dalla forte influenza di Chagall ma di questo primo periodo non vi sono quadri ivi esposti. La mostra inizia con la serie di Proun che sono sia dipinti che litografie, il termine Proun è un acronimo di una frase russa che significa “progetto per l’affermazione del nuovo”. Queste opere sono per l’artista una sorte di ponte: da una parte abbiamo la pittura dall’altra l’architettura, attraversando questo ponte figurato compie il passaggio dalla pittura in direzione dell’architettura. In queste opere, realizzate a partire dal 1919 si sente chiaramente la forza che l’architettura esercita su El Lissitzky: si può notare infatti la compenetrazione di piani e le forme geometriche non sono appoggiate sulla tela ma sembrano fluttuare nello spazio circostante. La relazione tra forme geometriche e nuovi mondi plastici, diventa ancora più evidente osservando il Portfolio Kestner stampato nel 1923 a Berlino.
In mostra è possibile vedere anche il famoso film in bianco e nero di Dziga Vertov Uomo con macchina da presa. Vertov è uno dei grandi esponenti della cinematografia russa e di Avanguardia, è il classico esempio di uomo che mette a disposizione del popolo e della Rivoluzione il suo operato, il film rappresenta quindi la realtà. Vertov è un grande innovatore: egli non usa i sottotitoli nel film e l’immagine è quindi l’unica vera protagonista.
Il percorso si sviluppa poi proponendo delle opere di El Lissitzky architetto: egli realizza una serie di progetti al fine di contribuire alla costruzione di una nuova Russia, purtroppo però, nessuno dei suoi progetti venne mai realizzato in concreto.
Nel 1924, in seguito a un soggiorno in Svizzera, El Lissitzky inizia a utilizzare sempre di più la vecchia macchina fotografica della moglie Sophie Küppers. Da questo momento in poi non potrà più farne a meno e abbandona la pittura: è un periodo di sperimentazione dove l’artista si mette alla prova, sperimenta le tecniche tipicamente avanguardiste come il fotogramma e l’esposizione multipla. Interessanti sono i ritratti di Hans Arp (1924) e Kurt Schwitters (1924-1925) realizzati da El Lissitzky con la tecnica dell’esposizione multipla, dove più scatti fotografici vengono sovrapposti gli uni all’altro, bloccandone l’avanzamento.
In mostra è esposto anche l’autoritratto di El Lissitzky (Il costruttore, 1924), diventato simbolo della modernità; questa fotografia è stata realizzata con la tecnica dell’esposizione multipla: il volto dell’artista è una fusione con la sua mano che regge il compasso tipico simbolo dell’architetto e del grafico, sullo sfondo un’opera astratta.
Il 1932 è un anno importante in quanto riceve l’incarico di curatore del mensile di propaganda Urss in costruzione. El Lissitzky ne cura la grafica e la rivista viene pubblicata in più lingue: inglese, francese e tedesco. L’idea, alla base della rivista, è quella di promuovere in patria e all’estero un’immagine positiva dell’Unione Sovietica durante il difficile periodo del regime stalinista. La rivista è piuttosto singolare in quanto ogni numero è dedicato ad un solo argomento, El Lissitzky cura ben 17 edizioni e nel 1941 esce l’ultimo numero in concomitanza con la morte dell’artista.
La mostra non è di facile comprensione soprattutto per gli estranei al mondo dell’arte ma risulta piacevole e di grande impatto se durante il percorso si è accompagnati da una guida che illustra con precisione tutte le tappe e l’evoluzione dell’artista.
 
Post di Maddalena Pachera
Altre info sulla mostra: www.mart.trento.it/el-lissitzky

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