CRISI CROAZIA, RICORDA L’ENTRATA DELL’EURO IN ITALIA. ECCO PERCHE’
Croazia, terra da vivere? Il boom dei prezzi mette in crisi il Paese
Prefazione – La Croazia ci ricorda l’Italia del post-lira
C’è qualcosa di familiare, oggi, quando si cammina per le strade di Spalato, Zara o Pola. I prezzi alle stelle, i cittadini arrabbiati, le botteghe che arrancano, il turismo che gonfia tutto come un pallone che rischia di scoppiare. Ricorda qualcosa? A molti sì.
La Croazia del 2025 assomiglia in modo inquietante all’Italia del 2001, quando l’ingresso nell’euro fu salutato come una svolta europea, ma finì per essere un massacro silenzioso per le famiglie, le piccole imprese, e i salari. Prezzi raddoppiati, stipendi fermi, fiducia in caduta libera. E nessuno che sembrasse voler fermare la corsa.
Vent’anni dopo, lo stesso copione si sta ripetendo a pochi chilometri da Trieste. I croati, che un tempo accoglievano a braccia aperte i turisti italiani per mangiare pesce fresco a prezzi onesti, oggi si ritrovano clienti esasperati e supermercati boicottati. Il sogno europeo è diventato un carrello della spesa vuoto.
Questo articolo nasce da un viaggio reale, da una fuga da una terra che un tempo era un rifugio e oggi sembra un’altra vittima della globalizzazione senza freni. Non è nostalgia, è memoria. E la memoria, se ben usata, è un’arma contro gli errori che si ripetono.
Il boom dei prezzi e la crisi interna
Negli ultimi due anni la Croazia ha subito una trasformazione economica profonda: quella che un tempo era vista come una “terra da vivere” per italiani in cerca di mare, pesce e vacanze a buon prezzo, oggi appare molto meno sostenibile. Lo raccontano in molti: “4 € un gelato di due palline zucchero puro, 5‑7 € una birra”, supermercati addirittura più cari che in Italia, con i croati stessi “arrabbiatissimi” per l’impoverimento degli stipendi e la crisi che avanza.
In sintesi: la Croazia nel 2025 sta facendo la fine dell’Italia del 2001. Stipendi fermi, prezzi gonfiati e una classe media sempre più fragile. La storia si ripete, ma con un’accelerazione drammatica.
Cosa dicono i numeri
- Birra alla spina: 3,50 € (media) – più cara che in Italia.
- Vivere in Croazia è solo il 10-17% più economico, ma ristoranti e tempo libero sono più cari.
- Aumenti nei supermercati del 20-60%: la popolazione reagisce con boicottaggi.
Le ragioni: euro, inflazione e turismo
Dall’introduzione dell’euro nel 2023, i prezzi sono saliti a dismisura. Il turismo internazionale, che rappresenta un quarto del PIL, ha drogato i prezzi, ma non ha migliorato la qualità della vita dei cittadini. Gli stipendi sono rimasti fermi.
Boicottaggi e reazioni popolari
A gennaio 2025, i croati hanno boicottato Lidl, Eurospin e altri. Il governo ha imposto controlli su 70 prodotti, ma la sfiducia è forte. Anche altri Paesi balcanici stanno vivendo proteste simili.
Le testimonianze
Molti turisti si lamentano: “7 euro per un gelato, pesce intoccabile”. Reddit e blog sono pieni di racconti delusi. Quella che era una meta amata, ora è inaccessibile.
Prospettive
Con una popolazione sempre più anziana e stipendi bassi, la Croazia rischia lo spopolamento. Come accadde all’Italia nei primi anni 2000, la forbice tra costi e salari sta diventando insostenibile.
Il boom turistico ha trasformato un paese accogliente in una trappola per famiglie. La Croazia nel 2025 sta facendo la stessa fine dell’Italia nel 2001: crescita senza equità, turismo senza equilibrio. Per tornare davvero una terra da vivere, servono coraggio e riforme. Altrimenti resterà solo una cartolina cara e deserta.








