Ci ha lasciato Zaha Hadid la archistar di Oriente Occidente

Metropolis

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C’è un pezzetto di Trentino nel curriculum di Zaha Hadid, archistar prematuramente scomparsa il 31 marzo scorso. Era il 2000 e il Festival Oriente Occidente indagava il rapporto fra uomo ed ambiente metropolitano ma anche fra danza ed architettura, In questo contesto si inserì una originale collaborazione fra la danza e la creatività di Zaha Hadid

L’architetta irachena è la prima donna ad aver vinto il Pritzker, il prestigioso premio di architettura,. La Hadid firma fra l’altro l’Aquatics Center di Londra, costruito per le Olimpiadi del 2012, la sede dell’Opera di Guangzhou in Cina del 2010, e il Centro culturale Heydar Aliyev a Baku, in Azerbaigian, finito nel 2012. Molti dei progetti più ambiziosi di Hadid sono ancora in corso di realizzazione, come uno stadio in Qatar dove si giocheranno i Mondiali di calcio del 2022.

Hadid Cincinnati Arts Centre

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Di lei la critica scrive “Secondo molte persone Hadid incarnava i peggiori impulsi dell’esuberanza architettonica più recente, perché cedeva al virtuosismo scultoreo a scapito della logica e dell’efficienza, e coltivava il suo status di celebrità, che spesso sembrava isolarla da ogni forma di dibattito critico”.

Nel 2000 fu  “Metapolis. Project 972” lo  spettacolo firmato da Flamand-Hadid ad aprire il Festival Oriente Occidente a Rovereto, e precisamente al Teatro Zandonai. Era la XX edizione del Festival che esordiva proprio con l’ultima creazione firmata da Frederic Flamand per la sua compagna Carleroi Danze .

Metroplis photo :Michel CAVALCA mention obligatoire ;tout droits rŽservŽs tel 0033 661881337

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Fra architettura, multimedialità e percorsi on line la danza del famoso coreografo e regista belga si inseriva nelle ideazioni dell’architetta irachena Zaha Hadid reduce della vittoria del concorso per il nuovo museo d’arte contemporanea a Roma.

”Metapolis”, titolo liberamente tratto da ”Metropolis” di Fritz Lang, portava in scena una ”sinfonia di immagini cinematografiche e catodiche”, codici contemporanei mixati, dilatati, montati in diretta in una sorprendente interazione tra corpi reali e corpi virtuali, video proiezioni, immagini di spazi urbani, metropoli contemporanee, senza negare la tradizione da Boccioni, Marinetti, Carra’, Trampolini, il futurismo, ma anche Leonardo Da Vinci, il Tiepolo, il Rinascimento italiano. Insomma un antesignano di tanti futuri scenari della danza moderna.

In “Metapolis”, per Charleroi Danses, quindi si evoca i diversi ritmi della città. La struttura scenica è una topologia intrecciata di diversi strati, fatti di materiali diversi che permettono uno spazio fluido, ibrido, che coincide con i movimenti dei danzatori. I danzatori sono avvolti in una complessità spaziale che li cattura e li libera allo stesso tempo.

Metroplis

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La coreografia di Flamand segue e provoca la trasformazione morfologica dello spazio, tracciando un doppio movimento di fluidità e rottura. Le frequenze e i ritmi, come i codici rigidi di comportamento, sono spezzati in episodi emozionali. La struttura è come “uno spazio che respira” attraverso compressione e rilassamento costantemente in transizione.

A Rovereto lo spettacolo arrivava dopo il debutto avvenuto a Bruxelles e di lì la vita di questo lavoro è proseguita con sempre grande interesse da parte di pubblico e critica del settore

 

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