Al via Transart Festival di Cultura Contemporanea. Il 2017 esplora la spazio-tempo

Per chi ama sperimentare torna Transart, uno sguardo sulla cultura contemporanea con progetti d’avanguardia e molte chicche che possono incontrare gusto e curiosità di tutti. Dal 7 al 27 settembre la rassegna, giunta alla XVII esima edizione, attraverserà i luoghi più singolari del Trentino-Alto Adige: fabbriche e baite, vallate, innovativi parchi tecnologici e caserme abbandonate, giardini segreti, strade, case private e aule studio universitarie.

Il lungo filo rosso del festival unisce punti sorprendenti della geografia della regione e invita il pubblico a vivere esperienze dilatate nel tempo, in una danza senza sosta nell’arco di un mese: dentro un’immaginaria Torre di Babele, sdraiati su un prato in alta quota con più di 70 percussionisti, davanti a cubi di luce pulsanti, in ascolto dei suoni dell’aurora boreale, a contatto con le esperienze artistiche germinate a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, o nel cuore, ancora dolente, della nostra nazione, con un Requiem musicale dedicato alle vittime del terremoto nel centro Italia.

 

Fra gli appuntamenti da non perdere: un focus sulla scena artistica canadese, il format CULT.night che attraverserà tutti gli spazi – anche quelli più inaspettati – del Teatro Comunale di Bolzano, un omaggio musicale e visivo a David Lynch, il clubbing di The Italian New Wave con l’acclamato Club To Club Festival, il ritorno del genio di Roman Signer e John Luther Adams e tante prime assolute, fra cui quella di Ingrid Hora, dedicata ad antichi e neri rituali della fertilità in Val Venosta. Di seguito il comunicato stampa ufficiale e completo.

 

UN HUB PER TRANSART

La carovana di Transart prende il via al Museo Civico di Bolzano che per tutto il festival ne sarà l’hub creativo (07 – 27.09). Le stanze meno utilizzate, gli angoli più nascosti e inaccessibili, come le cantine e i sotterranei, si trasformeranno nelle mani di giovani e talentuosi artisti.

Gli esperimenti elettroacustici di Nicolas Perret e Silvia Ploner, al secolo Island Songs, muoveranno le fondamenta e illumineranno le sale del museo della luce del nord con i due progetti complementari ‘Nýey’ e ‘All depends on the Sun’. Durante l’opening del festival presenteranno in prima mondiale la performance Stellar surf: un viaggio sonoro e visivo fra i bagliori dell’aurora boreale.

Il performer e videomaker canadese Martin Messier, da sempre affascinato dalla ridefinizione del concetto di musica attraverso oggetti della vita quotidiana, porta a Transart l’audio-installazione Boîte noire, una grande teca di vetro sospesa a mezz’aria, riempita di fumo e attraversata da raggi luminosi. Messier ritornerà nuovamente con Anne Thériault (26.09) per presentare nel piccolo teatro di San Giacomo Con grazia.

Il Museo Civico ospiterà anche l’incredibile Operndorf Afrika, ultima visionaria idea di Christoph Schlingensief (1960-2010) attraverso il quale l’artista tedesco desiderava modificare l’immagine che abbiamo dell’Africa, creando una piattaforma di scambio artistico internazionale.

 

INAUDITO – LA TORRE DI BABELE E’ A BOLZANO

Con il formato INAUDITO (09.09) Transart crea 9 ore di performance, occupa un edificio di 6 piani, mobilita 3 ensemble, attiva 21 postazioni musicali per colpire l’immaginazione e la creatività del pubblico, stimolandolo a creare la propria playlist performativa. La facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano diventa per un giorno una contemporanea Torre di Babele: il pubblico vi potrà accedere in ogni momento e creare il proprio percorso, attraverso una ricerca che potrà durare da 1 secondo a 9 ore. Lo sforzo sarà inaudito, la musica udita, inaudita. Fra gli ospiti di questa prestazione musicale titanica e dilatata nel tempo la Blackpage Orchestra, l’ensemble cromoson e il quartetto di percussionisti conTakt. Concerti per Ensemble, selfie musicali, confessioni dei musicisti, luoghi in cui vivere un’esperienza 1:1 saranno gli elementi costitutivi di INAUDITO / UNGEHÖRT.

 

DUE GIORNI CON DAVID LYNCH

E’ uno dei più enigmatici e controversi registi del cinema contemporaneo. Cinquant’anni di carriera e solo dieci film, amati dal pubblico e dalla critica mondiale e snobbati dall’Academy e di Golden Globes, che gli hanno sempre preferito registi più prolifici e mainstream. Il Festival Transart rende omaggio al genio di David Lynch con due appuntamenti sospesi fra arte e musica.

Farà da preludio il lungometraggio David Lynch: The Art Life (11.09) che accompagnerà lo spettatore in un viaggio intimo, dall’infanzia nella tranquilla provincia americana, all’arrivo a Philadelphia, dagli anni della formazione artistica, fino alle colline di Hollywood.

Gli spazi della fabbrica di Alpewa (15.09) saranno invece l’involucro metallico per un pianoforte, punto di attrazione del recital The augmented piano con la pianista canadese Eve Egoyan.

Al centro della performance la prima italiana di David Lynch Etudes della compositrice Nicole Lizee. Sono le sue stesse parole a offrire la migliore descrizione del progetto: “I suoni e le immagini dei film di Lynch vengono corrotti e mischiati con il piano, così da formare un viaggio immersivo e psichedelico. La scrittura per pianoforte è uno specchio musicale dell’assurdo, surreale, a volte violento e disturbante lavoro di questo regista”. Alcune clip di vari film, da Twin Peaks a Cuore selvaggio, da Mulholland Drive a Strade perdute, vengono manipolate, ripetute, compresse. Lizee dirige i nostri occhi verso il vetro di una finestra, ricordandoci che siamo tutti voyeurs che sbirciano dentro relazioni estremamente complicate.

 

IL SILENZIO DELLA MONTAGNA SI SPEZZA: E’ IL RITMO DEL CONTEMPORANEO

ROMAN SIGNER, JOHN LUTHER ADAMS, INGRID HORA

Ha fatto danzare sulla facciata mediale di Museion un gruppo di anziane signore, cuffia bianca e costume blu, impegnate in una coreografia di nuoto sincronizzato. Per Transart l’artista Ingrid Hora si confronta con l’antica tradizione dello Scheibenschlagen (16.09), rituale di fertilità e di benvenuto alla primavera, che ogni anno viene messo in scena dagli uomini della Val Venosta. La “strega” viene bruciata, dei dischi infuocati lanciati nell’aria. L’artista rivisita questi simboli atavici inventando insolite costellazioni di movimenti e, insieme alle donne del villaggio di Silandro, intreccia l’antico e il nuovo, per creare un nuovo rito. Il luogo scelto per far rivivere questa antica tradizione è la Caserma Druso di Silandro, abbandonata dal 1995.

Non sarà il crepitio del fuoco a rompere il silenzio del Monte San Vigilio sopra Lana, ma il suono di un ensemble di 70 percussionisti, raccolti attorno alla partitura di Inuksuit (10.09), opera musicale del compositore americano John Luther Adams.

Anche solo 1 secondo di ritardo potrebbe invece essere fatale. A due anni di distanza ritorna a Transart l’artista svizzero Roman Signer con Una valanga dal tetto (23.09), opera esplosiva (in tutti i sensi), scultura effimera con la scadenza di 11 secondi. Questa volta l’artista focalizzerà l’attenzione del pubblico sulla scoscesa parete del tetto della stalla Hilber di San Lorenzo in Val Pusteria. Una valanga dal tetto racchiude tutta la potenza delle sue opere più visionarie.

 

MUSICA FINO ALL’ALBA CON IL TRANSART CLUBBING

La traiettoria di Transart si incrocia quest’anno con MUTEK, prestigioso festival di arti digitali e musica elettronica canadese, dedicato alla sviluppo e alla divulgazione della creatività digitale nel suono, musica e arte audiovisiva (9.09). Per Transart, MUTEK cura una serata che racchiude il carattere più festoso della rassegna e celebra la creatività canadese con una lineup di artisti internazionali del calibro di Woulg & Push One Stop, Alicia Hush, Mathew Jonson, Mike Shannon (DJ).

Ha ospitato gli appuntamenti più epocali del festival, nel 2008 è stato il cuore pulsante di Manifesta 7, biennale itinerante di arte contemporanea: oggi, completamente trasformato, ritorna a vivere lo spazio delle fabbriche Ex Alumix con un nuovo nome, NOI” – Nature of Innovation”, e la nuova mission di Parco tecnologico di Bolzano. Transart lo farà vibrare ancora, primo ospite assoluto, con il progetto THE ITALIAN NEW WAVE PLAYS TRANSART (22.09), format di Club To Club Festival.

Di grande respiro la selezione degli artisti: Lorenzo Senni, Ninos Du Brasil, alias Nico Vascellari e Nicolò Fortuni, Petit Singe, Bienoise, produttori piemontesi fra techno a forma libera, sperimentazione digitale e improvvisazione jazz, e XIII, misterioso membro del collettivo torinese Gang of Ducks.

 

CULT.night > PERFORMANCE, MUSIC, FILM, THEATRE

Fuori, a lato, di fronte, attraverso il teatro: il confine fra palcoscenico e platea si dissolve per un evento lungo una notte fra musica, performance, teatro e cinema (8.09). CULT.night avrà luogo in tutte le sale del Teatro Comunale di Bolzano, nella piazza antistante e nel giardino dei Capuccini. Nel corso della serata si potrà assistere alla prima italiana dello spettacolo interattivo In Many Hands di Kate McIntosh, all’installazinoe Squares do not (normally) appear in nature di OHT, ispirato da Josef Albers, al progetto JUST ACT, con performance di innumerevoli associazioni culturali e sportive di Bolzano. La serata include inoltre la musica live del gruppo finalista di Upload e si concluderà sulle note del DJ Set di Luca Fronza.

 

TEATRO DA 5 A 99 ANNI!

Nel cubo di vetro di Museion, il Museo d’arte contemporanea di Bolzano arriva la carica dirompente dell’Aktionstheater Ensemble (20.09) con lo spettacolo Pension Europa, nominato per il Nestroy beste Off-Produktion. Una serata fra sei donne alla disperata ricerca di una visione. Puro, nudo, talvolta poetico, ma estremamente potente, il quotidiano viene analizzato e discusso senza timore. Fra confessioni veritiere, bizzarre, scurrili, tragiche e direttamente ispirate alla vita di tutti i giorni. A Transart il teatro sarà anche per i più piccoli, dai 5 anni in su, con Villa Wunder (25.09) di Manuela Kerer.

 

UN REQUIEM PER IL TERREMOTO: SILVIA COLASANTI DA’ VOCE ALLE PICCOLE GRANDI OMBRE DEL NOSTRO PAESE

Presentato in anteprima a luglio al Festival di Spoleto, conclude magnificamente il festival Transart (26.09) il Requiem per Soli, Coro e Orchestra, Stringeranno nei pugni una cometa di Silvia Colasanti. Un momento di riflessione e raccoglimento dedicato al terremoto che ha colpito il centro Italia – lontano da ogni retorica e pietismo – come solo musica e poesia possono fare.

Nel Requiem, i testi latini dialogano con nuove parti, scritte per l’occasione dalla poetessa Mariangela Gualtieri. Sarà un canto di congedo ai morti del terremoto, alle piccole e grandi ombre, il rifiuto di un’idea lugubre di un Dio autoritario e punitivo. Ma anche un canto di speranza e di ringraziamento. La cantante e la recitante – qui la poetessa stessa – dialogano con Coro e con l’Orchestra Haydn, o disegnano momenti intimi e lirici, che si alternano a situazioni corali e magmatiche. Stringeranno nei pugni una cometa è un verso di Dylan Thomas, verrà eseguito in una rimessa dei treni, in un luogo dove i gesti quotidiani del lavoro riportano al presente: “Spesso il compositore in epoca moderna si è dimenticato di dialogare con il pubblico – suggerisce Colasanti – la musica deve avere un valore sociale, di riconoscibilità collettiva”.

Ai fiati, agli ottoni, alle percussioni e all’arpa e agli archi si associano alcune pietre di fiume suonate all’inizio, buttate o strofinate, mescolate al bisbiglio della preghiera, come elementi teatrali. Un omaggio alla vita che scorre, nonostante tutto.

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