UNA GIORNATA CON "A SEMINAR LA BUONA PIANTA" TRA LA VALLARSA E ROVERETO

Dalle camminate in Vallarsa, al corso di pittura botanica a Rovereto. Il racconto di una giornata insieme ad Aboca “A seminar la buona pianta”

Nella calura poco estiva del 1 luglio #trentinodavivere si è sdoppiato, acquisendo il dono dell’ubiquità: mentre Daniel vagava come un novello Cappuccetto Rosso per i boschi della Vallarsa alla scoperta di piante officinali, cercando di carpirne i segreti più nascosti, nella città di Rovereto, Eleonora si stava preparando per un pomeriggio dedicato alla pittura botanica, senza sapere che ciò che la aspettava sarebbe stato al di sopra delle sue più rosee predizioni. Un corso di pittura botanica era cosa sconosciuta fino a ieri pomeriggio, mille idee le erano sorte in testa: “si tratterà forse di pitturare utilizzando colori estratti dalle piante?”, “mi porteranno in mezzo ai campi a raccogliere petali con cui creare delle composizioni?” o forse “sarà un corso di pittura botanica inteso in senso astratto, quindi come la natura dipinge la sua realtà?”.

A seminar la buona pianta_Photo Eleonora Libera-#trentinodavivere

Con tutte queste domande la nostra “trentina da vivere”, inizia la ricerca di Palazzo Poja a Rovereto, scoprendo (grazie agli eventi di Aboca) che all’interno del palazzo situato in Corso Bettini, esattamente a fianco del Mart di Rovereto e di fronte all’ingresso dell’Università di Scienze Cognitive, si trova la sede del Museo Civico. Gioia ancora maggiore è stata scoprire che il corso si teneva in una sala dalle ampie volte, affrescata ma soprattutto: fresca!

Nel frattempo Daniel, dopo aver assaggiato piante di ogni tipo disseminate lungo sentieri mozzafiato della Vallarsa ha pensato bene di racogliere un po’ di sano Assenzio per una tisana serale, reduce da un pranzo memorabile al Rifugio Balasso, che si trova sul confine tra Trentino e Veneto lungo la strada che conduce a Schio.

A seminar la buona pianta_Photo Daniel Cerami-#trentinodavivere

In città, basta un rapido sguardo alla sala per capire di cosa trattasse il corso e subito un’aura di tranquillità pervase la nostra inviata. I partecipanti al corso avevano già ripreso in mano le tavole iniziate nel pomeriggio del 30 giugno e si accingevano a completare il disegno a graffite per passare subito dopo all’utilizzo dei primi colori ad acquerello, tutti molto concentrati e felici dei risultati che mano a mano si delineavano sui loro fogli.

Finalmente il primo disegno a graffite è pronto e dopo un’interessante spiegazione a proposito del colore, tutto il gruppo si chiude a cerchio intorno alla prima tavola, sulla quale l’insegnante procede a mostrare la delicatezza nascosta dietro all’acquerello: “Le ombre non fatele mai con il nero, perchè macchia il disegno, sporcandolo. Usate invece il bistro, colore che si ottiene mischiando i colori complementari a coppie”.

Sui tavoli da lavoro le rose spiccano come dei piccoli soldatini pronti a farsi ritrarre nel massimo atto di coraggio. “E’ bene partire da un disegno minuzioso, per poi concentrarsi sui chiaro-scuro e sul colore” spiega l’insegnante che, attenta ma mai oppressiva, passa fra i tavoli pronta a dare consigli e suggerimenti.
Un po’ alla volta tutti i corsisti tornano ai loro disegni, iniziando in autonomia ad approcciarsi al verde, con la delicatezza di un pennello su un guscio d’uovo. I fiori iniziano a prendere vita e sulle parole “Se il verde vi stanca l’occhio, fissate per qualche secondo il suo complementare, il rosso”, la nostra trentina da vivere esce nel blu del cielo di Rovereto, pronta per la prossima scoperta firmata Aboca.
 
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Eleonora & Daniel

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