STEWARD COPELAND INFIAMMA POLICE
#SOTTOPALCO
VISTO PER VOI
Nel giorno del suo compleanno, Steward Copeland, riscrive i Police in Trentino.
Un pubblico di fan dei Police, ma anche di musicisti del panorama trentino, di rocker e di chi non si è lasciato sfuggire una delle centellinate date del tour italiano di Steward Copeland ha applaudito, cantato e ballato con lo storico batterista dei Police.
Era atteso al Parco Tre Castagni di Pergine domenica 16 luglio. E, in una serata calda e stellata, dell’estate trentina, l’istrionico artista ha dato tutto se stesso per il progetto Police Deranged for Orchestra. Sulla strada per UmbriaJazz, Copeland ha fatto una capatina “ai freschi”, si fa per dire, del Trentino per regalare l’ambizioso concerto tributo ai Police.
Più che un tributo, una riscrittura scattante, anzi, rullante ed istrionica, di cui si perde quel tratto intellettuale firmato Sting. E Copeland si vuole presentare così. Un elfo che guizza sul palco, intrattiene il pubblico, fa battute, ironizza e si profonde in continui ringraziamenti e lodi per il pubblico, per l’Italia, per i musicisti, per la sua band. Per tutto, insomma, pure per esserci in quel momento.
Mestiere? Entusiasmo? Gioco? Ci piace pensare che davvero Copeland volesse festeggiare il suo compleanno su quel palco di fronte ai fans di lunga data. Fans che magari hanno ammiccato agli arditi arrangiamenti capaci di riscrivere brani storici come King of Pain, Roxanne, Murder by Numbers.
In scaletta anche Spritis in the Material World, e poi Everybody Needs Somebody. Il pubblico applaude sulle note di Walking On The Moon e si esalta con Every Breath You Take, The Bed’s Too Big Without You ma anche Don’t Stand So Close To Me. E’ infine un coro unico per Message in a Bottle e si ricompone con Every Little Thing She Does is Magic.
Fra Steward Copeland, la sua band e i giovani musicisti dell’Orchestra Bonporti di Trento e Riva del Garda è un continuo dialogo e gioco. Non mancano fraseggi e spazio a momenti strumentali di cui Copeland mostra il saggio di batteria.
Da un lato la musica immortale dei Police, che volenti o nolenti tutti hanno sentito nella vita fosse altro perchè strausata per colonna sonora di pubblicità e stacchi. Dall’altro l’estro guizzante di Copeland che getta in un frullatore la memoria di brani che hanno fatto un’epoca per shakerare un nuovo prodotto. Ancor più ci si allontana dal ricordo di Sting con la scelta di affidare a tre voci femminili le parole delle canzoni che vengono ricamate in arditi merletti.
I commenti del dopo concerto potrebbero essere tanti e differenti. Ma è proprio questo lo scopo dell’arte, quella vera. Ossia generare movimento, discussione, pensiero ed emozione. Un po’ come la scelta di presentarsi in maniche di camicia dalle tinte tropicali su pantaloni di un bianco immacolato, la musica di Copeland ha decidamente dato una sferzata e un guizzo, nella sonnecchiante estate trentina. E chissà, magari di passaggio, ci piace pensare che Steward Copeland si fermi a sorseggiare un buon bicchiere di vino con Sting nella sua tenuta in Toscana.
Tutti i brani proposti in concerto sono disponibili nel lavoro discografico di Copeland e si possono trovare sul tubo.