LORIT – E SE IL TURISMO DELLE MONTAGNE SPARISSE?

LORIT – Un’opera sulla fine dei tempi
ApprodaTO domenica 21 gennaio a Trento, domani,  martedì 23 gennaio sarà a Bolzano LORIT, opera vincitrice della quarta edizione del concorso FRINGE

Cosa accadrebbe se l’industria del turismo, con i suoi rituali e modelli codificati, scomparisse dalle nostre montagne, valli e paesi? È una delle provocatorie domande sollevate dall’opera da camera LORIT, vincitrice del concorso di teatro musicale FRINGE promosso dalla Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, che sbarcherà in prima assoluta domenica 21 gennaio al Teatro SanbàPolis di Trento (ore 17.00) e martedì 23 gennaio al Teatro Comunale di Bolzano (ore 20.00).

Prodotta dalla Fondazione Haydn in cooperazione con il Tiroler Landestheater e scritta dal compositore austriaco Marius Binder, LORIT vede la collaborazione di un team di giovani talenti composto da Christine Polzer alla regia, Christoph Huber alla direzione musicale, Robert Prosser che ne firma il libretto e Julia Neuhold il set e il design dei costumi.

MoniQue foto – Monica Condini – HAYDN – Lorit – gennaio 2024

Il programma dedicato all’opera proposto dal direttore artistico Matthias Lošek continua dunque il suo viaggio fra le diverse esperienze del teatro musicale, concentrandosi sulle nuove voci del panorama contemporaneo. Prendendo le mosse dalla tradizione dei drammi morali e ispirandosi a opere iconiche come Jedermann di Hugo von Hofmannstahl, LORIT affronta temi di portata globale come i sistemi economici e politici, il turismo con i suoi lati oscuri, le catastrofi naturali, i cambiamenti climatici, le crisi, la morte.  “In modo molto intuitivo – sottolinea la regista Christina Polzerabbiamo deciso di lavorare con delle figure metaforiche per creare un “morality play”, una sorta di dramma filosofico sulla condizione umana”. La storia mette in scena l’incontro di cinque personaggi allegorici, la Morte interpretata dal Bernhard Wolf, il Turismo che prende la voce e il volto di Manuel Ried, il Padrino della funivia interpretato da Jubin Hossein Amiri, il Bel Paesaggio con Laura Schneiderhan e l’Ultima Generazione con Milena Pumberg.

Il luogo in cui i loro destini si intrecciano è una piccola cabinovia nell’ultimo giorno dell’ultimissima stagione sciistica dell’umanità. Tutto sta volgendo al termine e folle di persone si contendono gli ultimi posti disponibili. “In vario modo questi caratteri – prosegue Polzer – rappresentano il nostro spazio vitale, il nostro globo, una generazione giovane e una resistenza di sinistra che si è abituata a vivere nella propria zona di comfort, una politica che è diventata fine a sé stessa e, infine, tutti noi e ciò che ci aspetta in un futuro non così lontano”. Attraverso l’interazione fra i diversi personaggi LORIT rappresenta la struttura di una società che si sta dissolvendo e una moltitudine che, lasciata sola, è costretta a riorientarsi e a ricominciare tutto da capo.

La musica sviluppata da Marius Binder ha dunque il compito di guidare il pubblico attraverso il turbolento paesaggio emotivo dei personaggi, sfruttando il potere intrinseco della musica come mezzo narrativo. L’opera è destinata a essere sempre diversa ad ogni esecuzione, combinando elementi di improvvisazione a notazioni più rigorose: “Desidero che la mia musica evolva e viva – precisa Marius Binder – creando un momento irripetibile e unico. La composizione è per me un atto di equilibrio tra il minimo e massimo controllo del risultato, e il danzare fra questi due poli è la mia soluzione per quest’opera“. Il risultato è un acceso dialogo fra la musica popolare tirolese e l’estetica contemporanea: una tempesta di suoni che assembla i ritmi di TikTok, le canzoni pop, lo jodel e grandi successi.

In LORIT il tema del turismo e dei suoi complessi effetti sull’ambiente e sulle dinamiche di territorio diventa dunque il paradigma per raccontare una storia più ampia, densa di relazioni e conseguenze. “L’opera – precisa Polzer – è molto di più di una semplice critica al turismo di massa e allo sfruttamento della natura: è l’illuminazione di un microcosmo a cui le persone in Trentino-Alto Adige possono riferirsi perché lo conoscono e capiscono, perché li riguarda direttamente. Non è solo una storia sullo scioglimento dei ghiacciai sulle Alpi: è una storia sull’aggrapparsi a un passato glorificato che non può essere più ripristinato”. Nei tempi complessi che stiamo vivendo, dove tutto sembra sgretolarsi e dove anche le certezze faticosamente conquistate sembrano in pericolo, LORIT pone degli interrogativi destinati ad accompagnare il pubblico anche una volta abbandonato il teatro: di chi è il problema della crisi climatica? Chi siamo quando tutto intorno a noi si disintegra? Cosa rimarrà di noi? Come possiamo andare avanti? Nessuno può fuggire, siamo tutti sulla stessa barca, anzi sulla stessa cabinovia.

 

 

 

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