I Negrita “Dopo Rovereto, ancora Brescia, Genova ed Asti, quindi appendiamo gli strumenti per un po’ al chiodo”

La band di Arezzo sta ultimando il tour nei club che li vedrà a Rovereto, al Palazzetto, il 3 aprile ore 21. La città della quercia ospita una delle ultime date live della band che fa sapere si prenderà un periodo di riposo dopo il successo del tour teatrale, la partecipazione al musical Jesus Christ Superstar e l’uscita dell’ultimo album e quindi il tour nei club dove hanno registrato quasi ovunque un costante sold out.

L’album “9, di cui il tour, è stato registrato al Grouse Lodge dei Rosemount in Irlanda e masterizzato allo Sterling Sound di New York e sancisce un ritorno al rock per i Negrita che negli anni hanno spesso lasciato che suggestioni e atmosfere dei tanti viaggi internazionali influenzassero il proprio sound

Il chitarrista Enrico Salvi Drigo, una delle tre anime Negrita, racconta questo particolare momento della band e la filosofia che sta alla base della loro musica

Arrivate a Rovereto dopo una serie di date sold out. Perchè la dimensione club o raccolta?

Avevamo voglia di tornare alle origini, di avere un rapporto diretto con il pubblico e di respirare l’aria dei club. Tornare al rock con quest’album, così da metter pace a chi ci rinfacciava il fatto di esserci discostati molto dalle sonorità rock virando verso atmosfere più pop o comunque influenzate dai posti dove siamo stati, è andato di pari passo con il tornare nei club dove il rock, nasce e si sviluppa. E’ nei club che si fa rock e che ci si fa conoscere o si presentano i propri lavori sopratutto per questo genere musicale

Quindi voi dimostrate che il rock non è morto?

Tempo fa Chris Martin dei Coldplay affermò che il rock fosse morto, ma non è così. forse lui si riferiva ai modelli a cui attingevano loro. Poi però per vendere milioni di dischi hanno abbracciato sonorità più commerciali ed orecchiabili. Ma il rock sopravvive e ha ancora molto da dire

Negrita

Negrita

Sicuramente siete una delle poche realtà musicali che si è sempre tenuta alla larga dai reality. Perchè?

Noi siamo una generazione precedete al fenomeno televisivo dei reality msicali. Per cui siamo andati avanti per inierzia grazie al pubblico della prima ora. Abbiamo sempre curato i nostri dischi così da avere una, duo a volte tre hit da cui far trainare il disco, far sapere che è uscito e quindi passare in radio. Oramai vendere dischi è andato in secondo piano, in quanto l’aspetto discografico sta andando a morire sempre più. Il disco serve per i live e i tour. Circa la televisione io la seguo poco, penso che i reality siano vetrine con cui poi magari qualcuno si è potuto far vedere ma alla fine son resistiti solo coloro che avevano qualcosa da dire perchè questo genere di format creano solo esecutori

Qual’è la strada alternativa?

La dura gavetta con cui capire cosa funziona e cosa non va. Noi proponavamo alcune cover riarrangiate dei classici rock in cui infilavamo dei pezzi nostri per farci conoscere anche come autori. Rodare il rapporto con il pubblico e darsi il tempo di farsi conoscere. Duro lavoro e fatica, tanto tempo. Invece i reality rischiano di dare l’impressione del tutto subito, mentre ci vuole disciplina, rigore e sudore

Nella vostra produzione ci sono anche canzoni che potrebbero apparire “scomode”, nascono da un’esigenza di riflettere sul mondo che ci circonda?

Noi siamo un po’ come dei viaggiatori, degli esploratori che ripostano non nei libri ma nelle canzoni quello che scoprono. Abbiamo fatto tour negli States, in America Latina, e poi anche in Cina e in Europa e in Turchia. Così abbiamo solo riportato ciò che abbiamo visto e ciò con cui ci siamo confrontati, le persone che abbiamo incontrato e la atmosfere che ci hanno suggestionato e che ci permettono di stare in  linea con il presente. Da questo nascono canzoni come “Un libro in una mano e una bomba nell’altra” che è un insieme di considerazionei che sono un grandangolo delle situazioni che ci troviamo ad osservare. E così è anche per l’ultima canzone “I tempi cambiano” in cui preme la situazione attuale che si trova nelle strofe come “ma sono qua se mi bombardano mi troveranno in un bar” oppure “La primavera del millennio ha messo tutti contro tutti”

Il rapporto con le radio?

Sono argomenti scomodi questi che le radio non fanno passare. Ricordo quando facevamo la promozione per “Radio Zombie” ed erano proprio i giorni dopo l’attentato alle Torri Gemelle nel 2001. Ebbene sul muro di fronte agli speaker c’era un foglio con su scritto “vietato parlare dell’attacco dell’11 settembre”Forse qiesto era stato pianificato per non turbare quel sentore che le radio devono trasmettere, quindi dare un clima di serenità e leggerezza. Ciò non toglie che noi al di là di tutto esprimiamo ciò che pensiamo e il pubblico ci da ragione

Enrico Salvi Drigo

Enrico Salvi Drigo

E come si fa?

Ci sono dei piccoli trucchi come quello di inserire negli album alcuni brani che sono delle hit costruite per essere radiofoniche e appettibili. Anche questa è un’avventura di per se entusiasmante. La musica ci piace tutta ma come riferimento guardiamo ai grandi classici del rock e loro dicevano che una canzone va costruita ricordandosi il motto “balla pensando”. Ogni canzone deve far ballare e trasmettere un messaggio, questo il succo parlo di artisti che hanno saputo far breccia nel pubblico come Bob Dylan, Joh Lennon, Bob Marley. E noi lo facciamo nel nostro piccolo

Il 9 aprile avrete l’ultima data del tour, dopo?

Ci prendiamo un periodo fisiologico necessario per costruire un nuovo studio di registrazione. Nel frattempo grazie ad internet possiamo scrivere ciascuno a casa propria e nella tranquillità raccogliere le idee per un nuovo album, il migliore di tutti. Pensando che questo ultimo è stato prodotto mentre passavamo le serate in teatro impegnati nel musical Jesus Christ Superstar abbiamo fatto fronte ad una routine molto pesante in cui non potevamo sfruttare liberamente la creatività. Il prossimo invece sarà fatto in tranquillità e nei tempi dovuti

I fan?

Terremo con loro un filo diretto via social. Io personalmente poi sto facendo esercizi di scrittura attraverso il mio profilo personale facebook. Dopo il libro che scrissi, ora mi sto appassionando a studiare i meccanismi che governano i social che trovo affascinanti e strani, insomma da studiare. Però si, saremo sempre presenti e terremo aggiornati sulle novità

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