Ami il vero trekking? Segui Omar alla scoperta di un percorso unico e suggestivo in Valsugana

Il trekking Lagorai Panorama è un percorso ad anello che si sviluppa in Valsugana, nel Trentino Orientale, lungo quella che fu la linea di difesa Austroungarica e la contrapposta Italiana durante la Prima Guerra Mondiale. Un percorso contraddistinto da sentieri di guerra e fortificazioni, pascoli e malghe ancora attive, innumerevoli laghi alpini ed un panorama completo sulla Catena del Lagorai e Cima d’Asta, la vetta del gruppo, raggiungibile con la variante del trekking.

La partenza in quota non impegna in grandi dislivelli, ma comunque richiede un allenamento adeguato. Le circa 5/6 ore di cammino giornaliere si intendono senza soste e si riferiscono ad un camminatore mediamente allenato. Dislivello totale in salita mt. 2.826, altrettanti in discesa. Sviluppo totale km 41,00.

La mia esperienza, i miei consigli….

1° giorno – PASSO MANGHEN – RIFUGIO CALDENAVE

Partiamo di buon ora dal Passo Manghen 2.047m, siamo io e il mio amico Andrea, entrambi appassionati di montagna e di trekking di più giorni. Abbiamo deciso di farci accompagnare al Passo da un nostro amico in modo da non avere la preoccupazione dell’auto quindi, zaino in spalla, scarponcini ben allacciati e siamo pronti alla partenza!
Siamo un po’ euforici per questa bella attraversata, entrambi l’aspettavamo da un po’ per staccare completamente dalla routine quotidiana. Abbiamo scelto di partire di lunedì, giorno perfetto in quanto difficilmente abbiamo incontrato persone lungo il nostro cammino. La Lagorai Panorama, è un’alta via che abbraccia gran parte del Lagorai, una catena davvero meravigliosa che permette di vivere una natura ancora selvaggia ed incontaminata. Raggiungiamo Forcella del Frate e seguendo il sentiero ben segnalato, giungiamo su questo primo valico dove ci accorgiamo già da subito che il panorama è incredibile.
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Siamo fortunati, a casa abbiamo consultato il meteo e questi tre giorni saranno soleggiati.
Continuiamo e raggiungiamo prima forcella Ziolera e poi Forcella Pala del Becco fino a giungere al laghetto di Montalon.
Ci dedichiamo a qualche foto e mangiamo qualcosa per recuperare le forze. Da questo punto il sentiero è tutto in discesa fino a giungere su una strada forestale che ci ha portato fino all’ Hotel Sat Lagorai. Noi però preferiamo salire per il sentiero dell’acqua fino e raggiungere il Rifugio Carlettini dove decidiamo di riposarci un po’ bevendo qualcosa di fresco. Ripartiamo poi per l’ultimo sforzo della giornata, questa volta il sentiero è tutto in salita ma in meno di un’ora e mezza siamo sulla Piana di Caldenave.
Il paesaggio è incantevole e il torrentello che attraversa il prato è troppo invitante. Il rifugio è a meno di 5 minuti, si vede già e allora decidiamo di toglierci gli scarponcini e di immergere i piedi per rinfrescarli (non vi nego che avrei fatto il bagno!). Dopo questa pausa raggiungiamo il rifugio dove Elio ed Enrica, i due gestori, ci danno il loro più caloroso benvenuto. Dopo una doccia rigenerante, siamo pronti per la cena dove, ad attenderci, c’è un ottimo minestrone e a seguire un piatto unico di polenta e patate saltate con tre belle fette di arrosto (ovviamente abbiamo divorato tutto!). Concludiamo al meglio la nostra giornata ammirando il tramonto, due chiacchere con Elio e poi a letto …sono le 21.30, siamo stanchi e il sonno si fa subito sentire.
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2° giorno – RIFUGIO CALDENAVE – RIFUGIO MALGA CONSERIA

Non è servita la sveglia e alle ore 7 siamo già seduti per la colazione. Fuori l’aria è frizzantina, il sole non è ancora arrivato e decidiamo quindi di metterci subito in marcia per la Val Orsera in modo da approfittare dell’ombra e del fresco mattutino. Giunti alla forcella Orsera iniziamo a vedere le prime opere dei soldati che, durante la Prima Guerra, hanno fortificato gran parte del Lagorai. Andrea appassionato della Prima Guerra Mondiale ha trovato anche un bossolo di fucile che subito mi mostra e si mette in tasca :-). Il percorso continua lungo antiche mulattiere mostrandoci, alla nostra sinistra, l’imponente Cima D’Asta con i suoi 2848m.
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Giungiamo alla forcella Buse Todesche dove mangiamo i panini che Enrica ci ha confezionato la mattina stessa. Da questo punto si inizia a scendere, raggiungiamo dapprima il laghetto alpino del Cengello dove decidiamo di fermarci per scattare delle foto dato che i riflessi sono incredibili. Proseguiamo poi sul sentiero L35 fino a giungere ad un punto panoramico dove vediamo il Rifugio Conseria. Dopo circa un’oretta siamo seduti nei tavolini esterni del Rifugio che ci gustiamo una buona birra! Anche per oggi siamo arrivati. Questa sera, a cena, siamo in compagnia di una comitiva di bikers che arrivano da Levico Terme e che domani andranno a San Martino di Castrozza. Dopo l’ottima cena ci corichiamo, anche la stanchezza si fa sentire!

3° giorno – RIFUGIO MALGA CONSERIA – PASSO MANGHEN
Ultimo giorno, oggi la sveglia suona ma saremmo restati volentieri a letto, siamo un po’ stanchi ma il profumo del caffe arriva fino sotto le coperte e io non resisto! Colazione da campioni con cerali, yogurt, marmellata ci danno una vera spinta di energia per concludere al meglio questa splendida traversata. Salutiamo tutti e saliamo in direzione del Passo 5 croci.
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Sono le 8 ma ci sembra l’alba dato che il sole è appena spuntato da dietro Cima D’asta. Percorriamo la strada forestale che ci porta a Malga Val Cion dove troviamo molte mucche al pascolo che con il suono dei loro campanacci ci danno il benvenuto; ci salutano anche i ragazzi in mountain bike che sono partiti un po’ dopo di noi dal rifugio. Loro scendono verso il Vanoi e noi saliamo invece per il Passo Val Cion e poi per forcella Valsorda. Il tratto più duro della giornata ormai è fatto e decidiamo quindi di fermarci per pranzo al laghetto di Montalon, nella sponda opposta rispetto a dove abbiamo mangiato il primo giorno. Gustati i panini al formaggio di malga che ci ha preparato Fabiana del Rifugio Conseria, ci rimettiamo in viaggio passando vicino a dei ruderi di baraccamenti risalenti alla Prima Guerra Mondiale, la nostra meta è sempre più vicina. Scorgiamo il lago delle Buse che ci appare come un miraggio; una volta raggiunto sappiamo che ci manca ancora una mezz’oretta, la nostra avventura di tre giorni è purtroppo quasi alla fine, il Passo Manghen con il suo rifugio sono proprio dietro l’angolo. Incontriamo diverse persone che sono partite dal Passo per raggiungere il Lago delle Buse e ci chiedono quanto manca, noi rispondiamo che è molto vicino e guardandoci ci viene da sorridere avendo camminato per 3 giorni. Abbiamo sentito un clacson, siamo sotto al tornante che porta al rifugio… ci siamo, rifugio in vista! Sembra il ritorno alla civiltà, io e Andrea ci stringiamo la mano come è consuetudine di chi arriva insieme sulla cima di una montagna, siamo soddisfatti! Entriamo nel rifugio che sono le 16, ma ordiamo ugualmente un bel piatto di canederli in attesa di aspettare il nostro amico che torni a riprenderci.
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Un’avventura da raccontare ma vi assicuro, tutt’altra cosa viverla di persona!

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