ANGKOR SMART: UNA GUIDA PER EVITARE LE ORDE DI TURISTI

Di certo avrete già letto numerosi blog, racconti e visto decine di fotografie che narrano dell’estasiante bellezza e del fascino antico delle rovine di Angkor Wat, l’immenso complesso di rovine di quella che una volta era la gloriosa capitale dell’impero Khmer.

I templi, che si estendono su una superficie complessiva di 163 ettari nei pressi della città di Siem Reap, furono fatti costruire all’inizio del 12’ secolo dal re Suryavarman e inizialmente erano un tempio indù e bla bla bla…. Anche questo l’avrete sicuramente letto su libri di storia o visto in documentari, e in ogni modo è facilmente reperibile online.
Ma i The Back Pachers, che non vogliono risultare noiosi, vi raccontano qualcosa di nuovo, che non si trova sui libri di storia, e che potrebbe esservi molto utile se decideste di visitare questa meraviglia del mondo.
Vi spiegheremo infatti come evitare l’enorme turismo di massa, principalmente quello delle orde di cinesi che ogni giorno assediano Angkor Wat.
Parlando con numerosi backpackers e viaggiatori incontrati durante i mesi precedenti, tutti, ma proprio tutti, si sono lamentati di quanto il numero spropositato di visitatori abbia rovinato (o quantomeno abbia reso meno piacevole) la visita ai templi.
Quindi abbiamo deciso di studiare un piano d’azione, cercando su internet più informazioni possibili sul tragitto dei tour organizzati, spulciando vari blog e video su Youtube dove venivano descritte precedenti visite and Angkor Wat e spiegate alcune tecniche per evitare di trovarsi schiacciati nella calca di turisti fra queste rovine millenarie.
Risultato: siamo riusciti a visitare la maggior parte dei templi dello Small Loop in totale libertà, con attorno pochi (in alcuni templi addirittura pochissimi) turisti. Non male, vero?
L’unico su cui non siamo riusciti ad evitare la massa è stato Ta Prohm, il tempio reso celebre da Angelina Jolie nei panni di Lara Croft nel noto film “Tomb Raider”. Ma li ci era già stato detto che sarebbe stato impossibile evitarla, poiché l’affluenza di turisti li è costante dall’apertura fino all’ora del tramonto.
Ebbene, noi questo piano vogliamo condividerlo con voi.
Iniziamo con un fatto che non tutti sanno: il biglietto giornaliero, se acquistato la sera prima dopo le 17.00, da accesso ai templi non solo la giornata seguente, ma anche la sera stessa per poter godere del tramonto sulle rovine. Nel nostro caso era nuvoloso quindi niente tramonto…
Come potrete facilmente osservare su qualsiasi mappa del sito archeologico, lo small loop include parecchi templi, ma i più importanti sono certamente Angkor Thom, Bayon, Angkor Wat, Ta Prohm, Ta Keo e Banteay Srei (quest’ultimo nulla di che, a parer nostro).
Un momento magico della visita è quello del sole che sorge dietro il tempio di Angkor Wat, e per questa ragione migliaia di persone (fra cui noi, sia ben chiaro) si svegliano alle 5 per essere li alle prime luci dell’alba, e la zona intorno al lago antistante il tempio si riempie peggio di un concerto di Vasco Rossi a San Siro. Questo succede sul lago… di sinistra! Eh si, perché infatti vi è un altro lago sul lato destro che, per l’assenza di ninfee sullo specchio d’acqua viene ignorato dal 90% dei turisti, e quindi ci siamo trovati in una trentina in tutto, con lo spazio necessario per piazzare treppiedi e macchine fotografiche, sistemare l’action camera in tutta tranquillità e godere della vista di Angkor, senza avere davanti cappelli, bastoni da selfie o lo schermo del telefono di quello davanti. Decisamente un inizio più rilassante.
Subito dopo, quasi tutti iniziano il loro tour visitando Angor Wat, dopo aver fatto una pausa per la colazione: ma voi no! Voi, previdenti, avete preso dei biscotti e un caffè lungo la via, e approfittate di questi momenti di libertà di movimento per visitare i templi di Angkor Thom e Bayon (tenendo conto che aprono alle 07.30).
Bayon in particolare, senza turisti, con tutte le sue 200 facce del bodhisattva Lokeshvara che vi guardano sorridenti, vi lascierà a bocca aperta.
Non appena i primi gruppi organizzati cominciano a popolare l’area, voi spostatevi velocemente a visitare i templi di Thommanon, Chau Say Tavoda e Ta Keo. Quest’ultimo, una volta in cima, vi permetterà di avere una veduta dall’alto dei templi limitrofi e della giungla circostante.
A questo punto armatevi di tanta pazienza perché è giunta l’ora del momento più difficile: l’affollatissimo tempio di Tomb Raider! Qui l’unica cosa che vi resta da fare è godervi ad ogni modo l’esperienza, nonostante le orde di turisti che vi obbligheranno quasi a formare un trenino e a muovervi al loro ritmo. Il tempio tuttavia, avvolto da piante rampicanti e radici di alberi secolari, è incredibile!
Dopo Ta Prohm, e dopo aver visitato anche Banteay Srei, è quasi ora di pranzo: che fare? Mangiare? No!! Mangerete dopo, questo è il momento migliore per visitare il tempio per antonomasia: Angkor Wat! Li non troverete quasi nessuno e, nonostante il caldo, i lunghi corridoi e i ripidi scalini, sarà un’esperienza indimenticabile.
Bene, bravissimi, avete finito i templi principali dello Small Loop, ora potete pure tornare a Siem Reap, mangiare qualcosa e collassare nel letto.
Ci teniamo a precisare che questo è un giro abbastanza sbrigativo e faticoso, con un budget da backpacker. Probabilmente la cosa migliore è spendere un po’ di più e acquistare il ticket di 3 giorni, prendendosela con calma ed evitando così di trovarsi fra le rovine nelle ore piū calde, quando il sole picchia duro e anche una rampa di scale diventa un’impresa epica.
Ad ogni modo speriamo che questo articolo vi possa fornire delle informazioni utili e che, sia che visitiate Angkor Wat in uno, tre o sette giorni, riusciate ad evitare il turismo di massa.
Anche per oggi è tutto da Angkor Wat, ci sentiamo la settimana prossima, chissà da dove ☺
 

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