#Viajosola a Lampedusa

La prima volta che cercai un volo per Lampedusa era il 2006. Il volo lo trovai ma per le mie tasche era decisamente fuori portata. L’isola più a sud dell’Italia è rimasta nella mia lista dei viaggi da fare per dieci anni e poi quest’anno è rimbalzata improvvisamente in cima alla classifica, regalandomi un vacanza che ricorderò.

Da quando ragazzina ho letto “Noi che ci vogliamo così bene” di Marcela Serrano, ho capito, in una frase, cosa delle isole mi ha attratta sempre: “È l’idea di isola a sedurmi”, diceva spesso una delle protagoniste del libro. Anche a me l’idea di isola, seduce: un equilibrio perfetto di paura e libertà, un luogo finito, circondato da qualcosa di infinito.

L'isola dei conigli

L’isola dei conigli

Lampedusa è un’isola, una delle più belle che io abbia visto, ma Lampedusa, a differenza dell’idea di ciò che è, non seduce. Non ammalia, non inganna, non raggira; niente tecniche, niente trucchi. Lampedusa è autentica e, semplicemente, innamora. O almeno a me ha fatto questo effetto.

E lo ha fatto per il suo mare che offre tutte le sfumature dell’azzurro fino al blu, per il sole che mi ha riscaldato la pelle e il cuore dopo un inverno al nord, per quel cielo sempre sereno, per il vento che lascia respirare profondamente, per la sua gente che con sguardi profondi e poche parole sa abbracciare.

La Tabaccara

La Tabaccara

Per tutto questo, per tutto l’amore, gli appunti di viaggio sono un piacere al quale non rinuncio.

  • Le scogliere della costa nord

    Le scogliere della costa nord

    Lampedusa è un’isola di appena 20 km², una sola strada asfaltata la attraversa completamente e un solo centro abitato la anima. Fa parte – insieme a Linosa e allo scoglio di Lampione – dell’arcipelago delle Pelagie. D’inverno conta circa 2 mila abitanti, d’estate è arrivata anche a 30 mila presenze.

  • L’isola è tanto piccola che dall’aereo sembra impossibile che il pilota riesca ad essere tanto preciso e tanto fortunato da centrare non solo quello che da lassù appare poco più di uno scoglio in mezzo al mare ma addirittura la pista di atterraggio. Di solito ci riesce, la frenata brusca è d’obbligo.
  • Lampedusa è una scheggia di terra che l’Africa ci ha regalato: ha la luce del nord-Africa, il sole (che così caldo in Italia non esiste), ha il deserto. Lampedusa è brulla e tutta d’un color cammello, il verde quasi non c’è. Solo una piccola area è stata infoltita: gli alberi sono disegnati sulla mappa.
  • Per girare le isole per me il mezzo migliore è lo scooter: facile da parcheggiare anche nei posteggi delle spiagge più gettonate, agile anche sulle strade sterrate, consente di non smettere mai di prendere il sole e col vento non si soffre il caldo. E poi le canzoni stonate in scooter sono una delle cose per cui vale la pena andare in vacanza.
  • Viaggiare sola è uno dei piaceri che ho scoperto qualche anno fa e che ogni tanto mi regalo. Non ero però mai stata sola in una vacanza al mare: l’unico problema che ho effettivamente riscontrato è stato spalmarmi la crema sulla schiena.
  • Un’amica che conosce Lampedusa molto bene mi ha consigliato un giorno di saltare in sella e girare l’intera isola su quell’unica strada asfaltata. “Ad un certo punto – mi ha detto – ti troverai lì in mezzo e riuscirai a vedere il mare sia guardando a destra che guardando a sinistra. Lì – ha continuato – ti sentirai viva e piccola e in mezzo all’immensità”. La mia amica aveva ragione.
  • La parte sud dell’isola ha calette e baie, un mare celeste e azzurro, una luce accecante, una piacevole brezza; la costa nord è invece caratterizzata da aspre scogliere, venti impetuosi, mare blu cobalto. Leggerezza e “Sturm und Drang”.
  • L’Isola dei Conigli è la quarta piccola isola dell’arcipelago e si raggiunge camminando o nuotando via mare dalla spiaggia che è di fronte. Mi hanno raccontato – fonte certa, un pescatore autoctono – che ogni 25 anni la marea è tanto bassa da far risalire quella lingua di sabbia che collega l’isola alla spiaggia. Il motivo per cui questo accada tanto raramente non lo so, l’ho chiesto ma il suo giro di parole è stato tale che pur non avendo capito, non ho voluto insistere. Però ho visto delle vecchie foto con gli ombrelloni piantati proprio dove io ho nuotato.
  • Che l’Isola dei Conigli è citata tra le spiagge più belle al mondo non ve lo dico. Però vi dico che ha sabbie bianche e mare cristallino e che quando ci si arriva sopra, a guardar giù, manca il respiro, lo stomaco ha un sussulto e a volte può anche accadere di sentire un nodo in gola e qualche lacrima che scivola giù. La bellezza, quando è autentica, può anche fare questo effetto.
  • La baia accanto ai Conigli, La Tabaccara, è raggiungibile invece solo via mare ma è un appuntamento che non si può perdere. Tuffarsi in mare dalla prua e sentirsi scema per aver pensato “sembra una piscina” è da segnare nella lista delle cose da fare a Lampedusa.
  • Proprio lì, incastrata sopra L’Isola dei Conigli e La Tabaccara, c’è una casa che è stata di Domenico Modugno. Dopo aver visto tutto questo ho capito un po’ meglio come abbia potuto scrivere una canzone come “Meraviglioso”.
  • Regalarsi una giornata in barca è d’obbligo: le opzioni sono diverse, dalla più movimentata alla più rilassante. Io ho scelto La Pina, al timone Cesare, pescatore lampedusano che d’estate porta un po’ a spasso i turisti, si dimostra cuoco superlativo, insegna segreti di cucina, racconta storie bellissime sull’isola e a fine giornata ti fa sentire l’ospite più desiderata della storia.
  • Lampedusa è la porta d’Europa: quante volte si è sentito dire. La porta c’è davvero, dal mare si vede ed è una porta aperta. Proprio come nella realtà: una porta aperta a chi arriva dal mare. “Che qui la gente dal mare è sempre arrivata – mi ha detto un giorno un signore con cui chiacchieravo – ma quelli delle televisioni questo mica lo sanno. Mica lo sanno che noi alla gente che arriva dal mare ci abbiamo dato sempre mangiare e vestiti”.
  • Dal 3 giugno al 3 ottobre, al Museo di Lampedusa è allestita una mostra che apre la strada, proprio su quell’isola che è porta d’Europa, al Museo della fiducia e del Dialogo nel Mediterraneo. Si tratta di cinque o sei sale in cui si parla di migrazioni, di scambio, di viaggi. E lo si fa attraverso oggetti che hanno viaggiato, arrivati in prestito a Lampedusa da musei lontani; lo si fa attraverso oggetti ritrovati in mare e appartenuti a chi sognava di arrivare, lasciando dietro di sé un passato di guerra e soprusi; attraverso foto, disegni, video che quei viaggi raccontano. È un lavoro che dimostra una grande responsabilità politica sulla comunicazione del fenomeno migratorio a Lampedusa, fortemente voluta dall’amministrazione comunale di Lampedusa e sostenuta dalla Presidenza della Repubblica, dal Consiglio dei Ministri, dalla Regione Sicilia e dalla Rai, che interpreta in questo caso in modo pieno il suo ruolo di “servizio pubblico”. Ho visto la mostra e seguito una visita guidata da un giovane isolano. Ho ascoltato le sue parole, percepito la forza dell’amore per la sua terra nel suo racconto, raccolto la grande lungimiranza di molti – tra amministratori e cittadini – che conoscono bene l’identità della loro isola e la valorizzano. Perché Lampedusa è fortunatamente anche un angolo di terra che in mezzo al mare dà sollievo a lunghi viaggi. E chi ci vive lo sa e profondamente conosce il significato di “accoglienza”. Nessun’altro luogo mi aveva mai comunicato tutto questo con tanta caparbietà.
  • Nel centro del paese, proprio in una traversa del corso principale, c’è il Bar dell’Amicizia. Ci vanno tutti a fare colazione con granite, cannoli e latte di mandorla. Si dice che fino a qualche anno fa non era raro incontrare il titolare che, poeta qual è, regalava poesie agli avventori. Questo è uno dei motivi per cui mi maledico per aver posticipato di dieci anni il mio viaggio a Lampedusa.
  • Lampedusa è uno dei pochi luoghi al mondo dove in aeroporto si va a piedi trascinando il trolley. Ed è anche uno dei pochi luoghi dove qualcuno con la macchina si ferma, ti dice che hai sbagliato strada, ti dà le indicazioni corrette e se ne va. Poi torna indietro, ti apre la portiera e ti accompagna fino a destinazione.
  • Come in ogni posto che mi entra nel cuore, anche a Lampedusa ho lasciato qualcosa da fare. Dicono che i tramonti a Ponente siano i più belli dell’isola. Io non ne ho visto nemmeno uno. Per me il sole a Lampedusa è ancora alto.
  • È quando il mondo ti sembra fare schifo, quando la stanchezza ti fa vedere tutto nero, quando le persone ti sembrano infelici che è il momento di viaggiare soli: sono convinta che sia il modo giusto per riscoprire la gentilezza, una sottovalutata e preziosa qualità che in quest’isola ho incontrato in grande quantità. (Grazie Lampedusa, per non avermi sedotta.)

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