NO al tortello, SI al gelato!

Il meteo cipolla anche quest’anno ci ha azzeccato: la primavera di questi giorni sembra quasi un’estate e lo si capisce dalla quantità di shorts che sono usciti dagli armadi per fare spazio a calzettoni a pois e maglioni pelosi e quindi, quale momento migliore per un elogio al gelato?

Sapete che #Trentinodavivere ha a cuore la vostra salute e si è prodigata in un meticolosa ricerca che, forse, ci ha portati a dire:”NO al tortello e SI al gelato“.

Se siete “zitadini” sicuramente vi sarete accorti della prolificazione di gelaterie aperte in centro a Trento, chiaro segnale di degrado cittadino che vede un’apertura verso bambini urlanti, mamme raggruppate in stormi di passeggini, uomini d’affari beccati in languide effusioni con le loro coppette gelato a due gusti e l’immancabile ed umiliante omicidio di indifesi coni (solitamente al gusto fragola o crema), riversi al suolo e brutalmente abbandonati a punta in su.

Da alcune settimane la pausa pranzo si è tramutata da corsa ad ostacoli verso il menù del ristorante, a passeggiata peripatetica “in giro al Sas” e questo ha portato ad un disorientamento di tutti coloro che (come la nostra redazione) non hanno un orario fisso di pausa pranzo. Il risultato è stato che dallo scoppiare dell’ormonale calura primaverile, le persone non fanno altro che mangiare tutto il giorno: al mattino sacchetto con brioches, a mattina inoltrata aperitivino con stuzzichini e da pranzo verso l’infinito e oltre (ah no scusate, siamo a Trento, quindi fino alle 20.48) è il tempo del gelato!

Il gelato: questa meravigliosa creatura generata da qualcuno che ha visto nel connubio di un bricchetto di latte usato per la schiuma del cappuccino e della frutta che chiedeva pietà dal frigo, è un’opera d’arte degna di attraversare i secoli e la storia, in grado di mettere d’accordo nazioni, far incontrare vegetariani e celiaci, galeotta di amori estivi e passioni invernali, insomma il nirvana per le papille gustative.

Siamo arrivati alla conclusione che la crescita spirituale e fisica di ogni individuo, anno dopo anno, porta a una mutazione del piacere organolettico a proposito dei gusti che ci accompagnano nei momenti della calura estrema. Approfondendo questo studio antropologico si è notato come dai gusti panna e fragola, si diramino due importanti filoni (che dividono gli amanti del “cremoso peccato” tanto quanto l’infinita diatriba fra Android e iOS): chi si sposta nel fun club delle creme e chi non resiste alle varianti più estreme dei gusti frutta: mango e papaya, liquirizia e violetta, pistacchio di bronte.

Ciò che infine però abbiamo potuto notare è che, una volto raggiungo il nirvana da bulimico assaggio di tutto il banco gelati, l’organismo ritrova il suo stato di pace in una sorta di regressione primordiale, riprendendo il filosofico pensiero dei “corsi e ricorsi storici” che eleggono la coppia limone e fragola come i Man in Black (o Pink) dei gelati!

Ogni riferimento a fatti e gusti non è per nulla casuale ma accentuato da un piacevole stato di euforia da glucosio!

#trentinodavivere e da gustare!

 

Credits by Derek Key

 

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