La terrazza sul Brenta dal Pian dei Mughi, storie di esploratori e di magie

Un sabato caldo d’estate è un giorno perfetto per un trekking nel parco dell’Adamello Brenta.
Ho sfruttato l’occasione e con un gruppo di fotografi partecipanti al progetto “Meet Your Landscape”, guidati da una geologa del Parco abbiamo raggiunto il Pian dei Mughi, un meraviglioso terrazzo che permette di ammirare il gruppo delle Dolomiti di Brenta da una prospettiva privilegiata.
Gli appunti sono doverosi ma soprattutto un grande piacere…

1. Madonna di Campiglio fa innervosire, soprattutto se sbagli strada e sei in ritardo: i sensi unici ti costringono a ripetere tutto dall’inizio, anche più di una volta. Peggio di una maestra con la penna rossa.

brenta

2. Una giornata come quella di sabato, con cielo terso e temperature alte è la giornata perfetta per una camminata in montagna. L’unico difetto di giornate come questa è che tutti le considerano giornate perfette per il trekking e i sentieri somigliano alle autostrade trafficate dei sabati d’estate.

3. Il progetto Meet Your Landscape è un progetto di photo-voice che invita i partecipanti a raccontare il paesaggio dolomitico, patrimonio dell’UNESCO, attraverso un approccio non convenzionale alla fotografia e al racconto. Foto e testi per guardare le Dolomiti, filtrandole attraverso la propria sensibilità, le proprie sfumature, la propria ricerca dei dettagli. Ci piace!

4. Dal parcheggio Patascoss, per raggiungere malga Ritorto dove parte il sentiero per raggiungere il Pian dei Mughi, parte un trenino che sconsiglio di prendere. Il trenino sembra quello che a Natale, con i vagoni pieni di bambini, riempie le città. La guida spiega approssimativamente, la voce sembra quella di Gardaland, la base musicale che la accompagna è quella di Jurassic Park, tanto che se durante il viaggio spuntasse un Tyrannosaurus rex con fauci aperte quasi non ci si stupirebbe. L’orso? Bazzecole!

brenta 5. Partendo da malga Ritorto ci si incammina su un sentiero in mezzo a un bel bosco di abeti rossi. La passeggiata è per tutti, adatta anche ai bambini, ombreggiata per un po’ finché gli abeti rossi si diradano e diventano piccoli. Si è sul Pian dei Mughi, a quasi duemila metri di altitudine, e senza alberi la vista che si apre sul Brenta toglie il fiato. Ci si impiega un’oretta, con i bambini.

6. Le negritelle, piccoli e bellissimi fiori color bordeaux che si trovano in montagna, profumano di cioccolato. Anche se per me è più vaniglia.

7. Gilbert e Churchill, uno scienziato e un artista ricchi e inglesi, nel 1862 e poi per altri due anni consecutivi, si avventurarono con le mogli alla scoperta di questa parte selvaggia delle Alpi italiane, considerata quasi inaccessibile. Furono proprio loro, in quel momento, a chiamarle “The Dolomite Mountains” per la presenza di “dolomia”, ossia la magia che tinge queste rocce di rosa con la luce dell’alba e del tramonto. Ci sono motivazioni scientifiche a questo fenomeno ma sono motivazioni che io non so spiegare e mi piace pensare che si tratti di un’alchimia che accade ogni sera e ogni mattina, quando il sole, guardando la roccia, la fa arrossire.

8. L’immagine del Brenta negli occhi e nel cuore, la storia di due esploratori e due esploratrici che hanno superato confini sia geografici che culturali per il tempo, oltrepassando il limite di quelle cime e battezzandole con un nome che nessun esperto del periodo voleva accettare ma che ha avuto la forza della bellezza del rosa, delle albe e dei tramonti: le storie dentro i paesaggi sono tante, alcune vere, altre fantastiche. A me piace ascoltarle tutte, trovarne altre, sognarne di più.

Info autore /

Il team dinamico della redazione di tdv ti saluta! Entra anche tu a far parte del mondo tdv e del nostro nutrito gruppo di autori su tutto il territorio trentino. Ti aspettiamo!

Translate »